Nel rivendicare la terza promozione di primavera, dopo Standard&Poor’s e Fitch, il governo fa ancora sua la filosofia di tutte le manovre fin qui messe a terra: serietà, pragmatismo e zero colpi di testa. Una strategia che, almeno per il momento, sembra pagare
Buona la terza. Dopo la promozione di Standard&Poor’s, lo scorso aprile, anche Moody’s manda un messaggio rassicurante al mercato. Già, di per sé, abbastanza tranquillo sull’Italia (lo spread Btp/Bund è inchiodato da settimane a quota 100). Di Roma ci si può fidare. Nel confermare il rating a Baa3, l’outlook è stato migliorato, passando da stabile a positivo. Mica poco in tempi di guerra commerciale. Il governo si è preso il merito, raccogliendo i frutti della semina.
“La decisione di Moody`s rappresenta un segnale importante di fiducia nella solidità della nostra economia e nella credibilità delle politiche economiche del governo. È il riconoscimento del lavoro serio e responsabile che stiamo portando avanti per salvaguardare i conti pubblici, sostenere la crescita ed attrarre investimenti. Continueremo su questa strada con determinazione, nell’interesse dei cittadini italiani e della stabilità della Nazione”, è trapelato in mattinata da Palazzo Chigi, poche ore dopo il verdetto.
“Dopo i giudizi positivi delle agenzie di rating S&P, Fitch di aprile, anche Moody’s promuove il lavoro del governo e alza l’outlook. Riconoscimenti importanti, rafforzati da dati concreti: lo spread si riduce, crescono gli investimenti esteri, l’inflazione rimane sotto la media Ue, salgono occupazione e reddito pro capite. Siamo sulla strada giusta malgrado la difficile congiuntura internazionale”, ha invece rivendicato il ministro per le Imprese, Adolfo Urso. Poche ore prima era stato il titolare del Tesoro, Giancarlo Giorgetti, a incassare la medaglia. “Questo giudizio è il frutto del lavoro serio e silenzioso che stiamo portando avanti dall’inizio del governo. In un contesto di giudizi negativi diffusi, all’Italia viene riconosciuto un upgrade significativo”.
Tornando alle valutazioni di Moody’s, “la conferma del rating Baa3 tiene conto della dimensione dell’economia italiana e delle sue istituzioni e governance efficaci rispetto ai Paesi omologhi. La dimensione e la ricchezza dell’economia italiana, l’efficacia delle sue politiche e la sua capacità istituzionale si traducono in un elevato grado di resilienza economica. Allo stesso tempo, la conferma tiene conto dell’elevato debito pubblico italiano che, unito al graduale indebolimento della sua accessibilità economica e alle sfide strutturali legate all’invecchiamento della popolazione, continua a rappresentare un limite al suo profilo creditizio”, ha fatto sapere l’agenzia di rating.
“Il risultato di bilancio del 2024 è stato migliore di quanto previsto da noi e dal governo, con un deficit al 3,4% del Pil rispetto al 3,8% previsto a bilancio. Il principale fattore determinante del miglioramento del risultato di bilancio è stata una riduzione della spesa, dovuta principalmente all’eliminazione graduale dei crediti d’imposta per le ristrutturazioni edilizie ad alta efficienza energetica (Superbonus, ndr), ma anche alla forte crescita delle entrate derivanti principalmente dalle imposte sul reddito delle persone fisiche e da altre imposte”, spiega ancora Moody’s. “La stabilità politica interna aumenta la probabilità che il governo continui a ridurre i deficit e a conseguire avanzi primari crescenti”. Sì, buona la terza.