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Cosa sta succedendo con la nomina del capo dello Shin Bet

Ronen Bar ha rassegnato le dimissioni, effettive dal 15 giugno, dopo che la Corte suprema aveva sospeso il suo licenziamento. Al suo posto Netanyahu ha scelto il maggiore generale David Zini, mossa che ha riacceso tensioni tra vertici militari e politici sul processo di nomina. È intervenuto pubblicamente anche il capo dello Stato

Ronen Bar si sarebbe già congratulato telefonicamente con il maggiore generale David Zini che gli subentrerà il prossimo 15 giugno come direttore dello Shin Bet, l’agenzia di sicurezza interna israeliana. Lo riporta l’emittente Kan, secondo cui Bar, entrato nello Shin Bet (o Shabak o Isa) nel 1993, ha informato Zini, oggi al vertice del comando di addestramento delle Forze di difesa israeliane (Idf) e del corpo di stato maggiore, delle modalità con cui avverrà il passaggio di consegne.

Con il passo indietro di Bar si chiude una vicenda che dura, almeno pubblicamente, da più di due mesi, con il primo ministro Benjamin Netanyahu deciso a cambiare la leadership dello Shin Bet dopo quattro anni e mezzo parlando di “sfiducia” verso Bar, un funzionario d’intelligence che ha estimatori in tutto il Medio Oriente e il mondo, Italia compresa.

Riavvolgiamo il nostro di una vicenda complessa. Il giorno dopo che, il 20 marzo, il governo israeliano ha votato il suo licenziamento, la Corte suprema ha sospeso la decisione in seguito a un ricorso dei partiti di opposizione. Scaduti i termini fissati dalla Corte (che mercoledì ha definito illegittimo il licenziamento di Bar), l’attuale direttore ha presentato le sue dimissioni con effetto dal 15 giugno. Ha assunto la responsabilità per non aver impedito gli attacchi del 7 ottobre 2023. Ma in un affidavit ha affermato che Netanyahu lo aveva “pressato affinché spiassi i cittadini israeliani che avevano guidato e finanziato le proteste anti-governative” e aveva “preteso fedeltà personale al di sopra delle sentenze della Corte suprema in caso di crisi costituzionale”. In particolare sembra che a mettere il rapporto tra i due in crisi siano state le indagini dello Shin Bet sul cosiddetto Qatar-Gate, con alcuni consiglieri di Netanyahu che avrebbero ricevuto soldi dal Qatar.

Dopo aver nominato a fine marzo Eli Sharvit, viceammiraglio in pensione e già comandante della Marina israeliana, e aver ritirato la nomina dopo appena 24 ore, ora Netanyahu ha deciso di puntare su Zini. Che, come Sharvit, non ha mai prestato servizio nello Shin Bet. La nomina di un direttore “permanente” è “un’esigenza di sicurezza di prim’ordine”, in considerazione della guerra in corso su più fronti, si legge in una dichiarazione dell’ufficio del primo ministro. “Nel bel mezzo della guerra, non sarebbe corretto limitarsi alla nomina di un direttore ad interim” dello Shin Bet, recita il comunicato. La mano ferma del capo dell’esecutivo sul dossier sembra coerente con la sua linea su Gaza: Israele è sotto attacco, prima viene la sicurezza interna e poi eventualmente tutto il resto, sia che si tratti degli alleati sul piano internazionali sia che si tratti degli equilibri sul piano interno.

Il comunicato spiega che il processo di nomina del generale Zini sarà in due fasi: prima, la nomina sarà sottoposta alla Commissione Grunis per le nomine di alto livello, che ne valuta l’integrità; seconda, dopo l’approvazione della Commissione, la nomina sarà sottoposta all’approvazione del governo. E ancora: “Le indagini sul Qatar sono condotte dallo Shin Bet e dalla polizia israeliana, sotto la supervisione e il controllo della procuratrice generale. Il direttore designato dello Shin Bet non ha alcuna influenza in merito. Tuttavia, per evitare che si parli a vanvera delle indagini sul Qatar, il primo ministro ribadisce che il direttore designato dello Shin Bet non sarà assolutamente coinvolto in queste indagini”.

Non sono mancate tensioni sulla nomina. Le Forze di difesa israeliane hanno diffuso una nota spiegando che il generale non è stato rimosso bensì si è “ritirato” dopo la nomina a capo dello Shin Bet. Il tutto dopo un incontro tra il generale Zini e il generale Eyal Zamir. Una nota precedente precisava che “qualsiasi discorso condotto dai militari delle Forze di difesa israeliane con i vertici politici deve essere approvato” dal capo di Stato maggiore, lasciando intendere che quest’ultimo non fosse stato al corrente delle intenzioni di Netanyahu di designare un suo generale a capo dello Shin Bet. Il generale Zamir, però, ha anche dichiarato che la guerra nella Striscia di Gaza “non è infinita” e Israele “lavorerà per abbreviarla, pur realizzando tutti i suoi obiettivi con determinazione e meticolosità”. Parole pronunciate due giorni dopo un servizio dell’emittente Channel 12 che raccontava come Zini abbia dichiarato in discussioni riservate di essere “contrario” a un accordo sugli ostaggi e che il conflitto a Gaza è una “guerra eterna”.

La nomina di Zini divide. Betzalel Smotrich, ministro delle Finanze di estrema destra, ha dichiarato che il generale è “adatto” per l’incarico, è “esattamente ciò che serve ora per riabilitare questa importante organizzazione durante questo periodo critico e difficile della guerra”. “Sono finiti i giorni in cui la destra aveva bisogno dell’approvazione per le sue nomine dai commissari di sinistra che pensavano che il Paese appartenesse a loro”, ha scritto in un post su X. Oggi il ministro Ben Gvir, leader dell’ultradestra, si è recato al Monte del Tempio (per i musulmani è la Spianata delle moschee) in occasione della Giornata di Gerusalemme dicendo: “Prego per il successo del nuovo capo dello Shin Bet: che insegua i nostri nemici, che li schiacci, come ha fatto per tutta la sua carriera, con professionalità e capacità di distinguere tra chi ci ama e chi ci odia. Gli amici si abbracciano, i nemici si schiacciano”.

Gadi Eisenkot, influente parlamentare ed ex capo di stato maggiore, ha invece dichiarato all’emittente Kan che Zini dovrebbe rifiutare l’incarico perché la sua nomina è il risultato di un “processo corrotto condotto per considerazioni corrotte”.

È dovuto intervenire il presidente Isaac Herzog, avvisando il primo ministro e il governo di non prendere nemmeno in considerazione l’idea di sfidare le sentenze dell’Alta Corte: “Avverto e metto in guardia tutti dal pensare di disobbedire alle sentenze dei tribunali e alle indicazioni della legge”.

La procuratrice generale israeliana, Gali Baharav-Miara, ha dichiarato oggi che il sistema di governo del Paese sta subendo “una trasformazione rapida e pericolosa”. Intervenendo a un convegno dell’ordine degli avvocati a Eilat, ha affermato che “non si tratta di un avvertimento per il futuro, ma della realtà attuale”, denunciando un’accelerazione del cambiamento durante la guerra. La procuratrice ha accusato il governo di pretendere obbedienza dai funzionari statali, distorcendo il concetto di cooperazione e cercando di subordinare il sistema legale agli interessi politici. Riguardo alla rimozione del capo dello Shin Bet, ha sottolineato che “non è una carica di fiducia personale” e che eventuali interferenze politiche nel processo di nomina minano la fiducia dei cittadini nei confronti del governo.


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