La Nato sta valutando di includere gli aiuti militari all’Ucraina nel calcolo delle spese di difesa dei Paesi membri. Questo quanto emerge da una prima bozza della dichiarazione finale che uscirà dal Summit all’Aia del 24-25 giugno e da cui ci si attende l’innalzamento dell’obiettivo di spesa al 5% del Pil. Se confermata, questa ipotesi contribuirebbe a diluire e alleggerire la pressione finanziaria sugli alleati. Nel frattempo, resta l’incognita sui tempi che verranno stabiliti per l’implementazione del nuovo target
In vista del vertice dell’Aia di fine mese, la Nato sta valutando una modifica significativa alla metrica della spesa dei membri, per includere i finanziamenti e gli aiuti militari destinati all’Ucraina nel computo del nuovo obiettivo di spesa che verrà stabilito durante il Summit. È quanto emerge da una bozza della dichiarazione finale, visionata da Bloomberg, che sarà discussa dai leader dell’Alleanza.
Contare gli aiuti a Kyiv come parte della spesa militare
La bozza, contrariamente ai documenti precedenti che toccavano temi più ampi — tra cui i rapporti con la Cina o l’adesione formale dell’Ucraina — parrebbe concentrarsi esclusivamente sul budget e sulle capacità operative. Inoltre, prevede anche di eliminare le barriere commerciali nei sistemi di difesa all’interno dell’Alleanza per favorire la cooperazione industriale nel sostegno a Kyiv. Quest’ultimo tema, in particolare, è già al centro delle singole strategie industriali di alcuni alleati europei — Germania e Francia sopra a tutti.
Quanto alle spese alleate, l’ipotesi attualmente in fase di valutazione prevederebbe che i contributi finanziari e militari destinati a Kyiv possano essere contabilizzati all’interno del target percentuale che i Paesi dell’Alleanza si impegnano a rispettare. L’attuale soglia minima, fissata al 2% del Pil per ciascuno Stato membro, sarà con ogni probabilità accantonata in favore di un obiettivo più ambizioso. Per gli Stati Uniti (e non solo) tale soglia dovrebbe essere portata almeno al 5%.
Come (e quando) arrivare al 5%?
Secondo quanto trapelato nelle ultime settimane, il nuovo obiettivo di spesa potrebbe essere il risultato della somma di due componenti: il 3,5% per le spese militari propriamente dette — inclusive di personale, equipaggiamento e prontezza operativa — e un ulteriore 1,5% da destinare a investimenti in resilienza, protezione delle infrastrutture critiche e sicurezza civile. Resta ancora l’incognita circa le eventuali tempistiche per l’implementazione. Tema, questo, su cui probabilmente si incentreranno il grosso dei negoziati durante il Summit.
L’inserimento dell’Ucraina nel perimetro contabile risponderebbe alla necessità di riconoscere formalmente il ruolo strategico dell’assistenza militare occidentale a Kyiv, oltre a costituire una forma di alleggerimento (almeno per le fasi iniziali) dei nuovi contributi richiesti ai membri del Patto Atlantico — soprattutto per quei Paesi che non dispongono dei margini di bilancio di Berlino.