Twitter ha reso pubblici i documenti del suo piano per lo sbarco in Borsa depositati il mese scorso alla Sec, la Consob americana, per raccogliere un miliardo di dollari. Cade così per la prima volta il velo su alcuni dati interessanti relativi agli utenti e all’andamento del business.
I numeri
2.000 i dipendenti, 218.300.000 gli utenti attivi (secondo trimestre 2013), 75% gli utenti attivi mensili che accedono da dispositivi mobili, 100.000.000 gli utenti attivi giornalieri, 5% gli account falsi o spam, oltre 500.000.000 di tweet al giorno.
Sul fronte dei ricavi il gruppo californiano ha dichiarato di aver raggiunto quota 317 milioni di dollari nel 2012 e 253 milioni per i primi sei mesi di quest’anno. La società ha anche registrato perdite nette per 79 milioni di dollari nel 2012 e di 69 milioni di dollari nei primi sei mesi del 2013.
Simbolo e prospettive
Nel piano, Twitter ha rivelato anche il simbolo con il quale arriverà in Borsa (Twtr), ma non ha specificato su quale exchange andrà a collocarsi e neppure il numero di azioni e il loro prezzo iniziale.
Nelle prossime tre settimane Twitter sarà così impegnato a cercare investitori interessati. Come riporta il New York Times il gruppo dovrebbe completare la sua offerta entro il Giorno del ringraziamento, l’ultimo fine settimana di novembre.
Ma se il mercato dovesse rivelarsi ostile, possibilità molto reale se lo shutdown dovesse prolungarsi, potrebbe sbarcare sui listini nel 2014.
E così quello di Twitter potrebbe rivelarsi il debutto sui mercati più anticipato e atteso dai tempi di Facebook (maggio 2012).
In base al prospetto pubblicato sul blog del gruppo, il più grande azionista individuale sarebbe il cofondatore del social network, Evan Williams, che possiede il 12% del gruppo, seguito da Peter Fenton di Benchmark Capital, che detiene il 6,7%.
Numeri e perplessità su Twitter
Tutto rose e fiori? Non proprio. È ancora dalle pagine di All Thins D che si leva un allarme in merito alla crescita a rilento del social network. Il sito aveva già messo la pulce il mese scorso: “Se a Wall Street dovesse diffondersi la stessa preoccupazione , questo potrebbe essere un problema per le sue prossime IPO”, si leggeva su All Things D.
Una crescita non proprio a razzo quella di Twitter ma che secondo All Things D può ancora mostrarsi convincente a Wall Street quando si tratta di ricavi che secondo gli analisti nel 2013 arriveranno a far chiudere la società con 583 milioni di dollari.