Il mercato energetico del Sud Est Asiatico crescerà, e tanto. A rivelarlo è il Focus di Sace, basato sul Rapporto dell’International Energy Agency, in cui vengono riportate le prospettive di consumo energetico nei paesi asiatici, con una crescita che supera l’80% tra il 2013 e il 2035.
Le ragioni dell’incremento nei consumi
Sono i paesi cosiddetti ASEAN (Brunei Darussalam, Cambogia, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Filippine, Singapore, Tailandia e Vietnam) che vedranno, a partire dal 2013, la crescita della produzione energetica per tre ragioni principali: l’aumento degli standard di vita, la crescita del tasso di urbanizzazione e industrializzazione e, in fine, il maggiore accesso all’elettricità pro capite a cui, al momento, non ha accesso oltre 1/5 della popolazione. La domanda – aggiunge il report della società del Tesoro, Sace – sarà composta in maggioranza, per il 52%, dal settore elettrico, spinto dalla maggiore domanda del comparto residenziale.
Energia principalmente da fonti fossi
Saranno carbone e petrolio i principali combustibili che verranno utilizzati per la produzione dell’energia necessaria ad alimentare la regione, sottolineano gli economisti di Sace. Al momento la domanda di petrolio è di 4,3 milioni di barili (mb/d) al giorno (dati 2011) e arriverà a 5,4 mb/d nel 2020 fino ai 6,8 mb/g del 2035. La crescita della domanda si tradurrà in una crescente dipendenza dai paesi produttori di “oil” e l’area sarà, nel 2035, il quarto importatore mondiale dopo Cina, India e Unione Europea.
Il carbone sarà, invece, una delle maggiori risorse degli ASEAN . Le riserve dell’area sono infatti stimate attorno ai 27,9 miliardi di tonnellate, una quantità sufficiente a sostenere i tassi produttivi per i prossimi 80 anni.