E’ in carica da pochissimo e in un ruolo delicato, ma per mister spending review, Carlo Cottarelli, è già tempo di consigli. Una ricerca Formez PA sui casi di Francia e Regno Unito punta ad offrire modelli di comparazione utili ad altre realtà, come appunto l’Italia.
Parallelismi
Le esperienze di revisione delle politiche di spesa condotte in Francia e nel Regno Unito possono essere di grande interesse per il nostro Paese, in quanto si tratta di realtà con una lunga esperienza nel campo. Inoltre si sono caratterizzate per il fatto di essersi poste non solo l’obiettivo di risanare le finanze pubbliche, ma di sfruttare l’occasione della revisione delle spese per migliorare la pubblica amministrazione. E ottenendo anche il risultato di rispondere efficacemente alle esigenze dei cittadini e di affrontare le sfide imposte da una sempre crescente domanda di servizi pubblici.
Il progetto PerformancePA – Linea Modelli
La ricerca punta a mettere a disposizione delle amministrazioni regionali e locali dell’Obiettivo Convergenza, modelli, strumenti ed esperienze per garantire l’efficienza delle risorse. Al cui interno spicca proprio una ricerca su esperienze internazionali di spending review. Dal momento che la riduzione dei disavanzi e del debito pubblico sono di fatto i nodi centrali di politica economica degli ultimi due decenni, si rende imprescindibile predisporre piani severi di consolidamento della finanza pubblica. Primo passo la revisione degli aspetti amministrativi e organizzativi della PA e, in particolare, delle procedure di spesa.
Francia
Ha preso l’impegno di raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2017, coerentemente con quanto previsto dal cosiddetto Fiscal Compact condiviso da 25 paesi dell’Unione europea nel marzo dello scorso anno, nota la ricerca. E rispetto al 2007 il tasso di crescita del Pil è sceso dal +2,3% al + 0,2% nel 2012 e le previsioni per il 2013 si attestano intorno al +0,8%; il debito pubblico è aumentato di 22 punti e la spesa pubblica consolidata ha raggiunto il 56,3% del Pil e la pressione fiscale complessiva il 44,9%. Per cui il risanamento della finanza pubblica è visto come un’occasione per intervenire profondamente sull’organizzazione della P.A., sostiene lo studio, “in modo da metterla in grado non solo di non ridurre i servizi, ma di offrirne di più e con costi complessivamente inferiori a quelli registrati prima della riforma“. Il mantra è “fare di più con meno”, aumentando la produttività del settore pubblico (soprattutto intervenendo sul turn over) e garantendo la migliore utilizzazione possibile di ogni euro di spesa pubblica.
Gran Bretagna
Rispetto a Italia e Francia il quadro economico inglese appare leggermente migliore come dimostra la dinamica del Pil dopo un crollo nel 2009 (-4,0). Nel 2010 guadagna l’1,8% nel 2010 e lo 0,8% nel 2011 e nel 2012. A destare preoccupazioni la situazione della finanza pubblica: ragion per cui la revisione delle spese ha tra i suoi obiettivi prioritari, proprio il risanamento dei conti pubblici. Come risulta dal documento relativo alla presentazione degli interventi in materia previsti dall’attuale Governo la spending “rappresenta una urgente priorità per assicurare la stabilità economica in un momento di perdurante instabilità dell’economia globale e per far intraprendere ai servizi pubblici e al sistema di welfare un percorso sostenibile nel lungo periodo”. Nel 2009 il deficit ha fatto segnare il record della storia britannica, dal momento che lo Stato di Sua Maestà era costretto a prendere in prestito una sterlina per ogni quattro spese. L’UK attualmente spende 43 milioni di sterline per interessi sul debito, più di quanto spende per l’istruzione. Secondo il dossier, la riduzione del deficit “è una precondizione necessaria per sostenere la crescita dell’economia. Non intervenire subito, metterebbe a rischio la ripresa e porrebbe a carico delle generazioni future oneri ingiustificabili”.
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