Il Rappresentante Speciale per la lotta alla criminalità organizzata, presidente della Delegazione parlamentare all’Osce, racconta a Formiche.net la riunione ospitata alla Camera. L’onorevole Zoffili evidenzia la centralità dell’Italia su un tema delicatissimo e in costante evoluzione
Il deputato Eugenio Zoffili, membro della Commissione Esteri della Camera e rappresentante speciale dell’Assemblea parlamentare dell’Osce per la lotta alla criminalità organizzata, racconta a Formiche.net contenuti e sviluppi della conferenza interparlamentare ospitata a Roma. “L’Italia – sottolinea Zoffili – ha dimostrato ancora una volta di essere un punto di riferimento nella lotta alla criminalità organizzata, grazie a modelli operativi esportabili e a una rete di cooperazione internazionale solida ed efficace”.
Quali sono stati i principali temi emersi dalla conferenza, e quali saranno i prossimi passi per tradurli in azioni politiche condivise tra i Paesi Osce? “La Conferenza interparlamentare sulla lotta alla criminalità organizzata nella regione, che ha riunito a Roma, alla Camera dei Deputati, oltre 140 parlamentari e rappresentanti provenienti da 33 Paesi partecipanti all’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, ci ha consentito di condividere strategie e pratiche adottate per combattere la criminalità”.
Fra i temi trattati, è emerso per attualità quello dell’innovazione tecnologica, che impone la cooperazione internazionale come strumento indispensabile nella lotta ai fenomeni mafiosi a livello globale. “Come ha sottolineato nel suo intervento d’apertura il presidente dell’Assemblea Pia Kauma, le tecnologie emergenti vengono sempre più utilizzate in modo improprio dalle organizzazioni malavitose per svolgere le proprie attività. In questo contesto, la regolamentazione delle criptovalute è fondamentale per contrastare le attività criminali, così come vanno attentamente monitorati l’utilizzo di algoritmi distorti, della tecnologia blockchain e dell’intelligenza artificiale, strumenti che vengono spesso impiegati per scopi illeciti”, spiega Zoffili.
Il parlamentare leghista aggiunge di aver personalmente promosso il tema del riutilizzo sociale dei beni confiscati alle organizzazioni criminali, quale strumento strategico per smantellare le strutture malavitose: “Ho presentato in proposito anche una risoluzione che verrà discussa nella 32a Sessione annuale dell’Assemblea parlamentare dell’Osce”, che si terrà a Porto, in Portogallo, dal 29 giugno al 3 luglio.
Durante i dibattiti è emersa qualche nuova prospettiva o proposta particolarmente innovativa sul contrasto alla criminalità organizzata transnazionale e al suo impatto/riflesso sociale? “La prima sessione della conferenza — risponde — ha ospitato il Quarto Forum interparlamentare dell’Europa sudorientale, moderato dal vice presidente dell’Assemblea Osce Kyriakos Hadjiyianni, i cui partecipanti hanno adottato una dichiarazione congiunta che riafferma il loro impegno per una maggiore cooperazione regionale e relazioni amichevoli come fulcro del contrasto alla criminalità: la cooperazione internazionale e lo scambio di buone pratiche sono state il filo conduttore della due giorni, dal momento che il coordinamento e la fiducia reciproca tra le istituzioni costituiscono la base per poter contrastare efficacemente tutte le minacce che le organizzazioni criminali portano alla civile e democratica convivenza all’interno dell’area Osce”.
Alla luce dell’ottimo risultato ottenuto dalla conferenza, Zoffili ha promosso la creazione di un Forum permanente Osce sulla legalità, che coinvolgerà tutti i Paesi membri e che avrà come principale obiettivo proprio l’attivazione di sinergie per la formazione di un fronte comune contro le mafie. “La conferenza — spiega — ha evidenziato l’imprescindibile necessità di lavorare tutti insieme, uniti e compatti per dichiarare guerra alla criminalità organizzata, a tutela della nostra sicurezza comune. Un concetto ribadito più volte dai relatori intervenuti, e che ho deciso di portare avanti attraverso questo nuovo Forum, che rappresenterà l’ideale prosecuzione della conferenza di Roma”.
Alla luce del ruolo centrale dell’Italia nell’organizzazione (e nei panel), come valutare il contributo italiano in termini di leadership, modelli operativi e capacità di fare rete all’interno dell’Osce? “L’Italia, ancora una volta, ha dimostrato di essere un punto di riferimento nella lotta alla criminalità organizzata”.
Il coordinamento delle forze italiane è stato rappresentato dalla presenza all’evento del direttore centrale anticrimine della Polizia di Stato, il prefetto Alessandro Giuliano con i colleghi Renato Cortese, che arrestò i boss Provenzano e Brusca, e Maria Rosaria Laganà, a capo dell’Agenzia nazionale però i beni confiscati; il sostituto procuratore Glgenerale presso la Corte di Cassazione Luigi Birritteri, i generali Giovanni Salerno e Antonio Quintavalle Cecere della Guardia di Finanza e Antonio Montanaro dell’Arma dei Carabinieri, con il direttore del Servizio per il contrasto dell’estremismo e terrorismo esterno della Polizia di Stato, Riccardo Perisci. “Oltre ad aver dato lustro all’iniziativa, hanno dimostrato il grande impegno profuso e i risultati ottenuti dal nostro Paese nella lotta alla mafia”, commenta Zoffili, che ricorda anche i messaggi inviati per la sessione inaugurale dai presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa e il discorso di apertura del vicepresidente del Consiglio, e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, intervenuto personalmente con il sottosegretario di Stato agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale Giorgio Silli, l’omologo al ministero dell’Interno Nicola Molteni e il segretario Generale dell’Assemblea parlamentare dell’Osce Roberto Montella.
Per Zoffili, si è trattato di “una presenza tangibile del nostro Paese, un contributo italiano importante che anch’io, nel mio mandato di Rappresentante Speciale per la lotta alla criminalità organizzata e di presidente della Delegazione parlamentare all’Osce, sono impegnato a trasmettere quotidianamente con il mio lavoro a tutti i colleghi dei 57 Paesi partecipanti e degli 11 partner che compongono questa importante organizzazione internazionale, dove la diplomazia parlamentare si dimostra ancora una volta centrale anche nell’ambito di queste tematiche cruciali che riguardano la sicurezza di tutti noi”.