Nel 2024, secondo il Conai, in Italia sono stati riciclati il 76,7% dei rifiuti di imballaggio, ossia 10 milioni e 700 mila tonnellate dei circa 14 milioni immessi al consumo. Una crescita di un punto percentuale rispetto al 2023, quando le tonnellate sfioravano i 10 milioni e mezzo
Il Decreto legislativo 116 del 2020 ha recepito nell’ordinamento nazionale le direttive europee sui rifiuti (218/851) e sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (218/852); fa parte del cosiddetto Pacchetto sull’economia circolare che include anche le direttive sui rifiuti di pile, accumulatori, elettrici ed elettronici (Raee), sui veicoli fuori uso e sulle discariche. Stabilisce, tra l’altro, nuovi e ambiziosi obiettivi di riciclo e recupero dei rifiuti di imballaggio: almeno il 65% entro il 2025 (75% carta e cartone; 70% vetro e acciaio; 50% alluminio e plastica; 25% legno) e il 70% entro il 2030 (85% carta e cartone; 80% acciaio; 75% vetro; 60% alluminio; 55% plastica; 30% legno).
Nel 2024 in Italia sono stati riciclati il 76,7% dei rifiuti di imballaggio, ossia 10 milioni e 700 mila tonnellate dei circa 14 milioni immessi al consumo. Una crescita di un punto percentuale rispetto al 2023, quando le tonnellate sfioravano i 10 milioni e mezzo. Aumentano anche gli imballaggi riutilizzati: oltre un milione 250 mila tonnellate, 20 mila in più rispetto all’anno precedente. Lo scrive il Conai, il Consorzio nazionale imballaggi, nella sua annuale Relazione generale.
“I numeri raccontano un sistema efficiente che ha saputo consolidare nel tempo una rete di collaborazione tra imprese, istituzioni e cittadini – ha commentato Ignazio Capuano, presidente del Conai – aver superato il 76% di riciclo degli imballaggi è un risultato importante, frutto di un lavoro di squadra, soprattutto se pensiamo che l’Europa ci chiede di raggiungere il 70% entro il 2030. Ma non possiamo fermarci qui. Ci attendono sfide complesse, come quelle legate alla direttiva Sup e all’implementazione del Regolamento europeo sugli imballaggi. E naturalmente dobbiamo continuare a lavorare con le aziende per rendere sempre più diffuse le buone pratiche di eco design per imballaggi sempre più sostenibili e a ridotto impatto ambientale”.
La direttiva Sup (Single use plastic) (2019/904), entrata in vigore nel luglio 2021, mira a ridurre l’impatto sull’ambiente dei prodotti di plastica monouso come piatti, posate, bicchieri, cannucce, cotton fioc ecc. Gli obiettivi della direttiva riguardano la riduzione la riduzione dei rifiuti e la promozione di materiali alternativi e riutilizzabili. Dal 2021 è vietata la commercializzazione di alcuni di questi prodotti usa e getta. In Italia la legge di recepimento della direttiva è entrata in vigore il 14 gennaio 2022. Prevede, tra l’altro, che entro il 2029 almeno il 90% delle bottiglie in Pet debba essere raccolto in maniera differenziata e che entro il 2030 queste stesse bottiglie debbano contenere almeno il 30% di plastica riciclata.
Pubblicato il 22 gennaio 2025 sulla Gazzetta Ufficiale Europea, il nuovo Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, è entrato in vigore l’11 febbraio e verrà applicato a partire dal 12 agosto 2026. Un iter legislativo travagliato durato più di due anni che ha visto contrapposte da un lato le istituzioni comunitarie e dall’altro l’Italia che si è concluso con un sostanziale compromesso che soddisfa entrambi le parti. Grazie all’azione congiunta di governo e imprese, è stata evitata la penalizzazione del grande lavoro svolto negli ultimi vent’anni dagli imprenditori e dai territori del nostro Paese che qualcuno, a Bruxelles, avrebbe voluto sacrificare a favore di una non meglio identificata quanto ideologica politica pseudo green. Il regolamento, si legge all’articolo uno, “contribuisce alla transizione verso un’economia circolare e al conseguimento della neutralità climatica al più tardi entro il 2050”.
Dal 1° gennaio 2030 è prevista la riduzione al minimo di tutti gli imballaggi: ogni Stato dovrà ridurre i rifiuti di imballaggio, “rispetto ai valori corrispondenti del 2018, del 5% entro il 2030; del 10% entro il 2035; del 15% entro il 2040”. Ed è prevista l’istituzione di sistemi di restituzione e raccolta, il cosiddetto “vuoto a rendere”, con relativo deposito cauzionale. Ne sono esentati quegli Stati che raggiungeranno un tasso di raccolta differenziata almeno dell’80%. Gli obiettivi di riciclo dei rifiuti di imballaggio rimangono gli stessi della direttiva che, come abbiamo visto, sono stati già abbondantemente superati.
Nel dettaglio, in Italia hanno trovato una seconda vita più di 435.500 tonnellate di acciaio (l’86,4% dell’immesso al consumo); 62.400 di alluminio (8,2%); 4 milioni 605 mila di carta e cartone (92,4%); 2 milioni 314 mila di legno (67,2%); 1 milione 179 mila di plastica e bioplastica (51,1%); e quasi 2 milioni 103 mila di vetro (80,3%). Sommando riciclo e recupero energetico, il totale degli imballaggi a fine vita recuperati supera i 12 milioni di tonnellate, l’86,4% dell’immesso al consumo.
Il principale strumento della raccolta differenziata urbana è l’Accordo quadro Anci-Conai, che opera come sussidiario al mercato attraverso le convenzioni che i consorzi di filiera stipulano con i Comuni. Nel 2024 ha registrato una copertura territoriale del 97% con 7.396 Comuni serviti. Le convenzioni stabiliscono l’obbligo per gli Enti locali di conferire i rifiuti di imballaggio ai consorzi, che a loro volta si impegnano nel ritiro e nell’avvio al riciclo, riconoscendo agli stessi i corrispettivi economici necessari a coprire i costi sostenuti per la gestione della raccolta differenziata. Tali corrispettivi sono adeguati all’andamento dell’inflazione e modulati in base alla qualità dei materiali raccolti.
Al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi di riciclo, il Conai e i Consorzi di filiera realizzano numerose attività finalizzate alla progettazione di imballaggi a ridotto impatto ambientale; allo sviluppo della raccolta differenziata di qualità attraverso iniziative di sensibilizzazione e informazione sul territorio; alla diffusione del riciclo e della circolarità con campagne di comunicazione mirate. Va ricordato, uno per tutti, il Progetto straordinario per 7 Città Metropolitane rivolto ai Comuni capoluogo di Roma, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Catania, Palermo e Messina, ai quali nel 2025 si è aggiunto il Comune di Genova.
Per garantire il raggiungimento degli obiettivi di riciclo, il Sistema Conai/Consorzi di filiera promuovono e realizzano numerose attività finalizzate alla progettazione di imballaggi a ridotto impatto ambientale; allo sviluppo della raccolta differenziata di qualità attraverso iniziative di sensibilizzazione sul territorio; alla diffusione della cultura del riciclo e della circolarità con campagne di comunicazione rivolte a istituzioni, aziende e cittadini. Particolare attenzione viene dedicata alla prevenzione dell’impatto ambientale degli imballaggi nei confronti delle imprese con la messa a disposizione di strumenti per la progettazione degli imballaggi, “stimolando l’uso efficiente delle risorse, la riciclabilità e il riutilizzo. Un impegno specifico viene destinato alle attività di formazione ed educazione ambientale nelle scuole di ogni ordine e grado, comprese le università.
Sulle tante attività messe in campo dal Conai per far fronte ai numerosi obblighi che la normativa assegna al Consorzio, abbiamo ascoltato la voce del mondo produttivo e delle imprese attraverso il responsabile delle politiche ambientali di Confindustria, Marco Ravazzolo. “Il Sistema Conai si conferma un’eccellenza del nostro Paese per l’economia circolare”, ci ha detto Ravazzolo. “Sono stati superai gli sfidanti obiettivi europei di riciclo degli imballaggi con alcuni anni d’anticipo e le performance sono in continua crescita. Il Conai è la dimostrazione della capacità dell’industria italiana di saper coniugare competitività e sostenibilità attraverso investimenti, neutralità tecnologica e responsabilità”.