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La via europea alle armi Usa. Ecco quale potrebbe essere la nuova tattica ucraina

Con l’amministrazione Trump che frena sulle nuove forniture, Kyiv punta a una triangolazione: fondi europei per comprare armi made in Usa, vincolati però all’assenso americano

A poche ore dall’apparente stop imposto dall’amministrazione Trump a nuove forniture di armi, inclusi missili intercettori Patriot e munizioni ad alto potenziale esplosivo, stanno fuoriuscendo dettagli su come Kyiv stia già lavorando ad un’altra modalità per ottenere rifornimenti militare made in Usa, chiedendo agli alleati europei di acquistare armamenti statunitensi per poi trasferirli all’Ucraina.

Secondo quanto rivelato a Politico da sei fonti con conoscenza diretta delle discussioni attualmente in corso, il piano ucraino prevederebbe che i governi europei finanzino con i propri bilanci della difesa l’acquisto di armamenti prodotti negli Stati Uniti, il cui trasferimento in Ucraina dovrebbe comunque ricevere l’approvazione di Washington. L’idea si inserisce nel contesto di un incremento delle spese militari da parte dei membri dell’Alleanza Atlantica, deciso in occasione del summit dell’Aja conclusosi la scorsa settimana, che potrebbero così supportare Kyiv portando avanti l’aumento delle spese della difesa in accordo ai nuovi standard. “Considerato che alcune armi essenziali per noi non sono prodotte da nessun altro nel mondo democratico se non dagli Stati Uniti, siamo pronti, insieme ai nostri partner europei, ad acquistarle”, ha spiegato un funzionario ucraino.

Una delle principali difficoltà riguarda le restrizioni che gli Stati Uniti impongono normalmente sull’uso delle proprie armi da parte degli alleati. Già durante l’amministrazione Biden, la presenza di componenti americane nei missili britannici Storm Shadow aveva ritardato l’invio a Kyiv. Anche per questo, le trattative includono discussioni sui vincoli tecnologici e giuridici da superare.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo fonti vicine all’amministrazione, ha illustrato il nuovo approccio direttamente al presidente statunitense Donald Trump durante il recente vertice Nato all’Aia, in Olanda. L’incontro sarebbe stato “positivo” e “produttivo”, con Trump descritto come “comprensivo” rispetto alle difficoltà ucraine.

Il cambio di rotta di Kyiv è stato confermato anche dal senatore repubblicano Roger Wicker, presidente della Commissione Forze Armate del Senato: “Mi è stato detto che la richiesta del presidente Zelensky ora è meno focalizzata sugli aiuti finanziari e più sulla possibilità di utilizzare fondi europei per acquistare armi e munizioni da noi”.

In ogni caso, la sospensione dell’invio di materiale militare fino ad ora non ha assunto alcuna ufficialità. “L’Ucraina non ha ricevuto alcuna notifica ufficiale sulla sospensione o la revisione dei programmi di fornitura dell’assistenza alla difesa concordata; pertanto, procediamo dai dati di fatto e controlliamo i dettagli per ogni elemento della fornitura”, è quanto si legge in un comunicato rilasciato dal ministero della Difesa di Kyiv, che prosegue dicendo che lo stesso dicastero “ha richiesto una conversazione telefonica con i colleghi statunitensi per chiarire ulteriormente i dettagli. I risultati dei contatti con i nostri partner americani saranno ulteriormente riferiti a livello del Ministero della Difesa dell’Ucraina e del Ministero degli Affari Esteri dell’Ucraina”.


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