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Porti, ferrovie e credito. Cosa farà l’Italia per l’Ucraina

Dalla seconda e conclusiva giornata della Conferenza sulla ricostruzione del Paese, a Roma, arrivano nuovi e strategici accordi tra il sistema Italia e il governo di Kyiv. Ecco quali

La seconda, e ultima, giornata della Conferenza dedicata alla rinascita del Paese devastato dalla guerra, porta in dote altre importanti operazioni di supporto e sostegno, rigorosamente battenti bandiera tricolore. Stavolta il fronte è quello del trasporto marittimo. Il viceministro delle Infrastrutture, Edoardo Rixi, ha infatti firmato un memorandum of understanding con Alona Shkrum, viceministro per lo Sviluppo delle comunità e dei territori.

Un’intesa che “segna l’avvio di una cooperazione strategica tra Italia e Ucraina nel settore dei trasporti marittimi e dello sviluppo portuale e pone le basi per una collaborazione di lungo termine finalizzata alla ricostruzione, modernizzazione e infrastrutturazione dei porti ucraini, duramente colpiti dalla guerra”, hanno spiegato dal Ministero per le Infrastrutture. Intesa “che si inserisce in una più ampia visione di supporto alla ripresa dell’economia ucraina, in particolare attraverso il rafforzamento dei corridoi logistici marittimi e terrestri. L’Italia sostiene infatti, oltre alla via marittima del Mar Nero, anche il progetto del Dry Port di Horonda e la connessione con i porti italiani dell’Adriatico e dell’Alto Tirreno”.

Dai porti ai binari. E qui entra in gioco Ferrovie, la quale ha concentrato la propria attenzione sullo sviluppo di collegamenti passeggeri e merci tra Italia e Ucraina per favorire la mobilità, il commercio e la logistica internazionale e trasferimento del know-how tecnico del settore del trasporto e consulenza per lo sviluppo di un’infrastruttura ferroviaria moderna e resiliente. La firma stavolta è quella dell’amministratore delegato e direttore generale di Fs, Stefano Donnarumma e del ceo di Uz, Oleksandr Pertsovskyi. L’obiettivo, non vincolante, è quello di esplorare opportunità di collaborazione nell’arco dei prossimi due anni.

“Per garantire la concreta attuazione delle iniziative”, hanno spiegato da Piazza della Croce Rossa, “sarà istituito un gruppo di lavoro con rappresentanti di entrambe le ferrovie, che si riunirà almeno quattro volte all’anno. In parallelo alla firma del memorandum, il gruppo Fs si impegna a sottoscrivere una lettera di intenti riguardante la fornitura di divise ed equipaggiamento per il personale ferroviario ucraino”.

Gli ambiziosi obiettivi di ricostruzione e rilancio in chiave moderna dell’economia, non potranno infatti prescindere dalla mobilitazione del capitale privato e dal coinvolgimento di istituzioni finanziarie sovranazionali attraverso meccanismo di blended finance: entrambi casi per i quali e’ imprescindibile il ruolo di un grande gruppo internazionale”. E ci sarà, infine, spazio anche per le banche, ovviamente italiane.

“Gli ambiziosi obiettivi di ricostruzione e rilancio in chiave moderna dell’economia, non potranno infatti prescindere dalla mobilitazione del capitale privato e dal coinvolgimento di istituzioni finanziarie sovranazionali attraverso meccanismo di blended finance: entrambi casi per i quali è imprescindibile il ruolo di un grande gruppo internazionale”, ha chiarito Paola Papanicolaou, chief divisione international banks di Intesa Sanpaolo.

Intesa Sanpaolo, ha ricordato Papanicolaou, attraverso la controllata Pravex Bank “è l’unica banca italiana presente e operativa in Ucraina. Io sono qui da un anno, e da quando sono arrivata ho ripreso in mano il progetto Ucraina perché credo fermamente in una ripresa di questa importante regione che sempre di più é in una fase di graduale integrazione con l’Europa. Il mio obiettivo è quello di avviare un piano ambizioso per il rilancio della banca e faremo la nostra parte per la ricostruzione del vostro Paese”.


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