La conferenza di Roma si chiude con due elementi: il piglio sistemico che le firme hanno seguito, a dimostrazione di un approccio ampio al macro tema della ricostruzione, e la notizia del viaggio a Kyiv dell’inviato speciale del presidente americano, Keith Kellogg, dopo la sua partecipazione all’incontro dei volenterosi
Parola d’ordine, accordi di sistema. La seconda giornata della Conferenza sulla Ricostruzione dell’Ucraina a Roma segna un nuovo round di progetti e firme in molteplici ambiti a dimostrazione di una visione a 360 gradi sulla questione ucraina, proprio mentre arriva la notizia che l’inviato speciale del presidente americano, Keith Kellogg, lunedì prossimo si recherà a Kiyv dove resterà una settimana. Di fatto l’annuncio segue la partecipazione di ieri del funzionario americano al formato della Coalizione dei Volenterosi, in linea con quanto sin dall’inizio della creazione del gruppo è stato fortemente auspicato dall’Italia.
Ma è il modus a caratterizzare la giornata conclusiva della conferenza, con tracce specifiche e indirizzi attuativi, come quelli citati dal viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, che ha puntato sul “modo migliore” di ricostruire l’Ucraina, citando l’esempio di Odessa: “Siamo fieri di essere patrocinatori della sua rinascita. Il nostro intervento si concentra su tre assi: il restauro degli edifici storici, per cui abbiamo firmato un accordo da oltre 32 milioni di euro; il rilancio della cultura come fonte d’impiego, con un’intesa da 12 milioni di euro firmata ieri; e la ricostruzione degli spazi urbani danneggiati, dove le università italiane sono già attive”.
A margine della Conferenza Cirielli ha firmato con Ucraina e Emirati Arabi Uniti una Dichiarazione di intenti sulla cooperazione tecnica per il rafforzamento delle capacità istituzionali dell’Ucraina, due Dichiarazioni congiunte con gli Emirati, una sulla cooperazione per il sostegno ai minori colpiti dalla crisi umanitaria in Ucraina e l’altra sul sostegno alle catene agroalimentari strategiche il Africa.
Sempre a margine della Conferenza ha avuto incontri bilaterali con il Vice Ministro degli Esteri dell’Azerbaigian e il Ministro di Stato per gli Affari Esteri del Qatar e con l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi.
Nel mezzo gli altri accordi con protagonisti i grandi gruppi italiani che si sono susseguiti al desco della Nuvola. Come Fincantieri, il cui ad Pierroberto Folgiero ha messo in rilievo il tema della sicurezza marittima come pilastro della nuova normalità, anche in considerazione del fatto che l’Italia sta attenzionando particolarmente l’area di Odessa. Secondo Folgiero la nuova normalità, la sicurezza dei porti e la protezione delle infrastrutture critiche diventeranno un’esigenza primaria. “Per questo che abbiamo sviluppato un progetto concreto partendo dal porto di Odessa, nodo strategico per telecomunicazioni, energia e trasporti. Qui vogliamo testare una nuova generazione di sistemi modulari di protezione marittima, creando una ‘bolla’ di sicurezza di 25 km con tecnologie avanzate – sonar, droni, radar – integrate in un ecosistema attivo e reattivo”.
Un altro accordo significativo è quello raggiunto tra il vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi con Alona Shkrum, vice ministro per lo Sviluppo delle comunità e dei territori sulla cooperazione strategica bilaterale alla voce trasporti marittimi e sviluppo portuale. Come è noto e come ha ribadito il Mit, l’Italia oltre alla via marittima del Mar Nero, sostiene anche il progetto del ‘Dry Port’ di Horonda e la connessione con i porti italiani dell’Adriatico e dell’Alto Tirreno.
Accanto alle firme sui progetti, spazio verrà dato anche alla formazione, una sorta di benzina per quel tessuto sociale e lavorativo che dovrà stimolare la ripresa. Il ruolo delle pmi è stato sottolineato dal Presidente di Cna Costruzioni, Enzo Ponzio, che ha presentato un progetto di collaborazione internazionale per laser scanner 3D in Ucraina con la Chiesa di Santo Salvatore di Berestove del XII secolo e la Chiesa dei Santi Antonio e Teodosio. “Come Cna ribadiamo il pieno supporto alle iniziative che i vari ministeri in primis quello degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale anche con il supporto dell’Agenzia Ice vorranno portare avanti e possiamo svolgere un ruolo attivo nel sostenere la ricostruzione dell’Ucraina, mettendo a disposizione le competenze delle piccole e medie imprese italiane e partecipando a iniziative internazionali per favorire la collaborazione tra i due Paesi”.
Di energia e nuove direttrici di marcia ha parlato Agostino Scornajenchi, amministratore delegato di Snam, in occasione del panel “Business dimension”, mettendo l’accento sulla capacità ucraina di stoccaggio, per cui ora è possibile “cooperare e di scambiarsi esperienze positive: vogliamo ricominciare questa cooperazione”. Passaggio ripreso dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso secondo cui senza materie prime critiche è impossibile sia la transizione che l’autonomia strategica: “L’energia rinnovabile, l’elettronica, l’aerospazio, la difesa, la mobilità sostenibile sono i settori per i quali le materie prime critiche sono assolutamente fondamentali e noi dobbiamo disporne nel nostro Continente per raggiungere l’autonomia e quindi la libertà”.
Energia come fiches della centralità italiana nel Mediterraneo, dunque, come ha ricordato il ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin citando il raccordo tra l’Europa continentale e l’Africa e uno dei punti di approdo delle energie che provengono da sud per trasferirle nella parte continentale: “A partire dal gas ma più avanti ragionando sull’idrogeno o anche sulla rete elettrica, considerate le valutazioni che stiamo facendo a livello di rete elettrica con grandi impianti di rinnovabili a sud del Mediterraneo, in Africa con il Piano Mattei, e quindi trasferimento anche diretto di energia elettrica. Questa è la sfida che noi portiamo avanti”.
Un’alleanza per la resilienza della cultura è nata tra Mykola Tochytskyi, ministro della Cultura e delle Comunicazioni strategiche dell’Ucraina, e Alessandro Giuli, con la firma del Manifesto di Roma sulla creazione di un’iniziativa internazionale, coordinata dall’Ucraina, al fine di proteggere e ripristinare la cultura Ucraina sia durante la guerra che nel dopoguerra. Mentre un memorandum per la ricostruzione del sistema sanitario è stato siglato dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, e dal viceministro Adamanov.