Lanciato dalla startup Moonshot, finanziata anche da Alibaba, il nuovo modello linguistico di grandi dimensioni è open source e a basso costo. La sua architettura multineurale lo rende perfetto per le esigenze delle aziende, sebbene ci siano alcuni aggiustamenti da compiere. Siamo di fronte a un nuovo Deepseek?
La Cina ci riprova. Dopo aver scombussolato il mercato dell’intelligenza artificiale con il lancio di Deepseek, adesso è il turno di un altro chatbot open source a basso costo ma in grado di performare come i rivali statunitensi. Si chiama Kimi K2 ed è la prossima sfida nei confronti di ChatGPT. Lo ha realizzato la startup Moonshot, fondata due anni fa da Yang Zhilin e finanziata anche da Alibaba. Per capire se possa davvero rappresentare una rottura nel mondo tecnologico c’è da attendere, ma le caratteristiche del chatbot sono già piuttosto notevoli.
Anzitutto, Kimi K2 presenta una scrittura di codice informatico per applicazioni, ovvero quello che le aziende cercano per sostituire l’uomo in alcune funzioni. Tutto grazie a una architettura mixture of experts (MoE), basata su un approccio multi-neurale invece che monolitico, il che gli permette di distribuire i vari compiti a ognuna delle sotto-reti specializzate dedicate a un determinato settore. Un modo per ottimizzare le risorse e, allo stesso tempo, ridurre il consumo energetico.
Inoltre, ha dei costi di token molto inferiori rispetto agli altri modelli di linguaggio di grandi dimensioni, il che rende Kimi K2 molto attraente per coloro che hanno un margine di spesa contenuto. Per ogni milioni di token – le più piccole unità di testo generali dal chatbot – in input la tariffa è di 0,15 cent mentre per quelli in output il costo è di 2,30 dollari. Per fare un confronto: GPT-4.1 (OpenAI) chiede 1,80 euro per milione di token in input e 7,30 euro per l’outpu, mentre Claude Opus 4 (Anthropic) costa rispettivamente 13,70 euro e 68,50 euro.
Ci sono ovviamente degli aggiustamenti da compiere. Le carenze che sono state notate durante i test da parte di Moonshot riguardano soprattutto le risposte, alcune delle quali sono del tutto fuori luogo. Le sue prestazioni possono inoltre diminuire nel momento in cui l’uso degli strumenti è abilitato. In generale, però, le prime recensioni lo classificano come una novità estremamente interessante.
Il mese scorso Moonshot aveva già messo sul commercio il motore di ricerca Kimi che, a dire della startup, avrebbe eguagliato Gemini Deep Research di Google e superato la versione di OpenAI. A garantire un livello superiore nell’efficienza è la sua capacità multifunzionale che gli permette di generare risposte non automatiche bensì riflessive e ben argomentate.