Secondo l’Ufficio studi di Assonime, rimettere troppe volte mano a obiettivi e progetti crea incertezza, a discapito del Piano stesso. E la spesa avanza con troppa difficoltà
Il Pnrr avanza e per le grandi aziende italiane, le spa, è tempo di tirare le prime somme. L’Ufficio studi di Assonime ha presentato la sintesi semestrale dello stato di attuazione del Piano. Ebbene, nonostante le risorse Pnrr trasferite all’Italia abbiano ormai raggiunto i 140 miliardi (il 72% del totale), “la spesa avanza con difficoltà: solo il 34% delle risorse è stato utilizzato, con forti disomogeneità tra le missioni. Tale situazione richiede uno sforzo significativo da parte di tutti i soggetti coinvolti”, spiega l’associazione delle spa italiane. “È plausibile che i provvedimenti adottati dal governo nel dicembre scorso per velocizzare il trasferimento delle risorse ai soggetti attuatori abbiano favorito un’accelerazione della spesa, ma tali risultati non sono ancora pienamente rilevabili nei dati disponibili.”
C’è poi il versante più operativo, quello dei progetti. Sul quale “aumentano quelli in fase di esecuzione e diminuiscono i progetti in aggiudicazione, con forti differenze tra le missioni. Particolarmente critica la Missione 2, transizione ecologica, dove l’85% dei progetti è ancora in progettazione. I ritardi non dipendono solo da difficoltà attuative, ma riflettono anche l’elevata complessità del Pnrr”.
E attenzione a non rivedere troppo i piani. “Se da un lato, le ultime revisioni sono state prevalentemente di natura tecnica, le continue revisioni creano un clima di instabilità ed incertezza che compromettono l’attuazione del Piano. A questo proposito, la Commissione europea ha definito i passaggi per la chiusura dei Piani nazionali e le possibilità ancora percorribili per razionalizzarli e rivederli in vista dell’approssimarsi della scadenza del 2026 e far fronte ai ritardi che si stanno accumulando.”
Insomma, bisogna spendere meglio e calibrare le revisioni dei progetti. Ne va della messa a terra dello stesso piano. “Completare le riforme e gli investimenti del Pnrr è fondamentale non solo per l’erogazione delle ultime rate, ma soprattutto per sostenere la crescita del Paese, in un contesto geopolitico segnato da crescenti incertezze. Il Piano costituisce, infatti, una leva cruciale per sostenere la competitività e la modernizzazione del sistema produttivo e amministrativo. Tuttavia, a meno di un anno dalla conclusione, i margini di recupero dei ritardi e inefficienze sono sempre più ristretti.”