Il settimanale francese riconosce alla presidente del Consiglio di essere arbitro della partita europea e confidente di Trump, passando per due elementi rilevanti come il traguardo dei mille giorni a Palazzo Chigi (che ne fa il quinto governo in assoluto più longevo della storia repubblicana italiana) e la novità dei conti in ordine su cui Meloni ha investito idee e risorse
Mille giorni al timone dell’Italia ed è già record. Lo scrive il settimanale francese Valeurs actuelles, fondato nel 1966 da Raymond Bourgine, secondo cui la premier italiana è arbitro della partita di Bruxelles, confidente di Trump, e ha per questo dedicato la nuova copertina a Giorgia Meloni. Scena internazionale e successi in patria sono connessi, si legge, citando tematiche strategiche come immigrazione, debito, disoccupazione, ovvero “i totem della sinistra”.
Il focus speciale sulla premier parte dalla percezione dei sondaggi, che consegnano al pubblico dati precisi su carattere, affidabilità ed empatia. Ma si allarga presto alla postura che Meloni ha avuto, fin da subito, in Europa con gli altri partner. “Ha elettrizzato il pubblico con la sua caratteristica voce roca. Usando in egual misura ironia o finta indignazione, come un professionista esperto, l’italiana più famosa d’Europa ha regalato sorrisi ed entusiasmo al pubblico dei pochi fortunati del mondo delle istituzioni, degli affari e della politica che si erano riuniti in questo caldo pomeriggio di inizio estate sotto il tetto dorato di Palazzo Brancaccio, una delle ultime follie architettoniche di Roma, costruita in un quartiere chic della capitale all’inizio del XX secolo da un principe napoletano per la sua moglie americana”. Il riferimento è alla festa de la Verità, quando ha difeso i parlamentari che avevano appena approvato la sua legge sulla sicurezza.
Le sue parole in quella serata non sono passate inosservate ai taccuini francesi: “Siamo accusati di violare le libertà? Beh, sì, lo accetto se si tratta della libertà dei ladri di derubare i nostri connazionali in metropolitana!”. Persino le guardie del corpo hanno distolto lo sguardo dalla sala per fissare il “capo” che stava dando spettacolo, scrive Valeurs actuelles che tocca anche i capisaldi di politiche passate, come il reddito di cittadinanza per fare un paragone con i partiti all’opposizione come il Movimento 5 Stelle. Il Rdc ad esempio è stato sostituito dall’assegno di inclusione. Inoltre il “superbonus” è stato definito com il sussidio del 110% per i lavori di ristrutturazione energetica, di cui hanno beneficiato principalmente i ricchi proprietari di seconde case e che è costato allo Stato la bellezza di 170 miliardi di euro tra il 2021 e il 2023.
Passaggio che si lega all’analisi che il settimanale francese dedica ai conti italiani, la vera novità politica: ovvero come il governo, tagliando ingenti spese, “è riuscito nonostante la mancanza di crescita, a migliorare significativamente le finanze pubbliche, che sono comunque gravate da un debito abissale (135% del Pil). Dall’8% nel 2022, il deficit delle partite correnti è sceso al 3,4% nel 2024. A dimostrazione della ritrovata fiducia degli investitori, i capitali stanno tornando alla Borsa di Milano, la capitale delle imprese. I rendimenti dei titoli di Stato italiani a 10 anni si stanno avvicinando ai tassi francesi. Escludendo gli interessi sul debito, Roma sta addirittura generando un surplus di bilancio”.
Le voci di Del Vigo, Cerno, Castellani e Filini raccontano i passaggi di questo trend. Ovvero come “Meloni ha – secondo il direttore del Tempo – dimostrato la sua coerenza nell’azione e la sua capacità di realizzare più di cento riforme nonostante i suoi limitati margini di manovra”. È stato proprio per “coerenza”, sostiene il deputato Francesco Filini, coordinatore del centro studi Fratelli d’Italia, che, durante il suo periodo di isolamento tra la fine dell’era Berlusconi nel 2011 e la sua vittoria elettorale, Giorgia Meloni si è rifiutata di governare con la sinistra. “Abbiamo approfittato di questo periodo per mettere a punto chiari cavalli di battaglia: la ripresa economica, il ritorno della sicurezza, una politica estera autonoma. Gradualmente, ci siamo ritagliati una chiara identità politica”.
Infine la voce dell’economista Cesare Pozzi secondo cui Meloni è “intelligente, laboriosa, analitica ed empatica, si è perfettamente inserita nel ruolo di presidente del Consiglio. Inoltre, al servizio del bene comune, cosa eccezionale in questo mondo, questo le conferisce un chiaro vantaggio. Ma non sarà facile mantenerlo nel tempo. L’Italia è un piccolo Paese europeo senza molto margine di manovra”.