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I treni delle Ferrovie voleranno su aerei Alitalia. L’idea di Moretti

Un’idea bizzarra? Ecco il piano di Mauro Moretti per unire i treni agli aerei, magari con una nuova ri-nazionalizzazione di Alitalia. Il numero uno delle Ferrovie dello Stato sta immaginando in queste settimane di affiancare idealmente i destini di treni e aerei italiani, scenario che sarà al centro di un vertice oggi a Palazzo Chigi. Al contempo il tavolo con Alitalia farà luce su prospettive strategie, ma la notizia è la disponibilità di Fs a salvare l’ex compagnia aerea di bandiera in virtù di una serie di sinergie che sull’operazione convoglierebbero.

La strategia
Il punto di contatto comune tra Alitalia e Fs verterebbe attorno a reti di vendita, biglietti, uffici oltre che sulla complementarità delle tratte nazionali, ha messo in rilievo il quotidiano la Stampa di Torino. Un passaggio su cui sarebbe investito di uno spazio niente affatto marginale anche il colosso Atlantia-Adr, che si occupa di infrastrutture aeroportuali come lo scalo di Roma e di autostrade, già presente in Alitalia con l’8,9% appannaggio del gruppo Benetton.

La ricapitalizzazione sarebbe da 100 milioni di euro (oltre a 55 milioni del bond convertibile) e dovrebbe essere decisa in occasione dell’assemblea convocata tra sette giorni. Un panorama su cui la presenza di Moretti garantirebbe un investimento significativo, potendo contare sui numeri incoraggianti di Fs, che per il primo semestre del 2013 parla di utili da 278 milioni di euro, con l’obiettivo ampiamente alla portata di circa mezzo miliardo di profitti entro dicembre.

Le richieste di Moretti
In primis l’indipendenza e la libertà di azione di cui ha goduto in Fs alla voce spending review e ristrutturazioni industriali. Una direzione con pieni poteri che fino ad oggi gli ha consentito di ottenere i risultati sopra citati. In questo modo ci sarebbero sì ampie chanches di conservare l’hub romano di Fiumicino, ma con possibili frizioni all’interno del governo. In molti sarebbero già pronti a ribattezzare questa ambiziosa svolta come una sorta di ri-nazionalizzazione di Alitalia, a un lustro dal fallimento della gestione pubblica, a seguito della quale il governo optò per la cordata di privati.

La posizione di Letta
Il premier ritiene che Alitalia non possa “stare da sola, deve essere integrata dentro una grande alleanza internazionale, se non vuole finire come il vaso di coccio tra i vasi di ferro del resto d’Europa”. E individua nell’operazione condotta nel 2008 l’inizio dei mali, per la compagnia e per il paese. Per cui osserva che “oggi paghiamo le scelte di allora” e “ormai in Europa ci sono solo tre compagnie, frutto di grandi alleanze”. Il riferimento è a British Airways e Iberia, Air France e Klm, Lufthansa e Sas.

L’opinione di Mancuso

Intanto dalle colonne del Messaggero il vicepresidente di Alitalia, Salvatore Mancuso chiude ai francesi: “Air France il futuro d’Alitalia? Non credo. Noi abbiamo commesso errori, loro molti di più”. Il manager che attraverso la sua Equinox possiede il 3,8% del capitale Alitalia, fornisce i numeri: l’apporto degli azionisti privati da oltre 1 miliardo, e dato che in origine le persone occupate in Alitalia e Air One erano 21.700 “la nostra operazione ha consentito di salvaguardare 15.000 posti di lavoro, quasi il doppio di quanto proponevano i francesi”. Sul fatto che i 5 mila dipendenti hanno beneficiato della cassa integrazione straordinaria, (che comunque ci sarebbe stata anche con i francesi) sottolinea che di questi, 1.200 sono stati riassorbiti e 1.400 sono stati stabilizzati con contratti a tempo indeterminato. “In conclusione, oggi il 92% dei dipendenti Alitalia è a tempo indeterminato e grazie a noi 51.000 famiglie, tra dipendenti diretti e indotto, hanno lavoro stabile”. E si “appunta”sul petto la medaglia del rapporto con lo Stato italiano, dal momento che “abbiamo sollevato il Tesoro dal gravame di perdite (in trent’anni più di 5 miliardi nonostante il greggio costasse pochi dollari) che ogni anno produceva la vecchia Alitalia”. Infine sponsorizza Etihad come partner ideale per Alitalia, in quanto darebbe ad Alitalia qualche chance in più: vorrebbe “una mutua alimentazione dei rispettivi hub attraverso la canalizzazione su Roma dei flussi provenienti dal Sud Est asiatico”. E in questo contesto avrebbe interesse, al contrario di Air France, allo sviluppo dell’aeroporto di Roma.

twitter@FDepalo


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