Skip to main content

Sussidiarietà, insieme oltre le divisioni

Non è facile spiegare ciò che può essere definito come politicamente “moderato”. Normalmente lo si fa elencando ciò che non lo è. Personalmente, ad esempio, non ritengo affatto moderato un modo di far politica che, incurante del bene comune, trasforma l´avversario in un nemico da abbattere ad ogni costo. Non considero moderata una giustizia che, invece di porsi al servizio della persona, diventa un’arma di lotta politica. Non considero moderata la cultura del “no” ad ogni costo che impedisce la costruzione di opere fondamentali per il bene del Paese. Non considero moderato il tentativo di trasformare qualsiasi desiderio in un diritto, soprattutto quando questo processo lede la dignità della vita umana. E potrei continuare a lungo.
 
Moderato è quindi ciò che pone un limite all´estremizzazione, in qualsiasi forma essa si manifesti. La domanda diventa quindi: come è possibile fissare questo limite, questa misura? La politica, si sa, è fatta di tentativi più o meno perfetti. Un partito è per sua natura, lo dice il nome stesso, espressione di una parte. Normale quindi che ci siano diversi partiti che, a torto o ragione, cerchino di legittimarsi come rappresentativi dei moderati. Ciò nonostante credo anche che queste diverse sfumature di moderatismo abbiano una matrice comune. E lo dimostra il consenso bipartisan registrato da alcune battaglie in questi anni.
 
Esistono infatti dei “valori non negoziabili” che non possono essere cancellati dal dibattito pubblico e attorno ai quali deve necessariamente gravitare qualsiasi “iniziativa moderata”. Il Pdl li ha elencati nell´articolo 1 del proprio statuto quando ha ricordato che “il Popolo della Libertà è un movimento di donne e uomini che credono nella libertà e vogliono rimanere liberi, e si riconoscono nei valori del Partito dei popoli europei: la dignità della persona, le centralità della famiglia, la libertà e la responsabilità, l’uguaglianza, la giustizia, la legalità, la solidarietà e la sussidiarietà. Il Popolo della Libertà è nato dalla libertà, nella libertà e per la libertà, perché l’Italia, nel rispetto delle sue tradizioni di civiltà e di unità nazionale, sia sempre più moderna, libera, giusta, prospera, autenticamente solidale”.
Non è un caso dunque che attorno a questa piattaforma si siano ritrovati, fin dalla nascita di Forza Italia, esponenti della tradizione cattolica, liberale, laico socialista e di una destra moderna. Lo stesso incontro di culture che è all´origine della nostra Carta Costituzionale e che ha segnato gran parte dei 150 anni della nostra storia nazionale.
 
Da cattolico non posso che aderire a questo progetto. Essere moderati significa quindi, nel rispetto di questi valori, elaborare proposte efficaci ai bisogni dei cittadini. Avere a cuore il bene comune più del proprio interesse personale. Non a caso un grande Papa come Paolo VI definiva la politica come la forma più alta della carità. Il problema non è quindi quello di far nascere un nuovo partito dei moderati, né di lavorare per una nuova stagione di unità dei cattolici.
Nemmeno il consolidamento del Pdl, infatti, passa attraverso una semplice spinta organizzativa. Non possiamo chiedere ai cittadini di aderire ad una (seppur ben congeniata) struttura. Ciò che ci può consentire di rilanciare il Pdl e di recuperare il terreno perduto (non dobbiamo nasconderci dietro letture giustificazioniste di ciò che è avvenuto a Milano) è anzitutto una ripresa degli ideali e dei principi che fanno del nostro partito una grande forza politica. Per questo penso che il 1° luglio del 2011 abbia segnato una tappa fondamentale nel nostro cammino. La nomina di Angelino Alfano a segretario nazionale non è stata una manovra di restauro e neppure di facciata.
 
Il dialogo è possibile solamente nella misura in cui ciascuno abbia ben chiari e radicati i propri ideali e la propria appartenenza. Per questo motivo non ho mai trovato ambiguo un ambito che è entrato a pieno titolo nella storia del nostro Parlamento. Assieme ad una decina di colleghi di maggioranza e opposizione (tra questi Enrico Letta e Angelino Alfano) ho costituito nel 2003 un intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà, certo del fatto che in un momento come quello (oggi non sono certo venute meno le ragioni), di difficoltà di dialogo e di necessità di rilanciare lo sviluppo del Paese, la sussidiarietà poteva rappresentare una chiave di volta.
Assieme a me oltre 320 parlamentari (tra deputati e senatori) sono oggi impegnati in “battaglie politiche” in favore della famiglia, dal sostegno alla natalità sino alle formule che favoriscano la conciliazione lavoro-famiglia. Così come, per l’approvazione di una importantissima legge, quella conosciuta come “statuto delle imprese”, promossa dal collega Raffaello Vignali e approvata alla Camera nei mesi scorsi. Insomma, è possibile il lavoro di moderati anche senza che vi sia un partito di moderati. Moderato è infatti un aggettivo ed ha bisogno di un sostantivo che gli dia corpo. Il sostantivo non può che essere un uomo impegnato fino in fondo con ideali e progetti finalizzati al bene comune.
 
Voglio spendere qualche ultima battuta sulla circostanza difficile che stiamo passando. Celebrare la ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d´Italia in un momento di crisi e di sempre più diffusa mancanza di fiducia non può che richiamare chi fa politica a una grande responsabilità. Quella di liberare risorse (anche ma non solo economiche) perché ciascuno possa esprimersi, ciascuno possa essere libero di costruire.
La semplificazione, la riorganizzazione dell’impianto fiscale che affronteremo nei prossimi mesi, una applicazione del federalismo fiscale all’insegna della sussidiarietà orizzontale devono essere strumenti perché ciascuno possa accettare e affrontare con fiducia la sfida che ci aspetta. Quella del rilancio dell’economia, quella del recupero della fiducia sul futuro. Il nostro Paese ha già dimostrato di essere capace di rialzarsi, di costruire pur in assenza di risorse. La mia, la nostra responsabilità, sarà proprio quella di preservare e favorire spazi di libertà e di costruzione nel nostro Paese.


×

Iscriviti alla newsletter