Il Meeting di Rimini, giunto alla sua 46ª edizione, torna a essere il crocevia del confronto politico nazionale e internazionale. Dal 22 al 27 agosto, alla Fiera di Rimini, sfileranno i principali protagonisti della vita istituzionale italiana, ma anche figure di primo piano dell’Europa e del mondo ecclesiale. Tra gli ospiti anche Meloni, Salvini, Tajani, tanti ministri, l’ex premier Draghi, il cardinale Zuppi e Daria Perrotta. Tutto il programma
Il Meeting di Rimini, giunto alla sua 46ª edizione, torna a essere il crocevia privilegiato del confronto politico nazionale e internazionale. Dal 22 al 27 agosto, alla Fiera di Rimini, sfileranno i principali protagonisti della vita istituzionale italiana, ma anche figure di primo piano dell’Europa e del mondo ecclesiale.
Il titolo scelto quest’anno, “Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi”, tratto da T.S. Eliot, fa da cornice a un appuntamento che unisce cultura, testimonianze e spettacoli, ma che, come da tradizione, rappresenta soprattutto un osservatorio privilegiato della politica.
Il parterre è di quelli che non passano inosservati. Invitata la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che chiuderà l’evento il 27 agosto, mentre i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini hanno già confermato la loro partecipazione come relatori.
A Rimini saranno presenti anche numerosi ministri, tra cui Giancarlo Giorgetti, Francesco Lollobrigida, Matteo Piantedosi, Andrea Abodi, Gilberto Pichetto Fratin, Orazio Schillaci e Giuseppe Valditara.
Una presenza corale che dà la misura del peso politico assunto dal Meeting, capace di richiamare esponenti di governo e opposizione, tecnici e figure istituzionali.
Grande attesa circonda il ritorno di Mario Draghi. L’ex presidente della Banca Centrale Europea e già premier interverrà il 22 agosto, nella sua quarta partecipazione alla kermesse, pochi mesi dopo aver presentato il “Draghi Report” sulla competitività europea, un documento destinato a incidere sugli equilibri economici del continente.
Il 26 agosto sarà invece il turno di Enrico Letta, oggi decano della IE School of Politics di Madrid e presidente dell’Istituto Jacques Delors, autore del rapporto “Much More Than a Market” sul futuro del Mercato unico europeo.
Draghi e Letta, due figure simbolo della politica e delle istituzioni comunitarie, si ritroveranno così sullo stesso palcoscenico, a conferma della proiezione europea del Meeting.
Non solo Italia, dunque. La dimensione internazionale sarà assicurata dalla presenza della presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola e del vicepresidente esecutivo della Commissione Raffaele Fitto, oltre a numerosi eurodeputati e presidenti di gruppi parlamentari.
A livello istituzionale italiano spiccano anche il vicepresidente della Corte Costituzionale Luca Antonini, il presidente dell’Istat Francesco Maria Chelli e il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga.
Tra le novità, la prima volta a Rimini di Daria Perrotta, ragioniera generale dello Stato, segno di un’attenzione crescente ai dossier economici e finanziari.
Il Meeting, che conserva l’ingresso gratuito e attende migliaia di visitatori, non è solo passerella politica. L’apertura, il 22 agosto a mezzogiorno, sarà affidata a una testimonianza dal Medio Oriente: madri israeliane e palestinesi racconteranno il loro percorso di riconciliazione nato dal dolore della perdita dei figli in guerra. Un segno forte, che richiama la necessità di costruire “mattoni nuovi” nei deserti delle divisioni e dei conflitti.
Sul piano ecclesiale, è atteso il patriarca ecumenico Bartolomeo di Costantinopoli, guida del mondo ortodosso, che parteciperà all’evento sui 1700 anni dal Concilio di Nicea.
Al Meeting interverranno anche il presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi, e i presidenti di importanti movimenti ecclesiali, come Margaret Karram dei Focolari e Davide Prosperi di Comunione e Liberazione.
Il quadro, nel complesso, restituisce l’immagine di un evento che negli anni ha saputo trasformarsi da semplice appuntamento culturale a vero e proprio “termometro” della politica nazionale ed europea.
A Rimini si discuterà di Europa, di competitività, di mercato unico, ma anche di coesione sociale, disabilità, educazione e lavoro. E lo si farà con un metodo peculiare: quello di un confronto aperto e diretto, che mette sullo stesso palco leader politici, studiosi, uomini di Chiesa e testimoni della società civile.
Il Meeting 2025 si presenta quindi come un’arena in cui la politica italiana misura se stessa, osservata da un pubblico che, tradizionalmente, anticipa temi e orientamenti del dibattito nazionale. Tra testimonianze di pace e grandi dossier internazionali, Rimini torna a essere il luogo dove la politica non si limita a dichiarare, ma prova a ragionare. E forse, a costruire davvero, “con mattoni nuovi”.