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Senza nucleare non c’é né futuro, né sicurezza. La sfida energetica del governo

Dal Meeting di Comunione e Liberazione in Romagna il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin invita ancora una volta a fare i conti con la realtà. La domanda di elettricità aumenterà in modo esponenziale e tutte le pale eoliche e i pannelli fotovoltaici del mondo, unitamente al gas, non basteranno. Per questo sull’atomo occorre procedere spediti

La strada è ancora lunga. Ma per il governo italiano non è tempo di ripensamenti. Sulla rincorsa dell’Italia al nucleare, la tabella di marcia di Palazzo Chigi è piuttosto serrata. La prova? Sta tutta nelle parole del ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, l’uomo che ha in mano le chiavi della svolta energetica italiana, unitamente al responsabile delle Imprese, Adolfo Urso. Il disegno di legge delega chiamato a dare la cornice normativa al rilancio del nucleare, è atteso in Parlamento a inizio autunno, dopo l’approvazione, lo scorso febbraio, del Consiglio dei ministri.

Ed è dal Meeting di Rimini che è partito un nuovo squillo di tromba, per mano dello stesso Pichetto Fratin, invitato al tradizionale appuntamento di fine estate di Comunione e Liberazione. “Il nuovo quadro giuridico per il nucleare italiano dovrebbe essere completato per la fine del 2026 o l’inizio del 2027 dopo l’approvazione parlamentare del disegno di legge delega. Il quale ha avuto il parere positivo della Conferenza unificata a fine luglio. Dopo la pausa estiva approderà in Parlamento per cominciare il suo iter”.

Il ministro, tra i maggiori sostenitori di un ritorno al nucleare in Italia, è partito da un presupposto: l’aumento del fabbisogno di energia nei prossimi anni. Perché, questo il punto chiarito dal palco di Rimini, se i consumi elettrici dovessero aumentare, le sole rinnovabili e il gas importato dall’Africa, grazie alla tela del Piano Mattei e in sostituzione del metano russo, non basteranno. Nemmeno in costanza di massicce importazioni, come già sta accadendo, di robuste quote di Gnl dagli Stati Uniti. E i consumi, per stessa ammissione di Pichetto Fratin aumenteranno, con la ragionevole prospettiva che il riassetto energetico italiano (meno Russia, più Africa e Usa e spinta alle rinnovabili, possa non bastare).

“Dobbiamo necessariamente ragionare sul nucleare di nuova generazione: non possiamo pensare di soddisfare la crescente domanda di elettricità solo tappezzando il Bel Paese di impianti fotovoltaici ed eolici, che hanno anche una caratteristica di intermittenza non facilmente risolvibile coi soli accumuli. Attualmente i consumi annui di elettricità nel nostro Paese si attestano a poco più di 300 TWh ma gli esperti nei prossimi 15-20 anni si attendono un sostanziale raddoppio di tali consumi”.

Tradotto, la realtà oggi racconta una sua verità. “E cioè”, ha chiarito il ministro, “che serve più energia, ci sono i data center, c’è l’Intelligenza Artificiale, insomma, un’esplosione di domanda che dovremo in qualche modo affrontare. E non possiamo pensare di importare elettricità dalla Francia (che la produce proprio grazie all’atomo, ndr) o gas da altri Paesi. Dunque la domanda è: come diamo alle generazioni future energia pulita?” La risposta non si è fatta attendere. “Il futuro è il nucleare, ma non inteso come sostituzione delle altre fonti, bensì come inserito in un giusto mix. Questa è la soluzione, non possiamo vivere di solo fotovoltaico o di pale eoliche”.


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