Il Dragone punta a triplicare la produzione di chip per l’Intelligenza Artificiale nel 2026, nel contesto della competizione tecnologica con gli Stati Uniti. Tre nuovi impianti, legati ai processori AI di Huawei entreranno in funzione tra fine 2025 e il prossimo anno
Niente da fare, i dazi non bastano. Almeno sul terreno dell’Intelligenza Artificiale. L’agenda dell’innovazione cinese non cambia e non si ferma. Sembra dire un po’ questo, il piano di Pechino, in fatto di semiconduttori. Perché se gli Stati Uniti continuano a premere sul pedale degli stop, con l’obiettivo di fermare la corsa cinese all’Intelligenza Artificiale, la risposta suona in modo diverso.
La prova? Sta nel fatto che il Dragone punta a triplicare la produzione di chip per l’Intelligenza Artificiale nel 2026, nel contesto della competizione tecnologica con gli Stati Uniti. Tre nuovi impianti, legati ai processori AI di Huawei entreranno in funzione tra fine 2025 e il prossimo anno, anche se non è chiaro chi ne detenga la proprietà. Insomma, un’accelerazione senza precedenti nella produzione di chip per l’Intelligenza Artificiale.
Parallelamente, racconta il Financial Times, diverse aziende cinesi stanno sviluppando chip compatibili con lo standard promosso da DeepSeek, principale start-up AI del Paese. La capacità produttiva complessiva di questi nuovi stabilimenti potrebbe dunque superare quella attuale della Smic, il maggiore produttore cinese di semiconduttori, che a sua volta prevede di raddoppiare la capacità sui chip a 7 nanometri.
Huawei rimane il cliente principale di Smic, ma l’espansione permetterà anche ad altri designer di chip cinesi, come Cambricon, MetaX e Biren, di accedere a maggiori risorse, approfittando del vuoto lasciato da Nvidia dopo le restrizioni statunitensi all’export. Pechino sta sostenendo con forza lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, sia a livello politico sia finanziario. Il Consiglio di Stato cinese ha d’altronde chiesto di accelerare ricerca, implementazione e commercializzazione delle tecnologie AI.
Cambricon, per esempio, ha ricevuto l’approvazione per raccogliere circa 600 milioni di dollari, mentre altri quattro produttori di chip, tra cui Biren e MetaX, puntano a quotarsi entro fine anno dopo aver raccolto complessivamente circa 3 miliardi di dollari. L’iniziativa mira a creare un ecosistema integrato di hardware e software in grado di sfidare il primato globale di Nvidia, obiettivo condiviso dal fondatore di DeepSeek, Liang Wenfeng. I semiconduttori sono al centro delle tensioni commerciali tra Pechino e Washington. Gli Stati Uniti hanno limitato l’accesso ai migliori processori d Intelligenza Artificiale prodotti dal leader mondiale Nvidia, nel tentativo di frenare gli sforzi cinesi nello sviluppo dell’intelligenza artificiale.