Skip to main content

Dalle mosse di Cdp all’interesse di Tokyo. Il punto sul Piano Mattei

Dal rafforzamento di Cdp in Kenya e Costa d’Avorio all’interesse giapponese, il Piano Mattei continua ad aumentare di densità. In un momento in cui la competizione per il futuro dell’Africa coinvolge Stati Uniti, Cina, Russia, Turchia e monarchie del Golfo, l’Italia cerca dunque di presentarsi come attore credibile, capace di tessere partenariati multilaterali senza rinunciare a una visione autonoma

L’annuncio di nuove sedi della Cassa Depositi e Prestiti a Nairobi e Abidjan, accanto a quelle già operative in Egitto e Marocco, segna un passaggio significativo per la messa a terra del Piano Mattei. L’istituzione finanziaria guidata da Dario Scannapieco, che ha già mobilitato 930 milioni di euro per iniziative di cooperazione e sviluppo, punta così a rafforzare il radicamento oltre il Mediterraneo, fornendo strumenti finanziari e operativi per accelerare progetti in campo infrastrutturale, energetico e climatico.

La scelta non è solo operativa ma politica: conferma la centralità che l’Italia intende assumere nella ridefinizione delle relazioni con l’Africa, con un approccio che la premier Giorgia Meloni ha definito “di qualità” e basato sulla valorizzazione del capitale umano. E soprattutto dimostra come il Piano Mattei stia guadagnando rilevanza al di fuori dell’arena euro-africana.

Un segnale in questa direzione è arrivato da Tokyo, dove l’Italia è stata invitata per la prima volta a prendere parte alla nona edizione del vertice Ticad (Tokyo International Conference on African Development), di solito riservato soltanto a rappresentanti giapponesi e africani. A guidare la delegazione, l’ambasciatore d’Italia in Giappone Gianluigi Benedetti, insieme all’Inviato speciale della Farnesina per il Piano Mattei, Massimo Riccardo, e a rappresentanti di Cdp e dell’Undp.

Nel panel dedicato, è stata illustrata la filosofia del Piano, il suo stato di avanzamento e gli strumenti finanziari che lo sorreggono. Fonti diplomatiche giapponesi racconta a Formiche.net come durante l’evento sia stata dedicata particolare attenzione alle visioni portate dall’Italia.

Palazzo Chigi fa sapere che “in stretto raccordo con la Struttura di Missione del Piano Mattei di Palazzo Chigi, sono state poste le basi per l’avvio, assieme al Giappone, di possibili collaborazioni paritarie con l’Africa, che saranno oggetto di approfondimenti nei prossimi mesi”.

È questo l’aspetto più rilevante: il confronto ha posto le basi per una possibile cooperazione congiunta Tokyo-Roma nell’ambiente terzo africano. Attività che è in linea con il partenariato strategico bilaterale lanciato nel 2023 e nell’ottica dell’ampia collaborazione prevista dal Piano. Una prospettiva che testimonia come Roma non stia agendo in solitaria, ma si candidi a costruire alleanze parallele e paritarie con attori globali interessati al continente africano.

Il fatto che il Giappone abbia voluto accendere un riflettore sul Piano Mattei è significativo: conferma che l’iniziativa italiana viene percepita come un modello potenzialmente replicabile, o almeno integrabile, all’interno di una più ampia cornice di cooperazione internazionale.


×

Iscriviti alla newsletter