Il presidente ucraino riconosce l’azione del governo italiano, “Giorgia Meloni e il suo team hanno un ruolo fondamentale”, sostiene facendo un bilancio del vertice parigino. Nel frattempo iniziano a circolare le prime ipotesi pratiche sul campo, come quella diffusa da Nbc News secondo cui Washington potrebbe guidare il monitoraggio di una zona cuscinetto demilitarizzata in Ucraina
“Giorgia Meloni e il suo team hanno un ruolo fondamentale”. Sono trascorse 24 ore dall’incontro dei volenterosi e Volodymyr Zelensky lo dice chiaramente facendo un bilancio del vertice parigino. Roma sta utilizzando le proprie energie per offrire strategia e tattica al dossier Ucraina, lo dimostra la proposta relativa al meccanismo difensivo di sicurezza collettiva ispirato all’articolo 5 del Trattato di Washington, “quale elemento qualificante della componente politica delle garanzie di sicurezza”. Un passaggio che ha riscontrato anche il gradimento della Germania, per questa ragione Emmanuel Macron ha precisato che “questa forza non ha alcuna intenzione o obiettivo di scatenare una guerra contro la Russia”.
I 26 alleati di Kyiv si sono “impegnati” a partecipare a una “forza di rassicurazione” qualora si concretizzasse il cessate il fuoco russo-ucraino, con la prospettiva di incassare il supporto americano. Di contro Donald Trump ha chiesto all’Europa di non acquistare petrolio russo, elemento che si intreccia con tutti gli altri pezzi del puzzle relativo all’accordo. Tra cui il coordinamento euro-americano. In questo senso Zelensky ha sottolineato che il Presidente americano si aspetta “un’Europa più forte, con un migliore coordinamento tra Europa e Stati Uniti, ma è molto deluso da alcuni Paesi europei, in particolare Ungheria e Slovacchia, perché continuare ad acquistare petrolio russo”.
Un coordinamento che, come spiegato dal presidente del consiglio europeo Antonio Costa, deve poggiarsi sull’asse Usa-Ua. “Se vogliamo aumentare poi la pressione su Putin affinché accetti di vedere Zelensky dobbiamo coordinare i nostri sforzi. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen sta per inviare un team a Washington per coordinare le sanzioni”. Sarà fondamentale inoltre disegnare il perimetro di questo tutoraggio, al fine di dare concretezza alle tre fasi post cessate il fuoco, ovvero energia, ricostruzione e istruzione.
La novità si ritrova nella cosiddetta moneta di scambio: dazi contro chi aiuta la Russia e uso degli asset russi congelati. Zelensky sostiene che è giusto che questi beni diventino “parte del prezzo che la Russia deve pagare per la sua aggressione, uno strumento di protezione e ricostruzione a lungo termine”.
In questo senso si inseriscono le prime ipotesi pratiche che stanno circolando da giorni, come quella diffusa da Nbc News secondo cui Washington potrebbe guidare il monitoraggio di una zona cuscinetto demilitarizzata in Ucraina, prevista come parte di un eventuale accordo di pace con la Russia, così evitando il coinvolgimento diretto della Nato. L’operazione avverrebbe con l’uso di droni, satelliti e capacità di intelligence e del pattugliamento potrebbero occuparsi Paesi non membri della Nato, come Arabia Saudita o Bangladesh, senza dimenticare il ruolo della Turchia che si dedicherebbe a supervisionare i movimenti nel Mar Nero, assicurando il passaggio delle merci.
Il tutto mentre il numero uno del Cremlino avverte l’Occidente: “Qualsiasi truppa schierata in Ucraina sarebbe un obiettivo legittimo per noi”. Zelensky? “Non vuole la pace – aggiunge – nessuno si fida di lui”.