L’ottavo incontro del numero uno della Farnesina con la controparte turca, (l’ultimo era stato ad Antalya a margine del Vertice Nato di maggio) dimostra una volta di più la progettualità del governo italiano in una macro area strategica, come quella a cavallo tra il quadrante euromediterraneo e quello mediorientale. Difesa, energia e sicurezza i temi comuni di cooperazione
Pilastri di stabilità e sicurezza nel mare nostrum. Italia e Turchia proseguono nel rafforzamento delle relazioni, come dimostra l’ottavo incontro tra i ministri degli esteri Antonio Tajani e Hakan Fidan. Una partnership, quella che corre lungo l’asse Tevere-Bosforo, che si presenta multiforme in virtù di un accordo sulla sicurezza e sull’immigrazione, uno sulla cooperazione alla voce difesa, oltre ad una serie di propositi sull’interscambio e sulle intezioni politihe circa i maggiori dossier di politica estera come Gaza, Polonia, Ucraina, Libia, senza dimenticare la collaborazione industriale. Un asse, quello italoturco, che può rivelarsi molto utile in chiave Ue.
Partner strategico
Quando Tajani ribadisce che “la Turchia per l’Italia è un partner strategico, come dimostrato dal successo del vertice scorso di aprile”, dà la cifra della tipologia di relazione che Giorgia Meloni ha deciso di instaurare con il governo di Recep Tayyip Erdogan: pragmatismo, accordi, progettazioni. “L’interscambio tra i nostri due Paesi ha raggiunto un volume di affare di 32 miliardi, vogliamo superare i 40. Siamo molto soddisfatti specialmente degli investimenti fatti sulla Difesa”, ha ribattuto Fidan, a dimostrazione di un piglio concreto. La cooperazione nell’ambito della difesa, come è noto, si ritrova nella collaborazione sui droni con Leonardo, anche alla luce dei risultati incoraggianti raggiunti da Baykar dopo l’acquisizione di Piaggio Aerospace.
Quale immigrazione?
Nell’occasione è stato siglato un accordo di cooperazione per rafforzare l’impegno dei due paesi contro l’immigrazione irregolare. “Nel giro di due settimane inizierà la fase operativa”, ha precisato Tajani, sottolineando che l’accordo “sarà molto importante nel Mediterraneo e in Libia in particolare, è un’azione concreta del governo anche nella lotta contro le sostanze stupefacenti e al terrorismo”. Con la firma di oggi, Italia e Turchia concordano di rafforzare la collaborazione contro tutte le forme di criminalità organizzata e smantellare le reti di trafficanti nel Mediterraneo, attraverso: una tempestiva gestione delle richieste di espulsione, estradizione e congelamento di beni e l’interdizione di ogni attività di finanziamento e reclutamento da parte di enti e soggetti coinvolti nelle attività criminali; una potenziata collaborazione tra forze di polizia e un migliorato scambio di informazioni tra le rispettive Guardie Costiere (inclusa, per l’Italia, la Guardia di Finanza) per prevenire e contrastare le partenze irregolari; un più stretto raccordo per rafforzare il fianco sud della Nato.
Giorgia Meloni sul punto ha incontrato poco più di un mese fa il Presidente Erdogan e il libico Dbeibah per mettere a punto una serie di linee di azione per combattere le reti criminali internazionali e il favoreggiamento all’immigrazione irregolare e lo scorso 6 agosto si è tenuta a Roma una riunione bilaterale tra il ministro Piantedosi e l’omologo turco Yerlikaya.
L’interscambio
L’interscambio in soli 4 anni è raddoppiato passando da 15 miliardi di euro nel 2020 a quasi 30 miliardi fatti registrare lo scorso anno, facendo segnare anche un +15,2% rispetto al 2023). Anche l’export presenta buone performances, passando da 7,7 miliardi del 2020 ai 17,6 miliardi del 2024. Inoltre la Turchia è inclusa tra i Paesi prioritari del Piano d’Azione per l’export italiano verso i mercati extra europei ad alto potenziale. Infine Saipem si è aggiudicata un nuovo contratto offshore di 1,5 miliardi di dollari da Turkish Petroleum OTC per la terza fase del progetto di sviluppo del campo gas di Sakarya (il più grande campo di gas naturale offshore scoperto in Turchia).
Le strategie internazionali
Sull’Ucraina Tajani ha sottolineato il ruolo di Ankara per il dialogo: “Ho ribadito la proposta italiana di garantire la sicurezza ucraina sul modello dell’articolo 5 della Nato. Abbiamo discusso di un’idea di sminamento marittimo, in questa settore noi abbiamo una grande esperienza”, ha aggiunto il titolare della Farnesina. Ankara mantiene un ruolo chiave sulla sicurezza della navigazione nel Mar Nero.
Su Gaza, come è noto, la Turchia ha una posizione di condanna verso Israele, con cui le relazioni bilaterali attraversano una fase particolarmente difficile. La Turchia, come l’Italia, condanna la prospettiva di un trasferimento forzato di civili verso Paesi terzi (esprimendo sostegno a Egitto e Giordania) e ha aderito al Piano arabo-islamico per Gaza, sostenuto anche dall’Italia. Sia la Turchia che l’Italia hanno profuso notevoli sforzi in materia di evacuazioni sanitarie.
Sulla Libia la linea italiana precisata da Tajani è che torni la stabilità, tramite la fine degli scontri al fine di arrivare alle elezioni: “Ritengo che la Turchia possa svolgere un ruolo molto importate per raggiungere questo obiettivo e che lo possiamo fare in collaborazione. Entrambi i Paesi hanno interesse che la Libia diventi un Paese stabile, dove si possa investire”. Per cui l’ottavo incontro del numero uno della Farnesina con la controparte turca, (l’ultimo era stato ad Antalya a margine del Vertice Nato di maggio) dimostra una volta di più la progettualità del governo italiano in una macro area strategica, come quella a cavallo tra il quadrante euromediterraneo e quello mediorientale. Difesa, energia e sicurezza i temi comuni di cooperazione.