Il commissario europeo Andrius Kubilius, intervenuto agli Stati Generali di difesa e spazio a Frascati, ha avvertito che lo spazio “sta diventando un campo di battaglia”. E ha denunciato le crescenti interferenze ai sistemi satellitari e annunciato il lancio di nuovi servizi come Galileo. L’Ue intende quintuplicare i fondi, con 131 miliardi destinati a spazio e difesa, per rafforzare autonomia strategica e sicurezza comune
Il commissario europeo per la Difesa e lo Spazio, Andrius Kubilius, intervenuto a Frascati durante gli Stati generali di difesa, spazio e cybersicurezza presso la sede dell’Agenzia spaziale europea, ha messo in chiaro la posta in gioco segnando un cambio di paradigma nella visione dell’Unione europea: “Lo spazio non è decisivo solo sul campo di battaglia, lo spazio sta diventando un campo di battaglia”.
Kubilius ha spiegato come la guerra in corso e le crescenti interferenze sui sistemi satellitari stiano già colpendo l’Europa. “Nell’Unione europea siamo già sotto attacco a causa dello spoofing dei sistemi globali di navigazione satellitare”, ha detto, ricordando un episodio vissuto in prima persona insieme a Ursula von der Leyen. Nel Baltico, ha sottolineato che le interferenze a radiofrequenza sono cinque volte superiori rispetto all’anno scorso e quasi la metà del traffico aereo europeo opera in aree colpite. È un dato che va oltre la retorica dove infrastrutture civili e militari vitali si trovano già sotto pressione, e questo rende evidente la necessità di una risposta comune.
“La nostra unione deve difendere le proprie risorse spaziali e utilizzare lo spazio per difendersi”, ha ribadito Kubilius. La sua analisi non è teorica: sistemi di navigazione, posizionamento e comunicazioni sono il cuore delle capacità militari moderne. Per questo il commissario ha delineato tre priorità. La prima riguarda osservazione, comunicazione e navigazione, con la creazione di un Servizio governativo per l’Osservazione della terra e il lancio del servizio regolamentato Galileo, destinato a fornire posizionamento sicuro e a prova di spoofing. “Sarà un punto di svolta assoluto per i nostri soldati sul campo”, ha detto, sottolineando l’impatto concreto sulle operazioni militari.
La seconda priorità è la difesa dello spazio stesso. Kubilius ha parlato di “migliorare la consapevolezza della situazione spaziale per proteggere i nostri satelliti dai detriti, dagli eventi solari e dagli attacchi deliberati”. È un tema spesso percepito come tecnico, ma che riguarda direttamente la resilienza dell’Europa. Senza protezione delle infrastrutture orbitali, anche i sistemi più avanzati rischiano di diventare vulnerabili.
Infine, il commissario ha posto l’accento sull’autonomia di accesso allo spazio, citando i lanci di Ariane 6 e Vega C come successi incoraggianti ma insufficienti: “Il XXI secolo è il secolo dello spazio. Siamo all’inizio di una rivoluzione spaziale e non possiamo permetterci di lasciare spazio ai nemici dell’Europa”. Qui la dimensione economica e quella geopolitica si intrecciano. Senza capacità autonome di lancio, l’Europa dipenderebbe da fornitori esterni in un ambito strategico cruciale.
Il passaggio più rilevante, tuttavia, riguarda le risorse. “Nella nostra proposta per il prossimo bilancio pluriennale stiamo quintuplicano il bilancio per la difesa e lo spazio, fino a 131 miliardi di euro, ma i fondi da soli non saranno sufficienti. È chiaro che la difesa europea e lo spazio europeo devono andare di pari passo”. Non è solo una questione di quantità, ma di coordinamento e integrazione. I sistemi spaziali europei dovranno diventare strumenti condivisi di difesa collettiva, superando la frammentazione nazionale.
Il messaggio che emerge è duplice: lo spazio non è più una frontiera neutrale, ma un ambito conteso, e l’Europa deve attrezzarsi per difenderlo e usarlo come leva strategica. Le parole di Kubilius mostrano una consapevolezza crescente dove senza un salto di qualità nello spazio, non ci sarà autonomia né sicurezza per il continente.