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Trump pressa la Nato. Stop al petrolio russo e sanzioni comuni

Trump chiede ai Paesi Nato di fermare gli acquisti di petrolio russo e adottare sanzioni comuni contro Mosca, minacciando dazi fino al 100% sulla Cina. L’appello arriva mentre l’Alleanza rafforza il fianco orientale dopo l’incursione di droni russi in Polonia

Il presidente statunitense Donald Trump ha inviato sabato una lettera ai Paesi membri della Nato, sollecitandoli a interrompere gli acquisti di petrolio russo e ad adottare nuove sanzioni coordinate contro Mosca per mettere fine alla guerra in Ucraina.

“Sono pronto a introdurre sanzioni di grande portata contro la Russia quando tutte le nazioni Nato avranno concordato e iniziato a fare lo stesso, e quando tutte le nazioni Nato smetteranno di comprare petrolio dalla Russia”, ha scritto in un post sui social in cui ha riportato impresto della lettera.

Trump ha proposto inoltre che l’Alleanza, come gruppo, introduca dazi compresi tra il 50% e il 100% nei confronti della Cina, con l’obiettivo dichiarato di indebolire il sostegno economico di Pechino a Mosca.

La mossa si inserisce in una serie di pressioni sempre più esplicite da parte della Casa Bianca. Il presidente statunitense aveva già minacciato sanzioni secondarie verso i Paesi che continuano ad acquistare greggio russo, citando in particolare Cina e India, i principali acquirenti.

Nei giorni scorsi Trump ha anche introdotto un ulteriore dazio del 25% sui prodotti indiani, motivato con la scelta di Nuova Delhi di mantenere un flusso consistente di importazioni di petrolio russo. Al contrario, non ha adottato misure simili nei confronti della Cina, pur accusandola di sostenere indirettamente la macchina bellica del Cremlino.

Il messaggio alla Nato evidenzia una linea sempre più condizionata al principio della reciprocità: Washington è pronta a muoversi solo se gli alleati europei smetteranno di alimentare con acquisti energetici l’economia russa e si impegneranno in una strategia sanzionatoria comune. Perché in questo momento la massima pressione è la tecnica che Trump vuole adottare contro Vladimir Putin.

L’appello di Trump arriva mentre l’Alleanza Atlantica rafforza la propria postura sul fianco orientale dopo l’incursione di oltre una dozzina di droni russi nello spazio aereo polacco mercoledì scorso. Varsavia ha parlato di un atto deliberato, definito dal premier Donald Tusk “il momento più vicino a un conflitto aperto dalla Seconda guerra mondiale”.

In risposta, Danimarca, Francia e Germania hanno annunciato l’invio di caccia e mezzi navali in supporto della difesa polacca, mentre altri alleati — tra cui Regno Unito, Paesi Bassi e Repubblica Ceca — si preparano a rafforzare la missione “Eastern Sentry”.

La questione è stata discussa in una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza Onu, dove Stati Uniti ed europei hanno ribadito il sostegno a Varsavia e la volontà di difendere “ogni centimetro di territorio Nato”. Intanto, Mosca ha minimizzato l’episodio, respingendo le accuse e attribuendo l’incidente a un malfunzionamento tecnico.

Il clima, tuttavia, resta di forte tensione: gli attacchi aerei russi sull’Ucraina si intensificano, le esercitazioni militari congiunte di Russia e Bielorussia si svolgono a ridosso dei confini Nato, e le manovre diplomatiche — compreso il negoziato di pace inseguito da Trump — appaiono in stallo.


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