A Palazzo Rospigliosi una mattinata di dibattiti, idee e riflessioni sulle grandi sfide che attendono il sistema sanitario nazionale. Dallo stress di medici e infermieri, fino alla formazione delle giovani leve, passando per l’avvento dell’Intelligenza Artificiale
Non c’è salute senza innovazione. Ma, soprattutto, senza formazione. Gli ultimi dieci anni hanno messo in luce tutte le vulnerabilità del sistema sanitario italiano, uno dei più articolati e attrezzati al mondo, certo. Ma anche costantemente sotto stress. La pandemia e la crescente pressione sulla medicina di base, senza dimenticare la fuga di molti medici dagli ospedali, il burnout di molti professionisti della sanità, hanno rimesso in discussione l’architettura del servizio nazionale. Una risposta al problema c’è ed è la formazione continua. Specialmente al tempo dell’Intelligenza Artificiale, che avanza anche nel comparto sanitario, riscrivendo piano piano regole ed equilibri sedimentati. E dunque, come aggiornare la sanità alle grandi innovazioni di questi tempi? E come ricalibrare il sistema sanitario per impedire nuovi futuri stress? E quale il ruolo della simulazione, ovvero l’addestramento e la valutazione degli operatori sanitari mediante ricorso alla tecnologia?
TRA FORMAZIONE E PREVENZIONE
Quesiti che hanno accompagnato il dibattito organizzato e promosso in occasione della Giornata mondiale della sicurezza del paziente da Accurate, società del gruppo Digit’Ed, a Roma, presso Palazzo Rospigliosi, a due passi dal Quirinale, Safe-T – Saving Lives Together. Un’importante occasione di confronto tra istituzioni, professionisti sanitari, accademici e rappresentanti del mondo legislativo, con l’obiettivo di promuovere una cultura della sicurezza delle cure basata sull’innovazione e sulla formazione.
D’altronde, la sicurezza del paziente rappresenta una priorità imprescindibile per i sistemi sanitari a livello globale. Secondo i dati dell’Oms, ogni anno nei Paesi a basso e medio reddito si registrano circa 134 milioni di eventi avversi, che causano oltre 2,6 milioni di morti evitabili. Nei Paesi ad alto reddito, gli errori medici costituiscono la terza causa di morte, con un’incidenza compresa tra il 5% e il 10% dei ricoveri ospedalieri. In questo contesto, la simulazione clinica si afferma come uno strumento strategico per la prevenzione degli errori, il miglioramento della qualità dell’assistenza e il rafforzamento delle competenze del personale sanitario. Recenti evidenze scientifiche indicano che l’utilizzo della simulazione può contribuire a ridurre il rischio clinico fino al 37%.
IL PAZIENTE AL CENTRO
Per questo motivo Safe-T – Saving Lives Together si è articolato su tre sessioni tematiche dedicate alla sicurezza del paziente, alla costruzione di una cultura della sicurezza, e al ruolo della formazione in medicina. All’evento sono intervenuti i rappresentanti delle principali università, società scientifiche e centri di simulazione clinica italiani ed europei, con l’obiettivo comune di delineare strategie concrete per un’assistenza sanitaria sempre più sicura e centrata sul paziente. La chiave di lettura è stata data però da Patrizia Angelotti, ceo di Accurate, unica azienda italiana con ricerca e sviluppo completamente incentrata sulla simulazione in medicina.
“Con Safe-T vogliamo accendere i riflettori su un tema cruciale per il futuro dei sistemi sanitari: la formazione continua, di qualità, centrata sul paziente e capace di affrontare le sfide poste dall’innovazione tecnologica. La sicurezza del paziente, è bene ricordarlo, non è soltanto un obiettivo, ma un impegno quotidiano che richiede consapevolezza, responsabilità e strumenti adeguati. In questo senso, la simulazione clinica rappresenta una vera e propria rivoluzione culturale e metodologica per la formazione in sanità. Grazie a contesti protetti e realistici, possiamo preparare i professionisti a gestire scenari complessi, migliorare la comunicazione nei team, ridurre l’errore clinico e, soprattutto, salvare vite. Per questo siamo impegnati ogni giorno nella costruzione di percorsi formativi avanzati che mettono al centro la sicurezza, l’equità e la sostenibilità dei sistemi di cura”.
LA SPINTA DEL GOVERNO
Un’altra angolatura l’ha fornita anche Marco Mattei, capo gabinetto del ministero della Salute. “L’aggiornamento, la formazione, sono tutto nella tutela della salute e del paziente. E, se debbo essere onesto, questo governo sta facendo tantissimo in questa direzione. Noi vogliamo medici preparati, personale competente, aggiornato e per questo stiamo concentrando le nostre forze su queste tematiche”, ha spiegato Mattei. Senza dimenticare la prevenzione “che rimane il nostro primo dovere. Tutte questi obiettivi, e anche qui rivendico il lavoro del governo, vengono perseguiti grazie a una leva economica, vale a dire l’utilizzo di risorse dello Stato. Non dobbiamo mai dimenticarci quanto sia importante il triangolo formazione-aggiornamento-prevenzione. Basti pensare che un qualunque medico fresco di laurea, se dopo qualche anno non si aggiorna, deve uscire dal sistema sanitario”.
PER UN SISTEMA EQUO ED EFFICACE
Dal mondo accademico è arrivata poi la voce di Antonella Polimeni, rettore della Sapienza. “La formazione è il baricentro della sanità e della tutela del paziente. Ma la vera sfida è la grande innovazione di questi tempi. Per questo bisogna puntare tutto sulle nuove generazioni e sulle competenze”, ha spiegato Polimeni. “Condividere le pratiche e riflettere sul valore della formazione oggi non è un esercizio di pratica ma è la chiave di volta per una sanità più giusta, più equa e, soprattutto, più efficace”.
IL FATTORE SICUREZZA
Il punto di vista delle imprese è invece arrivato per bocca di Carlo Riccini, vicedirettore generale di Farmindustria. “Negli ultimi anni i prodotti di sviluppo sono aumentati in modo esponenziale, anche grazie a una grande varietà di tecnologie, questo è un punto ben noto ai professionisti della sanità”, ha premesso Riccini. “C’è un tema di sicurezza in un quadro geopolitico, vale a dire che dobbiamo essere sicuri delle terapie che avremo e che arriveranno. La sicurezza è, d’altronde, un elemento sistemico”. Secondo Riccini, insomma, “il tema della sicurezza, legato all’innovazione, è a sua volta direttamente connesso al paziente”. E le nuove tecnologie? “Esse offrono una grande varietà di cure, mentre l’Intelligenza Artificiale riduce costi e tempi delle stesse terapie. Anche questo è un ambito di grande attenzione, su cui tutti gli attori del mondo sanitario debbono per forza di cose dialogare”.
AI APPLICATA ALLA SALUTE
Di sicurezza ha parlato anche Mara Campitiello, capo dipartimento della prevenzione della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero della Salute. “La sicurezza del paziente è fondamentale. Oggi il 16% degli errori diagnostici può essere evitato, e un paziente su dieci subisce un danno durante un ricovero. Per questo motivo il ministero della Salute ha istituito un tavolo tecnico sulla simulazione in medicina, redigendo delle linee guida, ma soprattutto ha investito 30 milioni di euro del Pnrr sul Prevention Hub, che sarà pronto entro il 2026. Si tratta di un portale in cui i cittadini potranno accedere facilmente e reperire tutte le informazioni scientifiche e validate. Il Prevention Hub sarà la casa della prevenzione di tutti, dei professionisti e degli utenti. Il suo cuore pulsante sarà l’Intelligenza artificiale, che insieme a un approccio tecnologico, formerà gli operatori con simulazioni avanzate. E’ un sistema sano proattivo, che darà un impulso forte al miglioramento della prevenzione in Italia”.
UNA FORMAZIONE SENZA OSTACOLI
Pierpaolo Sileri, ex sottosegretario alla Salute e oggi in forza all’Università San Raffaele di Milano, ha invece puntato l’attenzione sull’applicazione pratica delle nozione apprese. Ovvero, come tradurre in fatti la formazione appresa. “Per imparare a fare il chirurgo io sono andato in Inghilterra, sono stato fortunato. Ma non si può fare un percorso a ostacoli, dove diventi medico e poi fai un master e poi vai negli Stati Uniti e poi nel Regno Unito. Serve un percorso più lineare, più standard, più omogeneo”, ha spiegato Sileri. “Quali sono le aspettative di uno studente di medicina oggi? La sicurezza di poter fare la pratica e la richiesta di più tempo libero, non se ne può fare una colpa di questo. Ed è logico dunque, andare incontro a queste esigenze, anche con percorsi di formazione più lineari”.
TRA CAPITALE UMANO E SIMULAZIONE MEDICA
Attenzione però, ci sono anche delle ombre nel sistema sanitario. Per esempio, ha spiegato Pier Luigi Ingrassia, presidente della Società europea per la simulazione, “oggi mancano nel mondo infermieri, farmacisti, medici, c’è insomma una carenza importante. Oltre al fatto che molti professionisti del settore sono esausti, hanno problemi di esaurimento spesso”. Altro tema “è il mantenimento delle competenze, della formazione. Qui, l’avvento della tecnologia comporta un decadimento, un deterioramento delle abilità umane. Nel percorso formativo di un pediatra, per esempio, in quattro anni la persona farà una sola intubazione. Non abbastanza e questo è un problema. Ed ecco allora il ruolo della simulazione medica per l’addestramento e la valutazione degli operatori sanitari. Un investimento che però ha il suo ritorno, perché la simulazione può aiutare a vincere le grandi sfide globali, a cominciare dal miglioramento delle condizioni dei medici e degli infermiere. L’utilizzo della simulazione in maniera drastica, circa il 18%, la mortalità perinatale”.