La Settimana europea della mobilità sostenibile 2024 è dedicata a “Mobilità per tutti”, con l’obiettivo di rendere accessibili i trasporti sostenibili. In Italia, l’auto resta dominante (92% la usa settimanalmente), mentre il concetto di “povertà dei trasporti” è poco noto. Le sfide riguardano costi, scarsa offerta e ritardi su elettrico e infrastrutture, ma crescono consapevolezza, riciclo, intermodalità e attenzione a IA e innovazione
“Mobilità per tutti” è il tema scelto quest’anno per la Settimana europea della mobilità sostenibile. Obiettivo, promuovere comportamenti a favore del trasporto pubblico e intelligente. Significa garantire che tutte le persone possano accedere a trasporti sostenibili, indipendentemente dal reddito, dalla posizione, dal sesso o dalle abilità. Molte persone si trovano ad affrontare sfide come i costi elevati o la mancanza di opzioni di trasporto che limitano il loro accesso al lavoro, all’istruzione e ai servizi essenziali: si chiama “povertà dei trasporti”. La settimana culminerà lunedì 22 settembre con la Giornata mondiale senz’auto, riservando una o più zone delle città esclusivamente a pedoni, ciclisti e mezzi pubblici per tutta la giornata.
“L’indagine sulla mobilità sostenibile in Italia”, realizzata dall’Istituto Piepoli e presentata a ECO, il Festival della Mobilità Sostenibile e delle Città intelligenti, fornisce dati e trend dei nostri connazionali sulle abitudini di spostamento, sulla consapevolezza dell’impatto ambientale delle proprie scelte, sulla pluralità tecnologica, sull’economia circolare e sull’impatto dell’IA nel mondo della mobilità e dei trasporti. Per la prima volta viene definito l’indice di mobilità sostenibile degli italiani: su una scala da 0 a 100 l’indicatore si è assestato a 66, anche se l’automobile resta ancora il mezzo di trasporto più utilizzato.
Il 92% dei cittadini del Belpaese utilizza l’auto almeno una volta alla settimana e il 65% ritiene che la propria mobilità sia dipendente da questo mezzo di trasporto. Solo il 19% una frequentemente il trasporto pubblico; sei cittadini su dieci pensano che nel proprio territorio esistano valide alternative all’auto, ma con differenze territoriali rilevanti. Solo il 13% della popolazione italiana conosce il concetto di mobility poverty, ossia la limitata disponibilità di trasporto pubblico e la scarsa accessibilità ai servizi di prossimità, che costringono le persone a rinunciare a opportunità di lavoro, studio, visite mediche e spostamenti di piacere e relazioni.
Perché, si chiede l’indagine, non decollano le immatricolazioni di auto elettriche in Italia? Le principali difficoltà restano il prezzo (55% degli intervistati), la scarsa autonomia (43%), la richiesta di troppa energia (19%) e il pericolo di incidente a causa delle batterie (17%). E la carenza dei punti di ricarica: solo il 21% pensa che le colonnine di ricarica siano sufficienti e facilmente accessibili. Questa percezione è più sentita al Centro-Sud e nei piccoli Comuni. Enel è il primo operatore di ricarica pubblica in Italia con 23 mila 500 punti installati su tutto il territorio nazionale. Grazie al supporto del Pnrr e investimenti strategici, l’ente sta accelerando lo sviluppo di stazioni Fast e Ultra Fast in aree urbane e lungo le principali direttrici di traffico con l’obiettivo di essere presente in tutte le Regioni italiane.
C’è poi l’annoso problema del trasporto merci. L’85% degli italiani pensa che impatti in modo significativo sull’ambiente e l’80% ritiene che incida sul costo finale dei prodotti. Per 7 su 10 la modalità di trasporto più sostenibile rimane il trasporto intermodale ferroviario, ossia trasporto stradale e ferroviario. La transizione verso un trasporto merci più sostenibile è ritenuta importante dall’84% dei cittadini. Segnali positivi arrivano, infine, dal trasporto locale. Il 57% degli italiani utilizza i treni regionali: il 30% lo fa in maniera frequente; il 44% giudica in maniera positiva l’integrazione tra i treni locali e altri mezzi di trasporto. Questo servizio potrebbe essere incentivato grazie a un maggiore coordinamento degli orari, all’integrazione dei biglietti e all’accessibilità delle stazioni.
Gli obiettivi del Pnrr e le tappe per raggiungerli in questo ultimo scorcio di tempo che rimane sono stati al centro dell’intervento di Fabrizio Penna, Capo Dipartimento per il Pnrr del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. “Gradualità e neutralità tecnologica sono le parole d’ordine che devono guidarci in questo percorso. Gradualità, tenendo presente lo sviluppo delle economie nazionali e internazionali. Una condizione che ha permesso di rimodulare il piano confrontandoci con la Commissione europea e con gli operatori del settore, anche alla luce del mutato contesto geopolitico internazionale. Puntare poi all’innovazione e alla ricerca come motore trainante di sviluppo. Lo scopo finale è di rendere sostenibile la vita nelle nostre città e ricercare il benessere dei nostri concittadini, con una mobilità sostenibile e una economia circolare per città intelligenti”.
E a proposito di economia circolare e sostenibilità, la testimonianza di Simona Fontana, direttore generale del Conai, ha ricordato come “grazie alla collaborazione tra istituzioni e aziende sia stato possibile raggiungere risultati importanti : il 76% degli imballaggi riciclati pone in nostro Paese leader in Europa per riciclo pro capite. Frutto di un lavoro costante delle oltre 650 mila imprese che aderiscono al Consorzio Nazionale Imballaggi e degli Enti locali, quindi tutti i cittadini, che hanno attivato un servizio efficiente di raccolta differenziata. Un lavoro che nel 2023 ha generato, per l’economia nazionale, un valore economico che si aggira intorno ai 15 miliardi di euro. In futuro servirà più innovazione e ricerca per rimanere al passo con i tempi”.
Un futuro che, nella mobilità guarda alla guida autonoma e all’Intelligenza Artificiale. Secondo il sondaggio dell’Istituto Piepoli, solo un italiano su tre mostra fiducia nei mezzi a guida autonoma, mentre il 62% degli intervistati considera l’AI un buon alleato per migliorare la mobilità, soprattutto per una migliore pianificazione degli spostamenti e una maggiore sicurezza. Ma sono gli incentivi economici che gli intervistati considerano importanti per una migliore sostenibilità dei trasporti. Sono un italiano su tre, infatti, considera sufficienti gli attuali incentivi, mentre 8 su 10 ritengono fondamentale affidarsi a forme di trasporto alternative nel prossimo futuro e il 38% spera che tra dieci anni il mezzo di trasporto più utilizzato sia l’auto elettrica.
Intervenendo al festival in collegamento da Bruxelles, Antonio Decaro, presidente della Commissione Ambiente Clima e Sicurezza Alimentare del Parlamento europeo, ha affermato che “la pianificazione urbana del prossimo futuro deve essere inclusiva e vicino alle esigenze dei cittadini, puntare sulla mobilità integrata con trasporto pubblico e micromobilità. La transizione ecologica deve essere equa, aiutando le aziende a cambiare il proprio ciclo produttivo, promuovendo investimenti nella transizione. In questo senso l’economia circolare può svolgere un ruolo centrale, consentendo di superare la storica assenza di materie prime”.
Anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, in un video messaggio, ha ribadito che “decarbonizzare il settore del trasporto è una fida enorme, ma bisogna farlo in maniera ragionevole e non in modo ideologico, evitando di favorire economie lontane da noi e garantendo la sostenibilità sociale del nostro Paese. La crisi dell’auto rischia di tirarsi dietro una più ampia crisi di tutto il settore manufatturiero. Per sostenere la nostra industria occorre rivedere le regole del Green Deal, troppo rigide e lontane dalla realtà. Chiediamo all’Europa di farlo subito”.
Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, si è soffermato sui temi di più stretta attualità per la transizione ecologica del nostro Paese, evidenziando che “una delle sfide nazionali della nostra rete elettrica è riuscire a crescere ulteriormente per supportare la transizione ecologica e la crescita della mobilità elettrica. La generazione di energia elettrica è sempre più strategica per il nostro Paese, anche perché prevediamo che i consumi elettrici, nei prossimi 15 anni, saranno più che raddoppiati rispetto ad oggi. Sono convinto che l’Ue ci ripenserà su tutto l’elettrico al 2035 per le auto, aprendo ad altre tecnologie, tra cui idrogeno e biometano”.