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Da Murdoch a Ellison. Chi sono tutti gli investitori in pista per TikTok Usa

Ad annunciarli è Donald Trump, secondo cui l’accordo è prossimo al raggiungimento. Sei membri su sette del board saranno americani, mentre ByteDance manterrà una quota inferiore al 20% e dovrà fornire una copia dell’algoritmo a una joint venture statunitense. Bisogna però attendere la risposta della Cina

Nel nuovo board di TikTok ci saranno anche Lachlan Murdoch, presidente esecutivo di Newscorp, Larry Ellison, presidente di Oracle e da poco uomo più ricco del mondo, e Michal Dell, fondatrice dell’omonima azienda tecnologica. Per il Wall Street Journal, dovrebbero far parte della squadra anche la società di private equity Silver Lake e quella di venture capital Andressen Horowitz. In tutto saranno sette membri, di cui sei di nazionalità americana e uno scelto da ByteDance, società madre di TikTok. Ad annunciarlo a Fox News è il presidente Donald Trump, aggiungendo che un accordo sul futuro della piattaforma social sarà comunicato in un ordine esecutivo al più tardi entro questa settimana – ma non è detto. “Tutte persone fantastiche e molto importanti”, specifica il tycoon. “Sono anche patrioti americani che amano questo paese, perciò penso che faranno un grande lavoro”. Il nuovo TikTok inizia dunque a prendere forma dopo che Stati Uniti e Cina sono riusciti a trovare la quadra.

Due erano gli ostacoli principali, entrambi inerenti alla sicurezza: la privacy e l’algoritmo. A gestire i dati dei circa 170 milioni di utenti statunitensi sarà appunto Oracle, già leader dei data center, con Pechino che non potrà giocare alcun ruolo in questa fase. Mentre, da quanto trapela, ByteDance dovrebbe mantenere una piccola quota (inferiore al 20%) ma dovrà fornire una copia del suo algoritmo. Quello che si andrà a creare infatti è solamente un distaccamento americano del social network, che rimarrà di proprietà cinese in tutto il resto del mondo. Affinché sia così, deve cedere in leasing il doppione a una joint venture americana che lo riaddestrerà secondo i parametri di sicurezza nazionali.

“Porteremo avanti il lavoro in conformità con i requisiti della legge cinese, in modo che le operazioni di TikTok negli Stati Uniti possano rimanere accessibili dall’ampia base di utenti americani”, spiegano da ByteDance.

Siamo dunque agli sgoccioli di una partita durata tantissimo, forse anche più del dovuto. Era iniziata durante l’amministrazione di Joe Biden, che ha sempre considerato Tiktok il cavallo di Troia della Cina, un’arma di soft power utilizzata per influenzare la società civile al di fuori del paese. Ed è ovviamente proseguita con il secondo mandato di Trump. Che tuttavia ha sempre mostrato interesse per non spegnere la piattaforma, non per niente perché è uno strumento politico dove racimolare consensi tra i più giovani. Motivo per cui ha più volte posticipato la scadenza per il bando negli ultimi mesi. Il presidente americano sta lavorando a un’ulteriore estensione di 120 giorni per permettere di raggiungere tutti i dettagli dell’accordo. Compreso probabilmente il pagamento milionario che dovrà essere eseguito a favore del governo americano per aver facilitato l’operazione, un premio che Trump ha riscosso più volte.

Nonostante gli annunci, manca infatti ancora l’ufficialità. Dai colloqui di Madrid tra la delegazione americana e quella cinese è stata partorita un’intesa quadro, ma per un accordo serve l’approvazione di entrambe. “Il governo cinese”, fa sapere l’ambasciata di Pechino a Washington, “esaminerà e approverà le questioni che riguardano TikTok, come l’esportazione della tecnologia e l’uso concesso in licenza della proprietà intellettuale, in conformità con le leggi e i regolamenti pertinenti”. L’accordo è vicino, ma l’entusiasmo di Trump sul TikTok US deve essere confermato anche dalla controparte cinese.


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