Salvini cavalca un estremismo filo-putiniano con argomenti privi di qualsiasi riscontro. In questo modo, facendosi megafono del Cremlino, mina pesantemente la credibilità del nostro Paese sullo scenario internazionale. Difendere l’indipendenza e la libertà dell’Ucraina significa difendere la nostra stessa libertà. Per questo dobbiamo confermare, fino in fondo, che l’Italia concorre e partecipa a tutte le iniziative internazionali che vanno nella direzione di fermare la guerra e tutelare la sovranità ucraina. Colloquio con il vicepresidente della Commissione Difesa, Piero Fassino
Più a destra di Vannacci. Mentre la guerra in Ucraina entra in una fase di ulteriore intensificazione, con Mosca che aumenta i raid e minaccia apertamente la sicurezza dei Paesi confinanti, in Italia lo scontro politico si riaccende dal pratone di Pontida. Matteo Salvini, assume una posizione sempre più in contrasto anche con la linea ufficiale dell’esecutivo. “Non manderemo mai nostri figli e nipoti a combattere in Ucraina, non siamo in guerra contro nessuno”, dice il leader del Carroccio dal palco. Un’argomentazione che, secondo Piero Fassino, deputato del Partito democratico e vicepresidente della Commissione Difesa, “non ha alcun fondamento e rischia di rendere l’Italia meno credibile agli occhi dei partner internazionali”. Intervistato da Formiche.net, Fassino definisce la retorica leghista “demagogia pericolosa: l’Italia non può subire il veto di Putin”.
Onorevole Fassino, Salvini sostiene che l’Italia non manderà mai i suoi figli a combattere in Ucraina. Che cosa risponde?
Questa è pura propaganda. Nessuno ha mai chiesto all’Italia di mandare i propri figli a combattere in Ucraina. Salvini cavalca un estremismo filo-putiniano con argomenti privi di qualsiasi riscontro. È demagogia da bar sport, ma pericolosa, perché trasmette messaggi fuorvianti all’opinione pubblica e rischia di compromettere l’affidabilità internazionale dell’Italia
Macron e Starmer hanno ipotizzato forze di garanzia una volta raggiunto un accordo di pace. È questo lo scenario realistico?
Alla riunione della Coalizione dei Volenterosi Macron e Starmer quello hanno proposto, non altro. Quando ci sarà un’intesa tra Ucraina e Russia, sarà necessario un presidio internazionale per garantirne il rispetto e evitare che scoppino nuovi conflitti. Perché l’Italia non dovrebbe partecipare? Siamo già presenti in missioni di stabilizzazione e pace in Iraq, in Libano, nei Balcani. Tajani addirittura ha detto che saremmo pronti ad andare a Gaza. E perché non in Ucraina? Il governo ha il dovere di spiegare perché.
Il punto è che Salvini siede al governo. Fino a che punto è sostenibile un vicepremier che contraddice la linea ufficiale dell’Italia?
Questo è il nodo politico. Finora l’Italia si è schierata a difesa dell’Ucraina e della sua lotta per la sovranità. Le posizioni di Salvini contraddicono in modo palese quella linea. E mettono in discussione la credibilità internazionale del nostro Paese. Non basta dire, come fa Tajani, che la politica estera la fanno il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri: la verità è che un vicepremier che parla così indebolisce l’esecutivo, ma soprattutto mina la credibilità del Paese sullo scenario internazionale.
Lei parla di un “veto di Putin” che l’Italia subirebbe attraverso le posizioni di Salvini. Che cosa intende?
Putin ha posto un veto a una presenza internazionale di garanzia. Il risultato è che, accettando la linea di Salvini, l’Italia si ritira da un impegno di stabilizzazione. In questo modo Salvini si fa megafono del Cremlino e condiziona l’atteggiamento del governo. È una dinamica grave, perché mina la nostra autonomia decisionale e l’affidabilità dell’Italia
Intanto la Russia intensifica i bombardamenti. Che scenario si profila?
È il segno dell’aggressività di Mosca. Putin dice di voler trattare, ma in realtà non crede a nessuna pace se non alla resa totale dell’Ucraina. Sta intensificando i raid proprio per piegarla. E le violazioni dello spazio aereo di Polonia, Romania ed Estonia sono un messaggio chiaro: la Russia è pronta a mettere in discussione non solo la sovranità ucraina, ma anche quella di altri Paesi europei.
Quindi la battaglia ucraina riguarda anche l’Italia?
Senza alcun dubbio. Difendere l’indipendenza e la libertà dell’Ucraina significa difendere la nostra stessa libertà. Per questo dobbiamo confermare, fino in fondo, che l’Italia concorre e partecipa a tutte le iniziative internazionali che vanno nella direzione di fermare la guerra e tutelare la sovranità ucraina. Ogni ambiguità mina la nostra credibilità e, soprattutto, la sicurezza dell’Europa.