In attesa di intervenire oggi al Palazzo di Vetro, la premier ieri ha spiazzato i suo critici su Gaza sostenendo la tesi Trump: uno Stato palestinese ha tutto il diritto di nascere ma senza la presenza di Hamas al governo, e solo dopo la liberazione degli ostaggi. Bilaterale con Al Thani e Al Sharaa: Roma punta alla ricostruzione siriana
Lo Stato palestinese è un conto, Hamas un altro. Si gioca sulla conventio ad excludendum del terrorismo il ragionamento che Giorgia Meloni fa al termine della prima giornata dell’Assemblea Generale dell’Onu, dove ha affrontato anche i nodi di Siria e Gaza. Donald Trump ha già parlato, con una precisa posizione su Hamas, così come altri leader che hanno riconosciuto la Palestina e la presidente del Consiglio italiano specifica in dettaglio il perimetro di tale azione. Per cui annuncia una mozione per riconoscere la Palestina ma solo a condizione che vengano liberati gli ostaggi e che Hamas non entri nel governo. Una mossa che di fatto chiude ogni spazio anche alle opposizioni, che da mesi sulla questione del riconoscimento stavano attaccando il governo.
Sono ore intense a New York, che la premier “usa” aprendo di fatto un giro di consultazioni strategiche. Prima un colloquio con l’emiro del Qatar Hamad Al Thani, a cui ha ribadito la “piena solidarietà sua e del governo italiano per l’inaccettabile violazione della sovranità qatarina avvenuta lo scorso 9 settembre”, come riporta una nota di Palazzo Chigi. Non solo i due Paesi vantano eccellenti relazioni bilaterali, ma si proiettano con convinzione “per porre fine al conflitto a Gaza, assicurare il rilascio di tutti gli ostaggi e garantire il pieno accesso umanitario alla popolazione civile, anche nel quadro degli sforzi di mediazione condotti dal Qatar insieme a Stati Uniti ed Egitto”.
Interconnesso da un punto di vista geopolitico è il quadro siriano, dove l’Italia intende posizionarsi non in seconda fila anche per quanto riguarda la futura ricostruzione. In primis Roma punta a sostenere la ricostruzione di una Siria “stabile e sovrana” e a tal fine è anche pronta a investire con le proprie aziende “in molteplici settori di reciproco interesse”. Per questa ragione la premier e il presidente siriano Ahmed Al Sharaa hanno discusso a margine dei lavori dell’Assemblea generale dell’Onu a New York, una preziosa occasione di confronto in cui Giorgia Meloni “ha valorizzato gli importanti impegni assunti dal governo italiano per attività di cooperazione allo sviluppo nella Nazione”. Inoltre ha messo l’accento sull’attenzione alle minoranze, in modo particolare quella cristiana, oltre che sullo sforzo da fare per garantire un ritorno volontario e sicuro in patria dei rifugiati siriani.
Infine un cambio di programma: il bilaterale con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, inizialmente previsto per ieri pomeriggio, per motivi di agenda dei due leader, è stato spostato mentre quello con il presidente libanese Joseph Aoun dovrebbe essere saltato. Oggi l’intervento di Meloni nel Palazzo di Vetro.