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A Mosca i Paesi Europei tracciano una linea rossa. Sapranno rispettarla?

Dietro le minacce del Cremlino si intravede la strategia russa di testare coesione e determinazione dell’Alleanza. L’Europa non può permettersi di rispondere in modo debole o contraddittorio, pena la perdita di credibilità internazionale

Lontano dalle telecamere e dai titoli dei giornali, l’Europa ha preso una posizione decisa nei confronti delle ripetute violazioni dello spazio aereo commesse dai velivoli russi (con o senza equipaggio) nel corso delle scorse settimane. Ma adesso deve assicurarsi di non arretrare dalle sue posizioni.

Dopo un incontro avvenuto a Mosca i diplomatici britannici, francesi e tedeschi, hanno espresso le loro preoccupazioni riguardo all’incursione effettuata dai caccia russi nei cieli estoni, hanno concluso che la violazione era stata una tattica deliberata ordinata dai comandanti russi, nonostante i tentativi di giustificazione (o di negazione) portati avanti dai funzionari del Cremlino. Nel corso dell’incontro un diplomatico russo avrebbe infatti detto agli interlocutori europei che le incursioni sono state una risposta agli attacchi condotti dall’Ucraina nella penisola di Crimea, poiché tali operazioni non sarebbero state possibili senza il sostegno della Nato, e che in conseguenza di ciò la Russia ritiene di essere già impegnata in un confronto che coinvolge anche le nazioni europee.

In tutta risposta, i diplomatici europei hanno avvertito che la Nato è pronta a rispondere con tutta la forza a ulteriori violazioni del proprio spazio aereo, compreso l’abbattimento di aerei russi. Secondo quanto riportato dagli stessi funzionari a Bloomberg, la parte russa ha preso appunti dettagliati durante la conversazione, probabilmente per poter poi fornire una relazione dettagliata della posizione mostrata dai Paesi coinvolti ai vertici della catena di comando di Mosca.

Dietro la linea rossa tracciata dai Paesi europei c’è l’intenzione di arginare la scia di provocazioni messe in atto da Mosca nel corso delle ultime settimane, accompagnate da una retorica altrettanto sfidante, con l’obiettivo palese di testare determinazione e la coesione dell’Alleanza. Ogni risposta debole segnala un’incapacità di reagire o una disunità interna al blocco atlantico, e quindi invita Mosca a spingersi sempre un po’ oltre, secondo i dettami del suo “manuale di guerra ibrida”.

Porre dei paletti solidi rappresenta dunque, sulla carta, una soluzione ottimale. Purché queste “linee rosse” europee si dimostrino diverse dalle “linee rosse” tracciate da Mosca nel corso degli ultimi anni e in più occasioni dimostratesi inconsistenti, facendo così perdere credibilità all’attore che le ha pronunciate e alla sua retorica strumentale. Per questo quando un ambasciatore russo oggi dice che “Se la Nato abbatterà un aereo russo con il pretesto di una presunta violazione del suo spazio aereo, sarà guerra”, il peso di questa dichiarazione assume un valore relativo e contestuale.

L’Europa Atlantica deve fare quadrato intorno alla posizione assunta a Mosca dai dignitari di Germania, Francia e Gran Bretagna per mandare un messaggio non solo al Cremlino, ma anche alla Casa Bianca e all’opinione pubblica interna. E non può permettersi di perdere quets’occasione.


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