La centralità della politica estera e il ruolo dell’Italia, la voce degli amministratori locali come testimone da consegnare idealmente al decisore statale e un focus sulle scelte della Regione Lazio in particolare sul versante socio-assistenziale. Ma anche un’occasione per portare la sensibilità democristiana come arricchimento al dibattito interno a Fratelli d’Italia. Il colloquio con il deputato Luciano Ciocchetti che presenta la kermesse che prenderà il via domani a Nemi
Dalla politica estera e il posizionamento dell’Italia sullo scacchiere globale, passando per Roma capitale fino al confronto con gli amministratori locali. A Nemi, domani, prende il via la terza edizione de “Il giusto sentiero”, la rassegna ideata e animata dal deputato di Fratelli d’Italia, Luciano Ciocchetti. Un appuntamento che nel tempo – siamo alla terza edizione – si è consolidato come spazio di confronto, in cui temi locali e internazionali si intrecciano, a partire dall’attualità geopolitica fino ad arrivare al governo del territorio. E, dice Ciocchetti a Formiche.net, “è un modo per portare all’interno del partito la visione e il contributo di coloro che arrivano dalla storia politica democristiana e che nel 2018 hanno deciso di aderire al progetto di Giorgia Meloni“.
Onorevole Ciocchetti, domani parte la terza edizione de “Il giusto sentiero”. Qual è il filo conduttore di quest’anno?
Abbiamo scelto di aprire con un dibattito sulla politica estera. È inevitabile: il mondo è attraversato da oltre cinquanta conflitti, da Gaza all’Ucraina fino a scenari meno raccontati ma altrettanto drammatici. Con Edmondo Cirielli, Nicola Procaccini e la vicepresidente del Parlamento europeo Antonella Sberna vogliamo ragionare sul ruolo dell’Italia e dell’Europa. Credo che il governo e la presidente del Consiglio stiano svolgendo un lavoro straordinario: oggi il nostro Paese è tornato centrale nello scenario internazionale e tutti vogliono confrontarsi con l’Italia.
Tra i dossier più significativi, lei ha citato il Piano Mattei. Qual è l’elemento che lo rende così centrale nell’agenda politica dell’esecutivo?
Il Piano Mattei guarda all’Africa in modo nuovo. Non più come una polveriera o un serbatoio da cui trarre risorse, ma come un interlocutore alla pari con cui costruire stabilità. Migrazione e sviluppo sono legati: se investiamo in uno scambio equo e reciproco, contribuiamo a garantire sicurezza e crescita per entrambe le sponde del Mediterraneo.
C’è poi il capitolo delle politiche migratorie. Che bilancio fa?
C’è stato un evidente cambio di passo, che si è estrinsecato anche grazie agli accordi con i Paesi di partenza, ma anche a un’azione incisiva in sede europea. Siamo riusciti a far cambiare linguaggio e priorità dentro l’Unione, e questa è una conquista politica di grande rilievo.
Il festival, però, non si limita ai grandi temi internazionali. Cosa si aspetta dal confronto con gli amministratori locali?
Abbiamo voluto dedicare un ampio spazio ai sindaci, dal Lazio ad altre realtà italiane. Ci saranno, ad esempio, il sindaco di Ascoli, quello dell’Aquila, il presidente di Anci Lazio. L’idea è semplice: gli amministratori locali sono la prima linea nel rapporto con i cittadini. Sono loro a intercettare i bisogni concreti e a tradurli in risposte. Il giusto sentiero vuole essere anche un luogo dove queste voci trovano ascolto.
È previsto un focus sulle politiche sociali del Lazio?
Sì, con l’assessore regionale Massimo Maselli affronteremo il tema del potenziamento dei servizi socio-sanitari. Non solo ciò che è stato fatto, ma anche ciò che sta per partire. È importante rendere conto ai cittadini e, al tempo stesso, raccogliere stimoli per migliorare.
Il titolo della rassegna richiama un messaggio politico. In che senso?
Il giusto sentiero è quello della nostra storia e del nostro contributo a Fratelli d’Italia. Non veniamo dall’esperienza originaria del partito, ma da una tradizione democristiana e centrista. Nel 2018, con Raffaele Fitto, rispondemmo all’appello di Giorgia Meloni ai moderati. Allora FdI era piccolo e all’opposizione, oggi governa il Paese. Con questa rassegna vogliamo portare la nostra sensibilità politica e culturale, per arricchire il dibattito interno, offrire confronto, discussione e proposte.