Nonostante l’ondata di ottimismo sull’uscita dell’Italia dalla crisi, portata prima dalle parole di Mario Monti pronunciate al Meeting di Rimini, seguite poi dalle previsioni di Moody’s e dall’apprezzamento di Fitch per il premier italiano, un report firmato da James Nixon, chief European economist presso Société Générale di Londra, e pubblicato oggi dall´istituto, prevede che l’Italia sarà ancora a lungo attanagliata della crisi.
“Negli ultimi 12 mesi ormai il Pil italiano ha subito una contrazione, con il paese rassegnato a una recessione più prolungata e profonda del previsto”, si legge in un articolo pubblicato su Business Insider che ha ripreso il report. Nell´articolo si mette in risalto come dopo il piano di salvataggio già previsto per la Spagna, gli investitori temono che l´economia italiana sarà la prossima pedina del domino europeo a cadere. La domanda posta è la seguente: “Il debito italiano è sostenibile? Vale a dire, riuscirà l’Italia a rispettare i suoi impegni sul debito, evitando il default?”.
La risposta di James Nixon di Société Générale non lascia molte speranze: l’Italia rischia di non riuscire ad avere più accesso ai mercati per rifinanziarsi.
Nixon, sottolinea tre punti chiave sul debito italiano e la sua crescita economica:
1) Il rapporto tra debito-Pil è molto alto e per controllarlo il governo è costretto a imporre misure di austerità molto severe, che unite al credit crunch comprometteranno la crescita per anni. Nixon stima un calo del Pil del -2,3% nel 2012 e del -1,4% l´anno successivo. Nel 2014 la crescita dovrebbe invece essere piatta. Il Fondo Monetario Internazionale prevede un tasso di crescita a lungo termine di mezzo punto percentuale l´anno.
2) La crisi occupazionale sta influenzando negativamente la fiducia dei consumatori, provocando una contrazione delle spese dei privati.
3) Infine per completare il percorso di consolidamento fiscale, l´Italia sta alzando le tasse sui consumi e sui patrimoni, entrambi settori che sono già compromessi dalla disoccupazione e dalle condizioni difficili in cui versa il settore bancario.
Considerato questo scenario, l’Italia – sempre secondo l’analista di Société Générale – farà inoltre fatica a raggiungere gli obiettivi sul deficit, cosa che aumenta i timori circa la sostenibilità del debito italiano. Il target è stabilito all´1,7% nel 2012 e allo 0,5% nel 2013. Ma Nixon ritiene che l´Italia raggiungerà un più credibile 2,9% nel 2012 e 2,1% nel 2013.
“Il nostro modello di calcolo ci dice che l´Italia ha uno spazio molto stretto per manovrare – scrive Nixon – Basta che i dati siano lievemente peggiori di quelli da noi stimati e la posizione debitoria potrebbe facilmente scivolare dall´altro lato della vallata, con l´Italia che si ritroverà in una traiettoria insostenibile”.
A questo punto, aumentano le probabilità che l’Ue imponga al Paese riforme strutturali ancora più importanti e significative, qualcosa che – secondo Nixon – al momento tutti i partiti politici, vogliono evitare.