Da un lato l’alleanza immagina le proprie contromosse, dall’altro arriva il vademecum di Cavo Dragone. Primo: la Nato risponderà a qualunque minaccia allo spazio aereo, terrestre o marittimo dell’Alleanza. Secondo: è allo studio un possibile “riallineamento globale” delle forze americane che potrebbero diminuire il proprio peso specifico in territorio europeo. Terzo: vanno annoverati come un “comportamento sconsiderato” gli sconfinamenti dei Mig russi nello spazio aereo Nato
Nato, è stato di guerra (sottomarina). Rafforzata la missione “Baltic Sentry”, lanciata lo scorso gennaio nel Mar Baltico, con una fregata di difesa aerea e mezzi di ricognizione, mentre i Capi di Stato Maggiore della Difesa dei 32 Stati membri si sono incontrati a Riga. Presente anche l’Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, numero uno del Comitato Militare della Nato. Cosa rischia anche l’Italia, oltre alla cintura orientale dell’alleanza?
Punto di partenza è l’intensificazione delle attività di droni non identificati penetrati nello spazio aereo danese in prossimità di siti chiave. Nei giorni scorsi la Danimarca ha denunciato alcuni incidenti con droni e, di fatto, l’alleanza è stata costretta a rafforzare le sue operazioni nel Mar Baltico. Il più trafficato aeroporto della regione nordica, quello di Copenaghen, è stato chiuso per diverse ore a causa dell’avvistamento di droni di grandi dimensioni nel suo spazio aereo. Stesso destino per altri cinque aeroporti più piccoli, sia civili che militari. Ce n’è abbastanza per potenziare difese e contromosse. L’ultimo allarme in ordine di tempo è stato segnalato dal quotidiano danese Ekstrabladet, secondo cui una nave da guerra russa presente nella regione aveva disattivato il suo sistema di segnalazione della posizione, aumentando quindi i livelli di allerta in tutta la zona.
Elementi che sono stato ribaditi a Riga, in occasione del Comitato Militare della Nato (alla presenza del comandante supremo alleato in Europa Generale Alexus G. Grynkewich e del comandante supremo alleato per la trasformazione Ammiraglio Pierre Vandier) dove l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del comitato militare della Nato ha fatto il punto della situazione. Primo: la Nato risponderà a qualunque minaccia allo spazio aereo, terrestre o marittimo dell’alleanza. Secondo: è allo studio un possibile “riallineamento globale” delle forze americane che potrebbero diminuire il proprio peso specifico in territorio europeo. Terzo: vanno annoverati come un “comportamento sconsiderato” gli sconfinamenti dei Mig russi nello spazio aereo Nato. Ha raddoppiato la dose Kaspars Pudans, comandante in capo delle forze armate lettoni, secondo cui anche l’Estonia potrebbe presto ospitare aerei Nato con capacità nucleare.
Ma se da un lato le forze in campo devono necessariamente studiare azioni e iniziative, la politica resta ancorata al classico botta e risposta. Da un lato il ministro degli interni tedesco Alexander Dobrindt ha annunciato che il rischio rappresentato dai droni rimane “elevato”. La risposta russa arriva per bocca di Sergei Lavrov secondo cui “qualsiasi aggressione contro il mio paese incontrerà una risposta decisa”. La missione “Baltic Sentry” era stata avviata nove mesi fa a seguito di reiterati attacchi alle infrastrutture sottomarine per l’energia e le telecomunicazioni, per cui vennero schierate fregate, droni navali e aerei da pattugliamento per proteggere risorse considerate vitali. Tra di essi anche una piccola flotta di droni sottomarini proprio per supervisionare interconnessioni, cavi e tutto ciò che no affiora dalle acque nordiche in questione.
Non va inoltre dimenticato che la quasi totalità del traffico internet è garantito da cavi sottomarini. In Italia i cavi sottomarini sono concentrati per la maggior parte tra le isole e la terraferma, come la linea SAPEI e il Tyrrhenian Link. Ma soprattutto l’Italia rappresenta uno snodo nevralgico per l’intero bacino euromediterraneo, dove agisce grazie a Janna, BlueMed, IEX e Unitirreno, che la connettono al Nord Africa: Google e Meta sono i progetti di maggiore rilevanza.