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Mozione per Gaza in Parlamento, il Pd si astiene e converge sul Piano Trump

In occasione delle comunicazioni del ministro Tajani nei due rami del Parlamento, spicca la linea del Nazareno che di fatto isola le sinistre di Avs e M5s. L’obiettivo è, nel giorno dell’attacco alla sinagoga di Manchester, spingere sulla linea che porti ad una soluzione per Gaza. Il senatore del Pd Alfieri ha certificato la postura dei dem quando ha detto sul piano che “ora si apre uno spiraglio di pace, andiamo a sperimentarlo fino in fondo, senza dubbi”

Dalla Flotilla nessun beneficio per i palestinesi: è da questo assunto di Giorgia Meloni che il dibattito in Parlamento su Gaza si è sviluppato, dopo le comunicazioni del ministro degli esteri Antonio Tajani. In precedenza dalla Camera era arrivato il sì al documento di appoggio al piano di pace statunitense, con l’astensione di Pd, M5S e Avs mentre Azione, Italia viva e Più Europa avevano votato a favore. Invece le opposizioni si sono schierate contro la risoluzione del solo centrodestra, che prevedeva un riconoscimento dello Stato palestinese al ricorrere di due condizioni.

Secondo il titolare della Farnesina, il messaggio è stato “positivo e incoraggiante”. Ovvero una parte dell’opposizione ha votato un documento comune che invita il governo a fare di tutto per raggiungere l’obiettivo di trasformare il piano americano in una realtà e “su questo non c’è stato alcun voto contrario, perché un’altra parte dell’opposizione si è astenuta”. In secondo luogo Tajani ha sottolineato l’esigenza che deve affiancarsi ai ragionamenti sul piano Trump: “Israele metta fine a violazioni diritto internazionale umanitario”.

Va ricordato che i venti punti proposti da Donald Trump sono stati accolti da tutti gli attori principali che operano in quel territorio come la Lega araba, l’Egitto, l’Arabia Saudita, il Qatar, la Turchia, l’Unione europea, la Spagna, l’Italia e anche l’Autorità nazionale palestinese. Il pezzo mancante è fisiologicamente quello di Hamas, che secondo Tajani dovrebbe dare una risposta positiva: “Ho parlato da ultimo ieri con il ministro degli Esteri turco che ha voluto riconoscere la coerenza del ruolo dell’Italia sulla soluzione due popoli, due Stati – ha aggiunto il vicepremier durante l’informativa al Senato – abbiamo coordinato la nostra azione e mi ha assicurato che sta premendo su Hamas”. Hamas è stata chiamata in causa anche dal presidente della commissione affari europei del Senato, l’ex ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata, secondo cui la Flotilla è finanziata da Hamas, quindi è illegale parteciparvi: “Non si costruisce la pace – ha osservato – cercando l’escalation o in modo irresponsabile respingendo perfino gli appelli del presidente della Repubblica come ha fatto la Global Sumud Flotilla. L’unico scopo di quella missione è stato di alzare la tensione non certo di consegnare aiuti umanitari che potevano essere consegnati in altro modo”.

Certo è, come spiegato dal deputato di FdI, Giangiacomo Calovini, da pochi giorni eletto presidente dell’Assemblea parlamentare della Nato, che la “pace non nasce dagli slogan delle piazze ma da diplomazia”. Il ragionamento del parlamentare bresciano è che serve “un lento e talvolta snervante lavoro politico”, grazie ad “una flessibilità che trova la sua giustificazione del conseguimento del bene superiore della pace e della sicurezza internazionale”. Pollice in su al piano è arrivato dal leader di Azione Carlo Calenda nella sua dichiarazione di voto al Senato, che ha messo l’accento sl un passaggio nevralgico: “Abbiamo idee diverse ma il piano rappresenta uno spiraglio che va usato. Oggi quello che è importante dire è che siamo per questo piano, nella speranza che cessi quello che vediamo”. Stessa traccia seguita anche da Matteo Renzi, secondo cui “noi siamo parlamentari, non influencer che devono prendere dei like, allora la nostra unica possibilità è costruire le condizioni della pace, ecco perché io voto la risoluzione corta della maggioranza”.

Il senatore del Pd Alfieri ha certficato la postura dei dem quando ha detto sul piano che “ora si apre uno spiraglio di pace, andiamo a sperimentarlo fino in fondo, senza dubbi”. Infine il Senato ha approvato tre risoluzioni sulle comunicazioni del ministro Tajani: quella firmata dai capigruppo di maggioranza e dal capogruppo di Azione Carlo Calenda, che ha visto l’astensione di Pd, Avs e M5S; quella firmata solo dai gruppi di maggioranza, su cui Pd, M5S e Avs hanno espresso un voto contrario; quella sulla risoluzione di Italia Viva.


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