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Quanti malumori per il polo della speranza Sel-Pd-Udc

Il “polo della speranza” annunciato ieri da Nichi Vendola è stato più che altro il polo delle polemiche, a giudicare dai tantissimi commenti giunti fino ad ora.
Oltre alla valanga di critiche sui social network, anche molti esponenti politici dimostrano perplessità o ironia sulla possibile coalizione tra Partito Democratico, Sel e Udc.
 
Lo stesso presidente dell´Udc Rocco Buttiglione in un´intervista ad ´Avvenire´ esprime molti dubbi sulla possibile coalizione: “Un`alleanza con Vendola ci farebbe perdere gran parte del lavoro fatto e ne blocchereb¬be l`attuazione. Sbaglio o lui è un fermo oppositore della linea Monti?”.
“Noi pensiamo che nel 2013 ci sarà ancora bisogno di una gran¬de coalizione e che questi temi (le coppie gay, ndr) non debbano entrare nell`agenda”, afferma Buttiglione. “Ognuno poi esprimerà la propria posizione e anche noi lo faremo. Ma è il contrario di quel che fa Vendola, che mette al cen¬tro dell`intesa i matrimoni gay”. Bersani dirà che Vendola non è contro Monti? “Bisogna vedere se lo dice anche Vendola. Credo di no”, afferma Buttiglione, secondo il quale “ognuno può fare la campagna elettorale come vuole e con chi ritiene, ma dopo bisogna gover¬nare. E, ripeto, con Vendola que¬sto non sarebbe possibile”.
 
Il grande escluso Antonio Di Pietro è da ieri che ironizza sull’alleanza e in un’intervista a Repubblica, il leader Idv sostiene che il segretario del Pd e il leader di Sel siano dei “furbacchioni politicanti in cerca di pubblicità. Vendola ha la mia comprensione perché lo hanno tirato fin troppo per la giacca – prosegue – gli hanno fatto dire quello che non ha detto, tant´è che poi è stato costretto ad aggiustare il tiro”.
Di Pietro e l´Idv, assicura, “mantengono ferma la barra riformista del centrosinistra e di quel programma che non è quello del Pd di oggi, tant´è che i dirigenti sono critici.
Usciamo dall´ipocrisia, il vero programma di centrosinistra lo stiamo portando avanti solo noi. Mi auguro che il Pd ci ripensi e faccia marcia indietro”.
 
Anche a destra, trai i tanti commenti, c’è chi si augura che si faccia marcia indietro. Mario Mauro del Pdl ad Avvenire lancia addirittura un ultimatum a Casini “perché se si allea con Vendola chiederò immediatamente al PPe di valutare l’espulsione dell’Udc”.
Oggi poi il primo cittadino partenopeo dell’Idv Luigi De Magistris ha scritto una lettera via facebook al leader di Sel:”Caro Nichi, francamente non ti capisco.Lo dico con grande sincerità. Ieri mattina nasceva il ´polo della speranza´ con annessa apertura all´Udc e critica all´IdV, ieri pomeriggio hai scritto su twitter che non è pensabile un centrosinistra senza l´amico Di Pietro. Qualche settimana fa partecipavi, seduto accanto ad Antonio, ad una conferenza stampa, dove erano stati invitati anche alcuni sindaci fra i quali me, volta a scuotere il Pd affinché decidesse da che parte stare”. E ancora si chiede: “Tralasciando questo atteggiamento ondivago, vorrei soltanto chiederti, veramente in modo sincero visto il nostro rapporto – prosegue il sindaco di Napoli -: come è pensabile una corsa in tandem con chi non reputa essenziale il riconoscimento delle coppie di fatto oppure la difesa del lavoro? Come è pensabile correre con chi per tanti, troppi anni è stato la stampella dello scempio del berlusconismo? Come è pensabile governare sospendendo la coerenza, costretti ad un innaturale compromesso che vedrebbe il sacrificio di principi ideologici e la negazione di storie e vissuti?”.
 
Bersani che nella ´Carta d´intenti´ ha chiesto agli alleati l´impegno a proporre un “patto di legislatura” a “liberali e moderati”, ad una precisa domanda su Casini ha risposto in maniera evasiva: “Per le alleanze c´è tempo, adesso abbiamo presentato la ´Carta d´intenti´ e avviato questo percorso, poi le alleanze verranno”.
Una vaghezza non casuale. Il ´percorso´ avviato da Bersani, insieme a Vendola, prevede appunto la costruzione di un fronte dei “progressisti e dei democratici”. Come ha detto lo stesso Bersani nelle sue ultime interviste sui giornali, “io organizzo il mio campo, Casini organizza i moderati”. Insomma, spiega un dirigente Pd, il ´percorso´ prevede due tappe: prima Bersani sigla il patto con Sel e le eventuali liste della società civile, poi si siede al tavolo con i centristi. Avendo, chiaramente, incassato l´investitura da candidato premier con le primarie alle quali parteciperà anche Vendola. Un modo, insomma, per arrivare in posizione di forza alla trattativa con quel centro moderato che per Bersani è comunque indispensabile in vista della “legislatura costituente”.


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