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Non solo firme. La giornata di Meloni in Egitto parte della ricostruzione di Gaza

Un apporto, quello italiano, particolarmente apprezzato dal presidente Trump che ha definito Meloni “una governante molto forte, sta facendo un bel lavoro”. L’occasione per Giorgia Meloni è stata utile anche per discutere con il Presidente dell’Egitto, Abdel Fattah Al Sisi di una serie di aspetti interconnessi al rilancio di un processo politico che conduca ad un quadro di pace: l’Italia ha da giocare in questo senso la carta del Piano Mattei, che tocca i confini fisici e politici della questione, non fosse altro perché lambisce quei paesi che confinano con l’area o questione

Il passo politico è la pace imposta da Donald Trump (che riserva una carezza al premier italiano). Il primo effetto (dopo la liberazione degli ostaggi) è il futuro pratico della striscia. Giorgia Meloni, a margine della cerimonia di firma del piano, ha preso parte ad uno degli incontri più significativi della storia mediorientale: la stabilizzazione istituzionale, la ricostruzione urbana e i bisogni della popolazione di Gaza. Assieme alla premier il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, il primo ministro britannico Keir Starmer, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani, il primo ministro canadese Michael Carney, il re di Giordania Abdullah II e il ministro degli Esteri Saudita Faisal bin Farhan Al Saud.

Non sfuggirà che si tratta di uno di quei curvoni della storia dove esserci è di fondamentale importanza, anche per ribadire un peso specifico complessivo. Già nella partita ucraina Roma si è candidata alla fase due, quella della ricostruzione, ospitando un vertice ad hoc. Su Gaza sta iniziando una lunga fase progettuale che dovrebbe vedere impegnate anche le aziende italiane con il proprio know how.

La giornata egiziana è stata densa di riflessioni. L’occasione per il presidente del consiglio è stata utile anche per discutere con il Presidente dell’Egitto, Abdel Fattah Al Sisi di una serie di aspetti interconnessi al rilancio di un processo politico che conduca ad un quadro di pace: l’Italia ha da giocare in questo senso la carta del Piano Mattei, che tocca i confini fisici e politici della questione, non fosse altro perché lambisce quei paesi che confinano con l’area o questione. Formazione, energia e agricoltura sostenibile non rappresentano solo tre macro questioni su cui la cooperazione sull’asse Cairo-Roma si rafforza costantemente, ma sono il fulcro di un’azione politica duratura ed efficace perché vero e propri snodi strategici.

Un apporto, quello italiano, particolarmente apprezzato dal presidente Trump che ha definito Meloni “una governante molto forte, sta facendo un bel lavoro”. C’è stato anche spazio per un siparietto con il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, che ha invitato Meloni a “smettere di fumare”. Tramite una traduttrice le ha detto testualmente: “Ti vedo bene, ma devo convincerti a smettere di fumare”. La risposta sorridente di Meloni, alla presenza di presidente Macron, Starmer e l’emiro Al Thani è stata: “Lo so, lo so”.


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