La riforma della Difesa del giugno 2024 ha ridisegnato la catena amministrativa del ministero, separando il segretariato generale dal direttorato degli armamenti e affidando per la prima volta la guida a un civile, Fabio Mattei. Il nuovo assetto punta a rafforzare la sinergia tra militari e civili, modernizzare le procedure con strumenti digitali e garantire maggiore trasparenza, efficienza e controllo della spesa in un contesto geopolitico in rapido mutamento
La riforma del giugno 2024 ha segnato un punto di svolta nella struttura del ministero della Difesa, separando per la prima volta la figura del segretario generale da quella del direttore nazionale degli armamenti. Una scelta che mira a garantire efficienza e chiarezza di competenze in un comparto centrale per la sicurezza nazionale. La novità non è solo organizzativa. Il segretariato è oggi guidato da un civile proveniente dalla magistratura amministrativa, Fabio Mattei, il primo a ricoprire l’incarico in forma distinta e autonoma. Il suo intervento alla commissione Difesa della Camera ha offerto una mappa precisa del nuovo assetto e delle direttrici che intende imprimere all’amministrazione.
L’obiettivo, ha spiegato, è valorizzare la sinergia tra componente civile e militare e modernizzare le procedure in un contesto internazionale sempre più complesso e competitivo. La sfida è amministrativa ma anche culturale, e riguarda la capacità del dicastero di adattarsi ai mutamenti geopolitici e tecnologici mantenendo l’efficienza di un sistema che coinvolge oltre 270 mila militari e 16 mila civili.
“Non solo infatti per la prima volta la carica di segretario generale della Difesa è distinta da quella del direttore nazionale degli armamenti”, ha ricordato Mattei, “ma soprattutto per la prima volta essa è conferita a un civile estraneo ai ruoli del ministero della Difesa in quanto proveniente dalla magistratura amministrativa”. Una scelta che, ha aggiunto, si ispira ai modelli europei e garantisce “la duplice rappresentazione delle componenti civile e militare mediante alternanza tra titolare e vicario”. Il segretario ha descritto un’amministrazione di “circa 1800 effettivi civili e militari” impegnata in funzioni di coordinamento, procurement e supporto alle politiche del ministro, sottolineando che la “complementarietà tra le due componenti costituisce la vera forza trainante di questo dicastero”.
Nei primi mesi di mandato, ha spiegato, l’azione si è concentrata sulla “razionalizzazione e digitalizzazione dei procedimenti amministrativi, anche con ricorso all’intelligenza artificiale”, per “garantire un monitoraggio efficace delle attività, riducendone i costi e i tempi senza affievolirne le garanzie”. Mattei ha annunciato una riduzione di spesa di “circa 0,5 miliardi di euro” e interventi di “ammodernamento ed efficientamento a beneficio dell’intero dicastero”.
Il programma include “procedure di reclutamento più rapide”, formazione e valorizzazione del personale, oltre a un uso più incisivo del Golden power per la tutela degli interessi strategici nazionali. “Credo che questo sia il senso profondo della riforma che ha interessato anche il segretariato generale”, ha concluso, “essa deve essere ora declinata e resa realtà viva nella concretezza dei procedimenti in cui si articola l’azione amministrativa nel segno di quello spirito democratico della Repubblica a cui l’ordinamento delle forze armate si conforma”.