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L’evoluzione dell’intelligence? Non è tutto scontato con l’IA. L’analisi di Teti e Manenti

La tematica che è stata ampiamente spiegata sui banchi dell’Università di Bari da due “docenti” d’eccezione: l’ex direttore dell’Aise Alberto Manenti e il prof. Antonio Teti, responsabile dei sistemi informativi e referente per la cybersicurezza all’Ateneo di Chieti-Pescara. Punto di partenza sono le politiche da mettere in campo contro il terrorismo, come la prevenzione della radicalizzazione eversiva, una maggiore sicurezza informatica, mescolata ad una diversa percezione di quel fenomeno magmatico che prende il nome di cyber sicurezza

La trasformazione digitale, quindi l’IA, come metro per capire dove e come le attività di intelligence stanno cambiando passo e strumenti. E al contempo la capacità dei decisori, da un lato di comprendere rapidamente e fino in fondo strategie e tattiche, e dall’altro di essere sufficientemente consapevoli del sottile filo che separa la macchina dall’essere umano. Le nuove sfide (militari, belliche, socio-economiche) toccano svariati ambiti: l’attualità di due conflitti come l’Ucraina e Gaza, la concorrenza tra grandi aziende che gestiscono le cosiddette tecnocrazie e il destino di paesi e popoli. Nel mezzo l’evoluzione dei servizi segreti, impegnati sul campo con la macro novità rappresentata dalla cyber sicurezza, anche alla luce della primizia legislativa italiana che ha inteso dotarsi di una legge sulla cybersecurity, la n. 90/2024, al fine di rafforzare la sicurezza informatica nazionale grazie al ruolo dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (Acn).

Una tematica che è stata ampiamente spiegata sui banchi dell’Università di Bari da due “docenti” d’eccezione: l’ex direttore dell’Aise Alberto Manenti e il responsabile dei sistemi informativi e referente per la cybersicurezza all’Ateneo di Chieti-Pescara, professor Antonio Teti. Punto di partenza sono le politiche da mettere in campo contro il terrorismo, come la prevenzione della radicalizzazione eversiva, una maggiore sicurezza informatica, mescolata ad una diversa percezione di quel fenomeno magmatico che prende il nome di cyber sicurezza. Uno scenario di insieme su cui l’Intelligenza Artificiale ha avuto un impatto colossale e dagli esiti ancora sconosciuti, dal momento che se ad esempio negli Usa il nuovo bombardiere B-21 è stato progettato già senza pilota (con il conseguente rischio-estinzione per i classici Top Gun), è pur vero che la macchina va in crisi in presenza di un dato incerto, che invece l’uomo sa gestire anche grazie all’intuizione. É questa una riflessione che il direttore Manenti ha messo come stella polare del suo ragionamento, anche al fine di non smarrire il contesto in cui gli analisti assemblano, i vertici decidono e gli agenti operano.

Un parallelo può essere utile per comprendere il differente humus in cui operano le varie agenzie di intelligence. Dal 2017 la Cina si è dotata di una legge con cui il governo di Pechino legittima tutte le attività di spionaggio e controspionaggio da parte dei comuni cittadini. La cosiddetta “filosofia dei mille granelli”, ha sottolineato il prof. Teti che dà la cifra di come quel paese elefantiaco sta procedendo nel complicato universo della raccolta di informazioni. É pur vero che anche il soft power contribuisce in questo senso alle attività degli 007 stranieri e l’università è il principale bacino di utenza.

Infatti in caso di molteplici domande di dottorato da parte di studenti stranieri, il rischio è dato da potenziali spie che, in quanto aderenti a quel progetto di formazione, potrebbero avere accesso alle aziende interessate agli stages e, conseguentemente, ad una serie di informazioni legate al know how industriale. Insomma, la materia è non solo complessa e vasta, ma è de facto allargata al modus con cui i competitors si muovono. Lo dimostra plasticamente l’impostazione scaturita dalla stagione di grande riarmo che tutti i paesi sviluppati stanno affrontando. In questo senso rispondendo ad un quesito di Formiche.net, su come la percezione del dialogo tra intelligence e decisori politici stia mutando alla luce di strumenti innovativi come l’Ia e lo sciame di droni (al posto dell’atomica), il direttore Manenti ha posto un altro punto fisso: al di là del progresso tecnologico, lo schema non cambia. “Da un lato c’è un nemico, con la sua arma di offesa e dall’altro chi deve capire come difendersi”. Occhi e orecchie sempre attuali.


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