La società saudita creata a maggio dal fondo Pif voleva realizzare infrastrutture da 6 gigawatt entro il 2034 e, dal palco della conferenza di Fortune, il ceo Amin annuncia la costruzione. Confermando anche la sinergia tra Usa e Arabia Saudita
Quando si parla dell’intelligenza artificiale, dall’Arabia Saudita sembrano arrivare solamente conferme. L’ultima la offre il ceo di Humain, Tareq Amin, intervenuto alla conferenza Fortune di Riad. La sua compagnia – creata a maggio dal fondo sovrano PIF, e quindi del principe ereditario e primo ministro Mohammed bin Salman, per portare l’Arabia Saudita al vertice mondiale dell’IA rafforzando l’immagine del regno anche grazie alla costruzine di infrastrutture strategiche – ha un piano concreto per la progettazione di un data center da 6 gigawatt.
Si tratta di una conferma doppia. Ad agosto, Humain aveva annunciato di voler realizzare data center da alimentare con i chip statunitensi. E dunque Nvdia, che in primavera aveva spedito all’azienda già 18mila semiconduttori Blackwell, e Advanced Micro Devices (AMD), che ha sottoscritto una partnership da 10 miliardi di dollari con Humain. Inserendo in questo discorso anche Amazon Web Service, Qualcomm e altre aziende americane, parliamo di accordi per 23 miliardi di dollari – a cui aggiungere una base di partenza da 940 miliardi di dollari di cui è dotata Humain. Come spenderli è chiaro fin dal primo giorno della creazione di Humain, che intende arrivare a data centr da 1,9 gigawatt entro la fine del decennio e da 6,6 gigawatt entro il 2034. Per cui già si è mossa. In una intervista al Financial Times, il ceo Amin aveva parlato di un’azienda americana che l’avrebbe aiutata nel centrare l’obiettivo, senza però fare nomi.
Il progetto rientra in un piano ancor più grande, Vision 2030, che intende trasformare il Regno. Se fino a oggi contava quasi ed esclusivamente sulla produzione e la vendita di idrocarburi, da diverso tempo MbS ha compreso che per diventare leader bisogna saper diversificare. A quanto pare le cose stanno procedendo al meglio. “Abbiamo compiuto notevoli progressi nella trasformazione della nostra economia e della nostra società”, conferma il miistro degli investimenti Khalid Al-Falih. “Alla fine del 2024, l’85% delle nostre iniziative era stato completato o era in linea con i tempi previsti, con la maggior parte degli obiettivi raggiunti o superati”.
Quella sull’IA è una sinergia che unisce Washington a Riad, di cui si è iniziato a parlare durante la visita di Donald Trump in Arabia Saudita, al seguito dei personaggi più importanti della Silicon Valley. A novembre sarà invece Mohammed bin Salman a tornare in America sette anni dopo l’ultima volta. Di motivi per festeggiare il ritorno negli States ce ne sono diversi.













