Officina Stellare e Gatg hanno annunciato un’operazione che mira a creare il primo polo della Difesa quotato in Italia. La fusione combinerà le rispettive eccellenze nella tecnologia satellitare e nella cybersecurity. Con ordini già a quota 148 milioni e un rafforzamento patrimoniale da 63 milioni, il gruppo ha le potenzialità per diventare un punto di riferimento nel settore
Officina Stellare e Global Aerospace Technologies Group (Gatg) hanno annunciato un’operazione di integrazione che darà vita al primo polo della Difesa quotato in Italia nato dalla fusione di Pmi tecnologiche. L’operazione veste i panni di un reverse take-over, con Gatg che verrà incorporata in Officina Stellare, già quotata sul segmento Euronext Growth Milan. La fusione si inserisce perfettamente nella trasformazione in corso a Piazza Affari, dove le piccole e medie imprese del comparto Difesa stanno vivendo una fase inedita di fermento e attenzione da parte degli investitori. Infatti, il titolo Officina Stellare ha reagito immediatamente, registrando un rialzo del 13,3% in apertura — segnale della fiducia del mercato nella nascita del nuovo player.
Numeri e governance del nuovo polo
L’identikit del gruppo integrato restituisce l’ambizione dell’iniziativa. Valore della produzione pro-forma di 76 milioni nel 2024 e 37 milioni nel primo semestre 2025, con un portafoglio ordini complessivo già a quota 148 milioni al 30 giugno 2025. Prima del closing, previsto entro giugno del prossimo anno, Gatg effettuerà aumenti di capitale per 63 milioni al fine di rafforzare la struttura patrimoniale. Il rapporto di cambio stabilito prevede l’emissione di circa 11,3 milioni di nuove azioni Officina Stellare. A quel punto, Investindustrial (attraverso la controllata Global Aerospace Technologies Investments), controllerà il 57,5% del capitale. Gli azionisti storici — da Virgilio Holding a Mirak Enterprise, Astro Alliance, Stone e Gino Bucciol — manterranno complessivamente il 25,4%, mentre il flottante sarà pari a circa il 17,1%. Sul piano della governance è prevista una continuità di leadership, con Giovanni Dal Lago che resterà presidente esecutivo, mentre Alessandro Franzoni, oggi ceo di Gatg, guiderà l’intero gruppo come amministratore delegato.
Un nuovo campione nazionale?
La fusione punta a integrare sistemi ottici avanzati, capacità di osservazione e comunicazioni satellitari — dove Officina Stellare rappresenta un’eccellenza italiana riconosciuta — con le competenze nel trattamento dei dati, nell’elettronica e nella cybersecurity di Gatg. L’offerta finale coprirà alcuni degli asset più strategici per le odierne applicazioni nel campo della difesa, dall’osservazione della Terra alle comunicazioni ottiche e dall’intelligence alla sicurezza digitale delle infrastrutture spaziali. In altre parole, un unico tech hub in grado di fornire soluzioni essenziali per le economie e i governi che guardano allo spazio.
Nel nuovo contesto che caratterizza il settore della Difesa e dell’Aerospazio, la fusione risponde alla doppia necessità di sviluppare massa critica e attrarre investimenti da parte di soggetti privati. In questo ambito, dove la capacità di generare economie di scala diventa requisito cruciale per attrarre capitali e commesse strategiche, mosse come fusioni, joint venture e consorzi non sono più un’eccezione, ma un passaggio obbligato per una filiera dispersa come quella italiana. L’Italia delle Pmi può così iniziare a costruire i suoi primi poli industriali capaci di competere su scala europea e globale, facendo leva su eccellenze frammentate che, se unite, possono trasformarsi in attori rilevanti e pronti a sedersi ai tavoli dei grandi.
















