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Un nuovo caso TikTok? Gli Usa mettono gli occhi sui router wifi

Il Dipartimento del Commercio sta pensando di mettere al bando i server prodotti dalla TP-Link Systems per problemi di sicurezza nazionale. Sebbene abbia sede in California, l’azienda è che manterrebbe degli asset con la casa madre cinese TP-Link Technologies

Chi pensava che l’accordo su TikTok bastasse per risolvere le diffidenze tra Stati Uniti e Cina si dovrà ricredere. Dopo i problemi di sicurezza legati al social network, si passa a quelli presentati dai router domestici prodotti dalla TP-Link Systems. Sebbene la sua filiale californiana di Irvine sia slegata dalla casa madre cinese (TP-Link Technologies), mantiene comunque alcune asset. La preoccupazione è che Pechino possa sfruttare le vulnerabilità americane per intrufolarsi direttamente nelle case del rivale. Motivo per cui il Dipartimento del Commercio, appoggiato da una dozzina di agenzie federali, starebbe pensando di mettere al bando i dispositivi.

A riportare la notizia è il Washington Post, che ha ascoltato alcuni funzionari a conoscenza della questione ma che hanno preferito rimanere anonimi. La conferma dunque c’è, ma non la certezza che alla fine si vada fino in fondo. Il Dipartimento sta ancora effettuando le sue valutazioni e potrebbe optare per un rinvio della decisione, mentre la Casa Bianca potrebbe spingere per un accordo in stile TikTok per salvaguardare milioni di utenti americani.

Nel frattempo, le accuse sono immediatamente respinte al mittente: “Siamo un’azienda americana impegnata a fornire prodotti di alta qualità e sicuri al mercato statunitense e non solo”, affermano dall’azienda di Irvine. “Qualsiasi azione avversa a TP-Link non avrebbe alcun impatto sulla Cina, ma danneggerebbe un’azienda americana”. Secondo la società, tutto “è pienamente risolvibile con un mix di misure di buon senso, come l’internalizzazione delle funzioni di sviluppo chiave, investimenti solidi e coordinati nella sicurezza informatica e la trasparenza con il governo”, a cui TP-Link Systems dice di aver “ripetutamente chiesto un parere”, più precisamente al Dipartimento del Commercio, “in merito alle aree in cui il governo ritiene che possano sussistere preoccupazioni residue”. Ma “finora non ha risposto alle nostre richieste”.

Il parere di Washington, però, è profondamente diverso. L’azienda sarebbe ancora sotto influenza cinese, rispondendo alla casa base. E, con il fatto che gestiscono un’enorme mole di dati di utenti americani (le stime si aggirano tra il 35% e il 50% delle vendite di router) sarebbe un problema. Un grave problema di sicurezza nazionale, poco dopo aver risolto quello di TikTok.


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