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Bioetanolo, numeri e vantaggi da Crescentino

Ieri alla presenza del Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato e delle autorità locali è stata inaugurata la bioraffineria di Crescentino (VC), il primo impianto al mondo per la produzione di bioetanolo da biomasse non alimentari, di proprietà di Beta Renewables, joint venture tra Biochemtex, società di ingegneria del gruppo Mossi Ghisolfi, il fondo americano TPG (Texas Pacific Group) e il leader mondiale della bio-innovazione, la danese Novozymes.

L’impianto di Crescentino è frutto di un investimento da 150 milioni di euro, che ha puntato sulla chimica sostenibile. Il progetto è stato sostenuto dalla Commissione Europea nell’ambito del Settimo Programma Quadro per la ricerca e lo sviluppo.

Le caratteristiche

La bioraffineria sorge su un territorio a forte vocazione agricola che permette di sfruttare un’ampia varietà di biomasse disponibili a basso costo in un raggio di 70 km dallo stabilimento: principalmente paglia di riso, di cui l’area è ricca, ma l’azienda sta sviluppando anche una filiera dedicata per avere disponibile la canna gentile (Arundo Donax), che può essere coltivata su terreni marginali, senza sottrarre spazio alla produzione agricola ad uso alimentare.

Lo stabilimento è totalmente autosufficiente per quanto riguarda i consumi energetici (13MW di energia elettrica prodotti utilizzando la lignina) e non produce reflui derivanti dalla produzione industriale, assicurando un riciclo dell’acqua pari al 100%.

Per realizzarlo sono state necessarie 1.500 tonnellate di acciaio, 1.400 tonnellate di tubazioni e valvole e 18 km di tubature sotterranee e sono stati impiegati ben 370 macchinari.

I vantaggi

Disposta su una superficie pari a 15 ettari, la bioraffineria avrà ricadute positive sul territorio in termini di occupazione impiegando un centinaio di addetti diretti e circa 200 indiretti. Entrato in funzione a gennaio 2013, a regime avrà una capacità produttiva di 75 milioni di litri all’anno di bioetanolo di seconda generazione destinato al mercato europeo.

“La produzione su larga scala di zuccheri a basso costo da biomassa non alimentare è un fattore fondamentale per accelerare la crescita di sostanze biochimiche e biocarburanti”, ha dichiarato Geoffrey Duyk, Amministratore delegato e partner di TPG. “Siamo molto contenti di vedere questa tecnologia implementata in tutto il mondo, sfruttando la fonte più conveniente di biomassa specifica per ogni regione, comprese le colture dedicate e gli scarti agricoli”.

Il ruolo della politica

“La politica ora deve mandare chiari segnali che incoraggino gli investimenti necessari nel settore dei biocarburanti di nuova generazione” ha detto Peder Holk Nielsen, amministratore delegato di Novozymes. “Norme sulla miscelazione stabili e prevedibili, incentivi per la raccolta dei residui agricoli e supporto negli investimenti per i primi impianti di produzione su larga scala aiuterebbero in maniera sostanziale a ridurre i gas serra, a stimolare l’economia e ad assicurare il fabbisogno energetico. Non è più pensabile continuare a fare affidamento sui combustibili fossili”.



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