La startup di Sam Altman sigla una partnership strategica per raggiungere i suoi obiettivi. La sussidiaria di Amazon invece torna al centro dei progetti di IA, sfidando la rivale Microsoft. La sfida è su vari livelli e senza quartiere
“Sviluppare l’intelligenza artificiale più avanzata richiede una potenza di calcolo enorme e affidabile”, ribadisce Sam Altman annunciando una nuova partnership che “rafforza l’ecosistema che supporterà questa nuova fase e renderà l’intelligenza artificiale avanzata accessibile a tutti”. OpenAI ha infatti chiuso un mega accordo con Amazon Web Services (Aws), la sussidiaria di Amazon da cui acquisterà capacità di calcolo cloud. Costo: 38 miliardi di dollari, da versare nei prossimi sette anni durante cui la startup potrà sfruttare anche centinaia di migliaia di chip Nvidia. Un altro investimento che va a ingolfare il numero di quelli per l’IA, che si sono moltiplicati negli ultimi mesi. Con OpenAI quasi sempre protagonista. Tanto che gli osservatori continuano a chiedersi come farà a sostenere i suoi impegni.
L’accordo ad ogni modo assume molteplici significati. Dal punto di vista della startup di Altman, la più preziosa al mondo, viene ancora una volta riaffermata la volontà di svilupparsi senza freni. L’obiettivo è quello di essere la prima a creare un modello generale di intelligenza artificiale (Agi), ovvero niente meno che un robot umano capace di imparare dall’esperienza anche senza essere stato addestrato a risolvere un compito specifico. Quando ci riuscirà rimane il vero punto di domanda. Per qualcuno è questione di anni, per qualcun altro circa un decennio, per altri ancora è impossibile arrivarci. Sicuramente serviranno soldi, ma per OpenAI non sembra essere un problema. Altman ha affermato che la sua azienda ha raccolto 1.400 miliardi di dollari da fornitori di servizi cloud e di chip, per cui serviranno 30 gigawatt di elettricità. L’energia, piuttosto che i soldi, sembra essere il vero cruccio dell’IA.
Lato Aws, la partnership è ovviamente una grande notizia. Dare gli strumenti a OpenAI affinché si possa sviluppare lo porta al centro dell’intelligenza artificiale, quando finora era rimasto nell’ombra. Più o meno, visto che è già uno dei principali investitori di Anthropic (investimento da 8 miliardi) con cui la settimana scorsa ha annunciato un complesso di data center da alimentare con centinaia di migliaia di chip Trainum 2.
Quella in corso è una competizione pura. Che si manifesta a scatole cinesi: Aws bussa alla porta di Anthropic, rivale di OpenAI che, da adesso, approfondisce le sue relazioni con Amazon, competitor di Microsoft ovvero il principale partner di Altman per quanto riguarda il cloud. Da vedere se cambierà qualcosa nel rapporto. Anche se in questi casi vale la legge ferrea del business is business.















