Skip to main content

Il lato nascosto della deterrenza Usa: ponti e confini tra intelligence militare e civile

Di Andrea Molle

Negli Stati Uniti l’Intelligence militare rappresenta la spina dorsale della deterrenza strategica e della prontezza operativa. Un sistema complesso che unisce agenzie del dipartimento della Difesa e forze armate in un ecosistema informativo interconnesso, guidato da norme, dottrine e tecnologie avanzate. Un modello di coordinamento e governance che, mentre in Italia si riaccende il dibattito sulla necessità di aggiornare il sistema nazionale. L’analisi di Andrea Molle, professore associato di Relazioni internazionali presso la Chapman University di Orange

Da noi se ne parla in questi giorni, ma negli Usa l’“intelligence militare” è da sempre la chiave di volta del sistema di deterrenza. Essa indica l’insieme delle strutture del dipartimento della Difesa che raccolgono, analizzano e diffondono informazioni per pianificazione, impiego delle forze e acquisizione di capacità. Queste componenti appartengono sia alla U.S. Intelligence community (IC), guidata dal Dni, sia alla Defense Intelligence enterprise. Nell’IC rientrano quattro grandi agenzie del DoD (Dia, Nsa, Nga, Nro) e gli elementi informativi delle singole Forze armate (Esercito/Inscom, Marina/Oni, Aeronautica/16th Air force, Marines/Mcia, Space force/Del 7).

La cornice legale poggia su l’ordine esecutivo 12333 e sull’intreccio tra title 10 (autorità militari/operative) e title 50 (attività d’Intelligence), reso più coerente dall’Irtpa del 2004 che ha istituito il Dni. Operativamente, la dottrina cardine è JP 2-0, che disciplina principi, processo e integrazione Isr a supporto dei comandi congiunti. La distinzione title 10/title 50 è meno netta di quanto spesso si creda: si tratta di autorità complementari con diversi regimi di autorizzazione e controllo.

Per missione, la Dia è l’hub analitico-strategico della difesa; la Nga fornisce Geoint per pianificazione e targeting; la Nsa guida il Sigint e opera in stretta sinergia con Uscybercom; la Nro progetta e gestisce i sistemi spaziali d’Intelligence. Le Forze armate assicurano raccolta e analisi tattico-operative nei rispettivi domini. Le discipline integrate comprendono Humint, Sigint, Geoint, Masint, Osint e capacità cyber, all’interno di un ciclo Isr che va dal requisito (Eeiss) al tasking dei sensori fino al Ped (processing–exploitation–dissemination). Nelle operazioni contro reti avversarie è diffuso l’approccio F3EA (find–fix–finish–exploit–analyze).

L’evoluzione storica ha spostato il focus su terrorismo e insorgenze, fino alla competizione tra grandi potenze, minacce ibride, resilienza cibernetica e allo spazio come dominio operativo. L’ingresso della Space force nell’IC e l’operatività di Del 7 riflettono questo cambio. Cresce anche l’uso di capacità commerciali e costellazioni proliferanti in Leo per aumentare frequenza e copertura di sorveglianza.

Sul piano della governance, l’Irtpa ha rafforzato il coordinamento, ma le frizioni riemergono quando le operazioni clandestine travalicano i confini tra attività clandestine e azioni coperte. Più che un problema puramente giuridico, è una questione di catena di comando, autorizzazioni chiare, tracciabilità e oversight. Emblematica la necessità di calibrare iniziative come la Defense clandestine service per evitare sovrapposizioni con la Cia.

Spiccano due trend operativi: (1) integrazione orizzontale tra sensori e domini (cyber, elettromagnetico, spaziale) per produrre “decision advantage” dal tattico allo strategico; (2) attenzione ai profili di privacy e minimizzazione quando strumenti nati per lo “overseas Isr” hanno effetti domestici.

Tra i punti di forza troviamo capacità analitiche, interoperabilità interforze, rapidità di diffusione. Le vulnerabilità sono saturazione informativa, deception avanzata, dipendenze di supply-chain tecnologiche, frizioni di coordinamento title 10/50. L’Agenda comprende la mitigazione dei bias in ambienti “big-data + AI”, validazione multi-Int contro avversari contestati (Ew/cyber/anti-satellite), metriche condivise di efficacia Isr (tempo alla scoperta, copertura, latenza, impatto decisionale).

Nel rapporto con le agenzie civili spiccano integrazione tramite Dni, National Intelligence priorities framework e standard comuni (es. tearlines) per condividere contenuti separando fonti e metodi; Joint duty program per carriere incrociate; architettura homeland con fusion center e Jttf. La regola di equilibrio è complementarità per dominio e missione consiste nella difesa privilegia profondità ISR e warning operativo; la componente civile cura clandestinità estera, investigazione domestica e supporto di policy. La competizione persiste nelle aree di overlap (soprattutto Humint), governata con deconfliction tempestivo e supervisione parlamentare.

In sintesi, l’Intelligence militare statunitense è un moltiplicatore di deterrenza e prontezza: non solo “occhi e orecchie”, ma un’architettura decisionale che connette in quasi tempo reale sensori, analisi e comando. La sfida non è eliminare le sovrapposizioni, bensì governarle con priorità condivise, standard comuni e misure di efficacia inter-agenzia.

 


×

Iscriviti alla newsletter