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Ecco cosa prevede il piano di “dronificazione” russo

La Russia introduce un sistema di valutazione regionale per misurare la “dronificazione” del Paese. Ogni provincia riceverà un punteggio basato su infrastrutture, finanziamenti e competenze nel settore unmanned. Un’iniziativa presentata come civile, ma che è anche un’ulteriore conferma della militarizzazione crescente nell’economia russa

La Russia ha deciso di misurare il proprio livello di “dronificazione” sul piano locale. Il ministero dell’Industria e del Commercio ha infatti annunciato che assegnerà infatti un punteggio specifico a ciascuna regione della Federazione, valutandone lo stato di sviluppo nel settore dei velivoli senza pilota. L’obiettivo dichiarato è stimolare la crescita dell’industria dei droni su scala nazionale, rendendola un pilastro strutturale dell’economia russa.

Secondo quanto riportato da Defense News, il nuovo indice si basa su dieci criteri considerati fondamentali per la costruzione di capacità autonome, come la disponibilità di infrastrutture dedicate, l’accesso a finanziamenti specifici e il numero di operatori professionali attivi nel settore. Nel 2025, anno di debutto del programma, sono state valutate quarantasette regioni. A guidare la classifica è la Repubblica del Bashkortostan, o Bashkiria, seguita dagli oblast di Samara, Sakhalin e Novgorod. Mosca si è piazzata al nono posto, mentre San Pietroburgo risulta al dodicesimo, pur ottenendo il punteggio più alto nella categoria relativa alle infrastrutture industriali.

A partire dal prossimo anno, la partecipazione al sistema di punteggio diventerà obbligatoria per tutte le entità federali russe, con l’unica eccezione delle cosiddette “nuove regioni”, ovvero i territori ucraini unilateralmente annessi da Mosca.

Il viceministro dell’Industria e del Commercio, Vasily Shpak, ha presentato il progetto come un’iniziativa esplicitamente “civile”, volta a costruire un nuovo comparto economico basato sulla tecnologia unmanned, affermando anzi che il programma servirà anche a cambiare la percezione pubblica dei droni, spostandola da un contesto esclusivamente militare verso applicazioni civili e industriali. Tuttavia, la natura intrinsecamente dual-use di questi sistemi rende inevitabile il loro potenziale impiego bellico.

Il progetto rientra nel più ampio piano per lo sviluppo dei sistemi di volo senza equipaggio nella Federazione Russa, lanciato nel 2023 e destinato a estendersi fino alla fine del decennio. Il governo ha stanziato fondi compresi tra 660 miliardi e 1 trilione di rubli (pari a 8,2–12,4 miliardi di dollari), con ulteriori linee di finanziamento previste per progetti specifici legati al settore. L’obiettivo è costruire un ecosistema capillare di produzione, formazione e ricerca in ambito unmanned, in grado di sostenere sia l’economia nazionale sia, implicitamente, le operazioni militari.

La scelta di valutare la capacità industriale di ogni regione nel campo dei droni rivela la volontà del Cremlino di trasformare la produzione unmanned in un indicatore di sviluppo strategico. Nel linguaggio della politica industriale russa, la “dronificazione” non è più solo un obiettivo tecnologico, ma diventa invece un parametro dell’efficienza del “Sistema-Paese”, che mette assieme innovazione, sicurezza e propaganda.


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