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Chi sono gli anarchici italiani della Fai/Fri designati come terroristi dagli Stati Uniti

Il Dipartimento di Stato americano ha inserito quattro gruppi dell’anarchismo radicale nella lista degli Specially Designated Global Terrorists (SDGTs). Tra questi compare anche la Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale (Fsi/Fri), ritenuta la principale espressione italiana dell’anarco-insurrezionalismo

“Oggi, sulla base dello storico impegno di Potus per sradicare la campagna di violenza politica di Antifa, il Dipartimento di Stato designa quattro gruppi Antifa come Organizzazioni Terroristiche Straniere e Terroristi Globali Specialmente Designati. Gli Stati Uniti continueranno a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per proteggere la nostra nazione da questi gruppi terroristici antiamericani, anticapitalisti e anticristiani”. Sono le parole usate dal segretario Marco Rubio per commentare la misura di Washington che anticipa l’inclusione ufficiale delle organizzazioni nel registro delle Foreign Terrorist Organizations (Fto), prevista per il 20 novembre 2025.

Una rete europea nel mirino di Washington

Secondo il Dipartimento di Stato, le sigle designate operano all’interno di un ecosistema europeo frammentato ma connesso, caratterizzato da cellule autonome e ideologie ostili allo Stato e alle istituzioni democratiche. Il provvedimento comporta il congelamento dei beni negli Stati Uniti, il divieto di transazioni con soggetti americani e l’esposizione al rischio di sanzioni secondarie per individui o entità di Paesi terzi che dovessero intrattenere rapporti con tali gruppi.

Nel dettaglio, le organizzazioni colpite sono quattro. In Germania, il gruppo Antifa Ost è considerato responsabile di aggressioni contro individui ritenuti appartenenti alla destra radicale ed è accusato di una serie di attacchi compiuti a Budapest nel 2023; dal 2025 è classificato come organizzazione terroristica anche in Ungheria. In Grecia, due gruppi di matrice anarchica — Armed Proletarian Justice e Revolutionary Class Self-Defense — sono stati individuati come responsabili di attentati e tentativi di attentato con ordigni esplosivi improvvisati contro obiettivi governativi e infrastrutture civili, in alcuni casi motivati da retorica anti-capitalista e da posizioni a sostegno della causa palestinese.

La quarta sigla è appunto la Fai/Fri, l’organizzazione italiana che da oltre vent’anni rappresenta uno dei poli principali dell’insurrezionalismo anarchico europeo.

Una struttura orizzontale e insurrezionalista

La Fai/Fri è descritta dai servizi di sicurezza italiani come una rete a struttura “orizzontale”, composta da cellule autonome accomunate dall’adozione dell’anarco-insurrezionalismo e dalla pratica dell’azione diretta armata. La sigla rifiuta ogni forma di coordinamento centrale e si definisce “informale”, un’impostazione che garantisce anonimato, indipendenza operativa e assenza di gerarchie interne.

Attiva dall’inizio degli anni Duemila, la Fai/Fri ha rivendicato una lunga serie di azioni contro istituzioni politiche, giudiziarie ed economiche considerate espressione dello Stato o del “capitalismo”. Nel 2010, a Roma, la rete ha rivendicato gli attentati contro le ambasciate di Svizzera e Cile, episodi che hanno avuto grande eco internazionale. Due anni più tardi, nel 2012, il “Nucleo Olga” — una delle cellule riconducibili alla federazione — ha rivendicato il ferimento di Roberto Adinolfi, dirigente di Ansaldo Nucleare, indicato come promotore del ritorno del nucleare in Italia.

Per Washington, la rilevanza della Fai/Fri risiede nella capacità del gruppo di mantenere coesione ideologica e capacità operativa pur in assenza di una struttura centralizzata, riuscendo a ispirare o connettere cellule attive anche in Sud America e in Asia.

L’ambiente anarchico italiano

L’Italia ospita un panorama anarchico articolato, che va da correnti libertarie non violente a frange impegnate nella propaganda insurrezionalista e nel rifiuto radicale dell’autorità statale. A un livello ideologico più profondo, le diverse anime del movimento condividono il rifiuto dell’autorità e della gerarchia, considerati ostacoli alla piena autodeterminazione individuale.

Negli ultimi anni, l’attenzione pubblica si è concentrata in particolare sul caso di Alfredo Cospito, figura di riferimento dell’area insurrezionalista e legato alla Fai/Fri. Condannato per la gambizzazione del dirigente di Ansaldo Nucleare e imputato in un altro procedimento per un attentato contro la scuola allievi carabinieri di Fossano, Cospito è stato sottoposto nel 2022 al regime di 41-bis, normalmente riservato ai vertici delle organizzazioni mafiose. Secondo il ministero della Giustizia, anche dal carcere Cospito avrebbe continuato a trasmettere messaggi e indicazioni a gruppi anarchici attraverso riviste di settore.

Il lungo sciopero della fame condotto da Cospito tra il 2022 e il 2023 ha provocato una forte mobilitazione dell’area anarchica, con azioni ostili contro stazioni di polizia, sedi diplomatiche italiane all’estero, infrastrutture di comunicazione e organi di informazione. Le autorità italiane hanno interpretato questa escalation come la prova che la struttura decentrata della Fai/Fri è in grado di mantenere un livello significativo di organizzazione anche in presenza di leader detenuti.

Gli effetti delle designazioni americane

Le designazioni del Dipartimento di Stato comportano il blocco dei beni delle organizzazioni negli Stati Uniti e vietano a cittadini e imprese statunitensi di intrattenere rapporti economici o finanziari con esse. Inoltre, la legge federale rende penalmente perseguibile qualunque forma di supporto materiale fornito ai gruppi designati. Le norme americane prevedono anche la possibilità di applicare sanzioni secondarie a soggetti stranieri che dovessero collaborare con le organizzazioni inserite negli elenchi.

L’iniziativa si basa sulla Section 219 dell’Immigration and Nationality Act e sull’Executive Order 13224. L’inserimento formale nella lista delle Fto diventerà effettivo dopo la pubblicazione nel Federal Register.


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