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Usa, il Pentagono vuole accelerare sulle tecnologie disruptive. Ecco come

Gli Stati Uniti hanno definito le sei aree tecnologiche che orienteranno gli investimenti militari dei prossimi anni, puntando su velocità di sviluppo e impiego operativo. Dall’Intelligenza artificiale alla bioproduzione, passando per quantistica, logistica contestata, energia diretta e sistemi ipersonici, il Pentagono mira a consolidare il vantaggio strategico in un contesto internazionale sempre più competitivo

Gli Stati Uniti definiscono la loro prossima agenda tecnologica militare. Emil Michael, sottosegretario alla Ricerca e Ingegneria del Dipartimento della Difesa, ha presentato le sei aree che guideranno gli investimenti e lo sviluppo dei sistemi d’arma nei prossimi anni, con l’obiettivo di rafforzare la rapidità e l’efficacia operativa delle Forze armate.

L’annuncio arriva in un momento in cui Washington accelera il rinnovamento delle proprie capacità, mentre rivali strategici come Cina e Russia investono in tecnologie avanzate nel tentativo di ridurre il divario con gli Stati Uniti. In questo contesto, il Dipartimento della Difesa punta a consolidare la superiorità americana con programmi mirati e a breve termine, orientati alla traduzione immediata della ricerca in strumenti utilizzabili nei teatri operativi. 

Le sei Critical Technology Areas individuate comprendono: Artificial Intelligence Applicata (Aai), Bioproduzione (Bio), Tecnologie per la Logistica Contestata (Log), Dominanza Quantistica e Informativa sul Campo di Battaglia (Q-Bid), Energia Diretta Scalabile (Scade) e Capacità Ipersoniche Scalate (Shy).

L’intelligenza artificiale applicata fungerà da base per sistemi decisionali e operativi più rapidi; la bioproduzione punta a garantire processi industriali avanzati e resilienti; le tecnologie per la logistica contestata rispondono alla necessità di operare anche in scenari in cui le linee di rifornimento sono messe sotto pressione. La dominanza informativa basata su tecnologie quantistiche rafforza il controllo dello spettro informativo e la capacità di elaborazione in tempo reale. Energia diretta e ipersonica, infine, riguardano sistemi d’arma considerati cruciali per affrontare le minacce emergenti e mantenere un livello di deterrenza avanzato.

L’iniziativa si inserisce nella tradizione di fare leva sull’innovazione tecnologica per mantenere un vantaggio strategico nei conflitti, un approccio consolidato nel corso del Novecento e ora riproposto con ritmi più rapidi e con un coinvolgimento diretto delle forze armate nella definizione delle priorità operative.

Con la definizione delle nuove aree critiche, il Pentagono apre ora la fase di attuazione, che comprenderà l’avvio dei programmi industriali, la distribuzione dei finanziamenti e l’integrazione progressiva delle tecnologie nelle diverse componenti militari. Nelle prossime settimane emergeranno tempi, modalità e partnership attraverso cui gli Stati Uniti intendono trasformare le sei aree strategiche in capacità operative concrete. L’obiettivo, ribadito dai vertici, è ottenere risultati visibili già nel breve periodo.


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