Dal forum economico, voci dei diretti interessati che confermano come la partnership tra Roma e Riad sia solida, vitale e in evoluzione, basata sia sull’allineamento di interessi strategici di cui ha parlato il ministro Tajani, sia sul coinvolgimento del settore privato in attività a vantaggio comune
In questi giorni Antonio Tajani è stato in visita in Arabia Saudita, dove ha guidato il Forum Imprenditoriale Italia–Arabia Saudita a Riad. Nel suo intervento ha sottolineato la centralità del partenariato strategico tra i due Paesi, ricordando l’obiettivo – molto ambizioso – di portare l’export italiano a 700 miliardi entro il 2027. Da parte saudita, il ministro degli Investimenti Khalid al-Falih ha parlato di un forum “che può segnare una svolta”, mettendo in evidenza l’interesse reciproco su made in Italy, energia, tecnologia e servizi avanzati.
Dentro questo quadro politico ed economico, le testimonianze raccolte al forum mostrano come si muova effettivamente un interesse crescente per partnership industriali concrete, spesso modellate come joint venture locali. Le imprese italiane guardano alla Vision 2030 come a un acceleratore di domanda, mentre gli operatori sauditi puntano su know-how, design e capacità ingegneristica.
A confermare la logica della partnership è Massimo Cugusi, Ceo di Touché Consulting, che negli ultimi quattro anni ha accompagnato decine di PMI italiane verso il mercato saudita: “Dalle tecnologie industriali alla meccatronica, dall’ambiente alla sicurezza, fino al design architettonico, le opportunità sono vastissime. I nostri clienti firmeranno tre accordi di JV. La parola chiave è proprio partnership”. Una parola che si ritrova costantemente nel linguaggio ufficiale di Vision 2030.
“Da circa un anno abbiamo iniziato un percorso di sviluppo internazionale focalizzato sull’Arabia Saudita”, spiega Alessandro Nanni, Ceo di Ran Innovation, presentando a Riad una piattaforma di analisi predittiva per serbatoi e asset strategici in oil&gas, chimica e acqua. “Siamo stati qui per sottoscrivere un accordo di joint venture con un partner locale che ha compreso il valore della nostra soluzione”, aggiunge, sottolineando l’impatto che la riduzione delle fermate di manutenzione, ottenuta tramite digital twins, può avere per gli asset manager sauditi.
Sul fronte energetico, l’interesse saudita è particolarmente forte. Andrea Orefice, General Manager di Orefice Generators, sintetizza così la prospettiva della sua azienda familiare: “Da tre generazioni produciamo gruppi elettrogeni di media e grande potenza […] Oggi cerchiamo un partner saudita con cui sviluppare le vendite nell’area del Consiglio di Cooperazione del Golfo e avviare un servizio di noleggio. È un modello semplice: energy as a service”. Un’offerta che risponde a una domanda crescente di soluzioni flessibili, in particolare nei grandi cantieri desertici e nei progetti infrastrutturali legati alle nuove città intelligenti.
Il forum ha ospitato anche la firma di accordi nel settore immobiliare, dove la componente culturale gioca un ruolo rilevante. L’ingegnere Abdulaziz Alrawaf di Telad Real Estate parla di un incontro tra identità: “Siamo orgogliosi del risultato del confronto […] Vogliamo che la tradizione italiana nell’architettura e nell’ingegneria incontri l’identità culturale saudita”. Un concetto ripreso dall’architetto Emiliano Sciacca di R+S Workshop: “Attraverso questa joint venture portiamo la nostra filosofia progettuale nel mercato saudita, secondo le linee guida della Vision 2030: sostenibilità, smartness, valorizzazione delle risorse culturali ed ambientali”.
La dimensione circolare e ambientale è emersa anche nel settore dei rifiuti, con accordi tra la italiana Emaue e il gruppo AlRubeaan tramite la sua controllata REM – Refuse Equipment Manufacturing. Marco Mairaghi sottolinea la portata strategica dell’intesa: “Da questo accordo con un gruppo leader di settore… prende le mosse un nuovo percorso di sviluppo internazionale che vede nell’Arabia Saudita un hub regionale. A breve saremo impegnati in un progetto pilota con le autorità per dimostrare l’unicità delle nostre soluzioni di smart waste management”.
In sintesi, il forum di Riad restituisce l’immagine di un ecosistema in cui la spinta politica verso il partenariato si traduce in accordi industriali concreti. Per l’Italia, si tratta di un canale privilegiato per esportare tecnologia, ingegneria e servizi ad alto valore aggiunto. Per l’Arabia Saudita, è un modo per accelerare la trasformazione del proprio sistema produttivo e consolidarsi come hub regionale nel Golfo e oltre.







