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Nobel, che cos’è l’Opac

Un Nobel per la Pace per lanciare “un messaggio ai Paesi che non hanno ratificato il Trattato di bando delle armi chimiche” e un invito “a firmare”, è la motivazione con cui questa mattina è stato attribuito il premio 2013 dal presidente del Comitato Thorbjorn Jagland. Poco nota al grande pubblico, l’Opac ha prevalso dopo un serrato confronto con l’adolescente pachistana Malala Yousafzai, grande favorita alla vigilia.

Perché nasce

L’Opac (Organization for the prohibition of chemical weapons) è un’organizzazione internazionale con sede a L’Aia. Fondata nel 1997 per dare attuazione al Trattato di interdizione all’uso delle armi chimiche firmato nel 1993 (Convenzione sulla Proibizione delle Armi Chimiche di Parigi), l’organizzazione conta 189 Stati membri e ha per scopo la promozione e la verifica dell’adesione alla convenzione dell’Onu che ne proibisce l’uso chiedendone la distruzione.

Il riconoscimento

Il riconoscimento, una medaglia, un diploma e un assegno da circa 910.00 euro, verrà consegnato il 10 dicembre nell’anniversario della morte di Alfred Nobel. Ad anticipare la notizia un’ora prima del comunicato ufficiale è stata anche quest’anno la televisione norvegese.
“Per 15 anni abbiamo fatto il nostro dovere contribuendo alla pace del mondo. Le ultime settimane hanno dato ulteriore impulso alla nostra missione. Accetto con umiltà il premio Nobel per la Pace e con voi mi impegno a continuare a lavorare con immutata determinazione”, ha commentato il direttore generale dell’Opac, il turco Ahmet Uzumcu, rivolgendosi ai rappresentanti dei 41 membri dell’esecutivo, di cui l’Italia ha la vicepresidenza, in riunione in atto quando è giunta la notizia del Nobel.

Le ultime missioni in Siria

Dal 28 settembre l’Opac è stata incaricata da una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu di sorvegliare in Siria il processo di distruzione dell’arsenale chimico da parte del regime di Assad. Sulla base di un accordo siglato il mese scorso tra Russia e Stati Uniti tutte le armi chimiche siriane dovrebbero essere distrutte entro la metà del 2014.

Tre giorni fa il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha invitato i Quindici a creare una “missione comune” Onu-Opac in cui gli esperti dell’Opac si occuperanno soprattutto della parte tecnica, mentre l’Onu avrà un ruolo di coordinamento strategico.

Articolata in tre fasi l’operazione sarà guidata da un coordinatore civile speciale con il rango di sottosegretario generale. Dopo la prima fase, già iniziata con l’invio di un team di uomini che si trova in Siria dal primo ottobre, la missione fino al primo novembre dovrebbe poi consentire la distruzione di tutti gli impianti di produzione delle armi chimiche, mentre l’ultima e più difficile fase, dal primo novembre al 30 giugno 2014, comporterà la distruzione di circa 1.000 tonnellate di prodotti tossici.



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