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Il Golfo vuole l’Italia player regionale. Bianco spiega la missione di Meloni al Gcc

Per Bianco (Ecfr), la partecipazione della premier Meloni al Vertice del Gcc è quindi da leggere come passaggio strategico: un gesto dal Golfo che mira a stimolare una maggiore proiezione italiana verso la dimensione regionale

La partecipazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni al 46° Vertice del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Gcc), in programma il 3 e 4 dicembre in Bahrein, presidente di turno, rappresenta un passaggio di forte rilevanza diplomatica. L’invito è stato rivolto dal Re Hamad bin Isa e arriva in un formato che, per sua natura, non prevede la presenza di leader esterni. Negli ultimi vent’anni solo poche figure sono state ammesse. La lista ristretta rende l’invito a Meloni un segnale politico di peso, indicativo della credibilità costruita da Roma nel quadro del Mediterraneo allargato.

Il Vertice del Gcc – che riunisce Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar – è spesso assimilato a un “Consiglio europeo” del Golfo: un formato annuale dedicato alla definizione delle linee politiche e strategiche dei sei Paesi. Nei fatti, si tratta del principale consesso decisionale regionale, “un’arena in cui è raro che attori esterni vengano coinvolti”, sottolineano fonti governative: “La presenza italiana assume quindi un carattere eccezionale”.

Un posizionamento costruito in tre anni

La decisione del Gcc riflette un percorso di consolidamento diplomatico avviato dal governo Meloni fin dal suo insediamento. In meno di tre anni, la premier ha effettuato visite in tutti i principali Paesi dell’area: in Qatar (settembre 2023), negli Emirati Arabi Uniti (marzo 2023, dicembre 2023 e gennaio 2025), in Arabia Saudita (gennaio 2025) e in Bahrein (gennaio 2025, prima visita di un presidente del Consiglio italiano). Ha inoltre incontrato il principe ereditario del Kuwait a margine dell’Assemblea Generale ONU (settembre 2024) e a avuto due conversazioni telefoniche con il sultano dell’Oman durante quest’anno  Parallelamente, numerosi leader del Golfo sono stati ricevuti in Italia, contribuendo a rafforzare legami politici ed economici.

Il risultato di questa attività è un network di relazioni che ha prodotto partenariati strategici con Emirati e Arabia Saudita, oltre a intese sugli investimenti con Bahrein, Qatar e gli stessi Emirati. È inoltre in fase avanzata il negoziato per un accordo di cooperazione rafforzata tra Italia e Segretariato del Gcc, destinato a essere firmato a Roma.

Mediterraneo, Africa e sicurezza: l’asse che lega Italia e Golfo

Il rafforzamento della cooperazione si colloca in un quadro geopolitico complesso, segnato da crisi regionali (Medio Oriente, Sudan, Libia, Yemen), instabilità marittima e competizione sulle rotte strategiche. In questo contesto, l’Italia ha assunto un ruolo crescente come interlocutore di fiducia per le monarchie del Golfo, sia sul fronte della sicurezza sia su quello dello sviluppo.

Un capitolo centrale è quello del Piano Mattei per l’Africa, nel quale gli attori del Golfo hanno trovato convergenze operative con Roma. Intese congiunte e investimenti paralleli – dall’energia all’agricoltura, dalle infrastrutture alla formazione – permettono di mobilitare capitali del Golfo e tecnologia italiana in sinergia con il Global Gateway dell’Unione europea. Gli Emirati Arabi Uniti partecipano anche al fondo multidonatori del Piano Mattei presso la Banca Africana di Sviluppo.

Il discorso di Meloni: Mediterraneo allargato e cooperazione

A Manama, Meloni terrà un intervento focalizzato sulle opportunità di collaborazione tra Italia e Paesi del Golfo, nonché tra Mediterraneo e Penisola Arabica. L’accento sarà posto sulle dinamiche regionali e sul futuro del Medio Oriente, un terreno su cui Roma ha intensificato il proprio impegno diplomatico, in costante dialogo con i partner del Golfo.

La partecipazione al pranzo ufficiale che concluderà il Vertice offrirà un’ulteriore occasione di confronto informale con i principali leader della regione.

Da attore bilaterale a player regionale

Cinzia Bianco, senior fellow dell’Ecfr ed esperta di Penisola Arabica, interpreta l’invito a Meloni come un segnale politico particolarmente mirato. “Prima di lei, l’ultima leader europea invitata era stata Theresa May nel 2016 – sottolinea – e questo ci dice che il Gcc non apre le porte a figure esterne con facilità”. Bianco ricorda che l’invito a May arrivò nel pieno della Brexit: “C’era una finestra di opportunità politica per avvicinare Londra al Consiglio di Cooperazione del Golfo, quindi la scelta aveva un senso molto preciso”.

In questo caso, osserva, la dinamica è analoga: l’invito a Meloni indica un tentativo consapevole di avvicinamento dell’Italia “non semplicemente ai singoli Paesi, ma al Golfo come regione”. L’Italia, nota Bianco, ha sviluppato negli ultimi anni buone relazioni bilaterali con vari membri del Gcc, ma “non ha necessariamente una visione d’insieme più strategica’”. L’apertura del Consiglio appare dunque come un passo per “fare l’upgrade del ruolo dell’Italia”, spiega, trasformandola da partner di bilaterale, di nicchia – significativo ma settoriale – a potenziale interlocutore regionale.

Da quanto sottolinea l’esperta dell’Ecfr, offrire a Meloni l’opportunità di assistere ai lavori del Gcc può anche rappresentare la volontà dei Paesi della regione di permettere una familiarizzazione dell’Italia con dinamiche più ampie di quelle dei rapporti diretti con i singoli Paesi. Obiettivo è dunque esplorare un ruolo più strutturato per Roma? La partecipazione al Vertice è quindi da leggere come passaggio strategico: un gesto dal Golfo che mira a stimolare una maggiore proiezione italiana verso la dimensione regionale.


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